Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Olivier Assayas |
Attori | Vincent Macaigne, Nora Hamzawi, Micha Lescot, Nine d'Urso, Maud Wyler Dominique Reymond, Magdalena Lafont. |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | 3,25 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 18 febbraio 2024
La pandemia è agli inizi. Una coppia di fratelli, Etienne e Paul, si rifugia nella casa di campagna dei genitori per isolarsi assieme alle rispettive compagne.
CONSIGLIATO SÌ
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Nell'aprile 2020, la pandemia è ancora agli inizi e la Francia è in lockdown. Una coppia di fratelli, Etienne e Paul, si rifugia nella casa di campagna dei genitori per isolarsi assieme alle rispettive compagne, Carole e Morgane. Insieme cucinano, fanno lunghe passeggiate e bisticciano sui protocolli di sicurezza e sullo shopping online. Soprattutto Paul, regista di cinema, vive con grande intensità il rapporto con la casa e con il ricordo dell'infanzia, in un ambiente che è sospeso nel tempo come all'epoca di quando era ragazzo.
Come già successo a Bertrand Bonello con Coma, un altro grande autore francese contemporaneo come Olivier Assayas decide di tornare sull'esperienza della pandemia e del lockdown, stavolta con un focus su se stesso piuttosto che sulla figlia.
Il sempre delizioso Vincent Macaigne diventa infatti alter ego del regista di Personal shopper, con le due figure che si mescolano tra imitazione, voce-over e il riflesso del personaggio di Etienne, che sembra anche lui contenere in forma "esternalizzata" qualcosa di Assayas.
Il risultato è una piacevole commedia autobiografica che da un lato cattura bene tutti i riti collettivi e le paure di quei primi mesi di pandemia, con ortaggi da lasciare in cortile per quattro ore a decontaminarsi e un'abbondanza di videochiamate. Dall'altro, rimanendo pur sempre il parto di una mente raffinata come Assayas, il film sembra ossessionato dalla permanenza visiva dei luoghi, dalla pittura figurativa e la sua capacità di imprimersi su un paesaggio meglio ancora di quanto possa fare il cinema.
Un ritorno al passato nell'arte che d'altronde fa il paio con il ritorno al passato personale di Paul, risucchiato in un gorgo gravitazionale dai fantasmi delle generazioni che lo hanno preceduto. Hors du temps è anche una rivisitazione di L'heure d'été, una delle sue opere più riuscite, in cui però la componente autobiografica era sporcata da interferenze letterarie. Stavolta il canale aperto col suo trascorso personale è più limpido e anche più pacato, perfino inconsistente, in un film-curiosità che sarà imprescindibile per i fan del regista ma forse fuori tempo per tutti gli altri. E, senza dubbio, Assayas di questo sarà contento.
Ognuno di noi ha vissuto l'inaspettato e straniante lockdown in modo totalmente soggettivo. C'è chi è entrato in crisi per non poter uscire di casa e non poter condurre la vita di sempre, ma c'è anche chi ha approfittato di questo periodo per riorganizzare la propria vita tramite una nuova, inusuale routine. E spesso, anche persone che hanno vissuto questo periodo nella medesima abitazione hanno avuto [...] Vai alla recensione »
Storia di fantasmi francesi: proviamo a vederlo così, come fosse un gotico sbagliato e ribaltato in commedia familiare. Anche perché la cosa davvero bella di Hors du temps, il nuovo film di Olivier Assayas (tra le visioni migliori del Concorso della Berlinale74), è che sta sempre due passi avanti e uno di lato rispetto a qualsiasi attesa si possa avere da una storia autobiografica chiusa nel pieno [...] Vai alla recensione »
Dopo una produzione impegnativa e importante come la miniserie per HBO Irma Vep, Olivier Assayas torna al cinema con una sceneggiatura che è in realtà la trasposizione cinematografica di appunti che lui stesso ha preso durante il confinamento della pandemia da Covid. Scritto innanzitutto come delle note per restituire e testimoniare le emozioni attraversate in uno dei momenti cruciali della Storia [...] Vai alla recensione »
Il sodalizio tra il funambolico Vincent Macaigne e Olivier Assayas, che da Il gioco delle coppie passa all'abissale serie tv di Irma Vep, raggiunge il punto di congiunzione definitivo in questo Hors du temps, che da Il gioco delle coppie riprende il tono sommesso e scanzonato, ma fonde una volta per tutte la figura di Macaigne con quella di un alter ego scoperto del cineasta stesso: Macaigne è Assayas [...] Vai alla recensione »
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