Anno | 2024 |
Genere | Biografico |
Produzione | Italia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Cinzia Th. Torrini |
Attori | Anna Rot, Andrea Delogu, Max Lisa, Letizia Toni, Alessandro Cucca Noemi Brando, Selene Caramazza, Emanuele Luigi Cuomo, Maurizio Lombardi, Florin Piersic Jr., Stefano Rossi Giordani, Christian Stamm. |
MYmonetro | 2,92 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 maggio 2024
Un viaggio dentro la vita e la mente creativa di una donna capace di plasmare emozioni con poesia e musica: Gianna Nannini.
CONSIGLIATO SÌ
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Fin da piccola Gianna Nannini non vuole fare la tennista, come desidera il padre Danilo, celebre pasticciere, imprenditore e dirigente sportivo senese: lei vuole cantare, anche se (o forse proprio perché) la sua maestra di coro le dice che "non va a tempo" con gli altri. Di fronte alle rigidità paterne Gianna se ne va di casa giovanissima e si trasferisce in un albergo a ore di Milano e incontra Mara Maionchi che ne riconosce il talento insolito e che produrrà i suoi primi dischi insieme a Claudio Fabi. Nannini passerà poi a Peter Zumsteg e tramite lui al rock, dando il via alla sua carriera di superstar internazionale. Ma un esordio psicotico fermerà la sua ascesa e la metterà di fronte ai suoi fantasmi, rischiando di comprometterne la brillante carriera.
Era impresa quasi impossibile rendere giustizia all'unicità del talento e della personalità di Gianna Nannini.
E infatti Sei nell'anima, il biopic che la racconta, non riesce a restituire che una pallida copia della raccolta di fotografie e frammenti video della cantante che compare alla fine: Gianna che masturba un microfono (gesto appena accennato nel film), Gianna che cavalca la cinepresa di uno studio televisivo, Gianna in prima linea durante una manifestazione - ovvero la Nannini trasgressiva e radicale che tutti conosciamo. La versione filmica qui narrata è invece collocabile a metà fra una fiction Rai1 e una puntata di Euphoria, quando sarebbe stato meglio guardare nella direzione del Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli (per restare in Italia) per capire meglio in che direzione narrativa andare.
Il film di Cinzia TH Torrini, che co-firma anche il soggetto con Cosimo Calamini e la sceneggiatura con Calamini, Donatella Diamanti e la stessa Gianna Nannini partendo dall'autobiografia della cantante dal titolo (trasgressivo e radicale) "Cazzi miei", si concentra sulla prima parte della sua carriera, fino alla "rinascita" avvenuta con "Fotoromanza" a seguito dell'episodio psicotico di cui sopra, che viene seminato in maniera cinematograficamente intelligente (ma non del tutto riuscita) dalla presenza di un personaggio ambiguo, Marc, il quale sembra portare continuamente Gianna sulla strada sbagliata (compresa quella della preferenza sessuale).
Ciò che funziona invece è Letizia Toni, la giovane attrice che evoca (invece di imitare) la Nannini nel tono della voce, nella parlata e persino nella camminata volitiva, nelle espressioni e tic del viso e nel cantato, anche se della Gianna nazionale non ha la potenza vocale o la rabbia incendiaria. Toni fa un ottimo lavoro di canalizzazione del personaggio regalandole anche quella fragilità che non è mai stata di pubblico consumo, immaginiamo per scelta della stessa cantante. Così come è efficacissima la presenza di Maurizio Lombardi nei panni di Danilo Nannini, come sempre capace di modulare le evoluzioni del suo personaggio senza mai strafare.
È interessante anche la fotografia di Mirko Sgarzi, che viene dall'horror underground e dal videoclip musicale e "sporca" volentieri le immagini: ma Sgarzi non riesce a trovare un equilibrio stilistico fra la componente "fiction RAI" del biopic e quella Euphoria delle scene di psicosi e uso di droghe. Davvero sbagliato invece il casting di Andrea Delogu nei panni di Mara Maionchi, della quale non veicola nulla, a cominciare da quella milanesità che è parte fondamentale dell'identità della produttrice discografica.
È un peccato che alla felice sorpresa di aver trovato un'interprete che sappia raccogliere l'essenza di un'artista così originale, sfaccettata e tormentata come Gianna Nannini (Letizia Toni, davvero brava nella mimesi comportamentale, ma soprattutto in quelle parentesi musicali, dove la voce trova una notevole somiglianza), non corrisponda uno sviluppo estetico che sappia evitare le cadenze di una [...] Vai alla recensione »