Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Achille Lauro |
Attori | Achille Lauro, Pico Cibelli, Federico De Marinis . |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 16 dicembre 2023
Dieci anni di Achille Lauro, tra gli artisti più popolari e apprezzati d'Italia.
CONSIGLIATO NÌ
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"A 14 anni mi sentivo ricco con 50 euro". È questa l'età in cui Lauro De Marinis si allontana dalla famiglia per andare a vivere con il fratello Federico, produttore musicale visto come una figura paterna. Dai furti al supermercato, alla passione per la musica, nel corso della sua carriera incontra delle figure che diventeranno poi importantissimi per il suo successo come Simone P (autore e fondatore della crew Quarto Blocco), i produttori e musicisti Frenetik & Orang3 (Daniele Mungai e Daniele Dezi), Boss Doms e Pico Cibelli, presidente di Warner Music Italia. Si fa conoscere in locali con eventi come la "Messa Nera" al Brancaleone di Roma o al Legend Club di Milano prima di raggiungere la consacrazione al Festival di Sanremo con il brano "Rolls Royce" dove ha partecipato anche nel 2020 con "Me ne frego" e nel 2022 con "Domenica".
La genesi e la creazione. Cita "L'Achilleide" del poeta latino Stazio, combina nel titolo L' "Iliade" di Omero dove Achille è un eroe leggendario della mitologia greca e protagonista della Guerra di Troia con il suo terzo album "Ragazzi madre" pubblicato nel 2016.
Non è tanto il modo inquieto con cui Achille Lauro si racconta dietro un apparente documentario canonico con il cantautore seduto su una sedia e le testimonianze delle figure che l'hanno scoperto e che poi sono diventate decisive per il suo successo. Dentro Ragazzi madre: L'Iliade viene sprigionata ancora una rabbia non riconciliata, un impeto che invece contrasta con una forma non tanto acerba ma, forse, volutamente incompleta. Non c'è moltissimo archivio e i frammenti presenti sono come dei gesti di rottura dentro la forma del docufilm evidenti in una voce-off che è come se parlasse di un altro personaggio, forse uno dei tanti che fa parte delle sue molteplici identità fino agli sbalzi bianco e nero/colore, agli stacchi di montaggio frenetico, al 'guizzo nel modo di raccontare le cose' per riprendere le parole di Orang3.
Forse Ragazzi madre: L'Iliade non aggiunge nulla a chi conosce Achille Lauro. Però è proprio il modo in cui Achille Lauro regista guarda Achille Lauro artista a creare un continuo cortocircuito, a riattraversare lo schermo lasciando il segno della sua presenza come aveva fatto in Ritorno al crimine e Anni da cane nei panni di se stesso, a costruire uno 'spettacolo nello spettacolo' come è successo nelle sue metamorfosi prima e durante le esibizioni a Festival di Sanremo con i capi ispirati, per esempio, a San Francesco e alla Regina Elisabetta o nel momento in cui piange sangue in versione glam rock.
Più dirompente nello stile piuttosto che in quello che mostra (troppo lunga la parte dedicata a Sanremo anche se ravvivata dallo scontro con Staffelli nella puntata di "Striscia la Notizia"), Ragazzi madre: L'Iliade appare ancora come un work in progress che a volte rischia di (auto)citarsi eccessivamente quando mostra il suo rapporto e il legame con i ragazzi delle scuole anche se poi trova improvvisi slanci quando canta "Che sarà" con la Comunità Kayros di Vimodrone. Però, come Achille Lauro, non è mai scontato. Rispetto, per esempio, il doc su Mahmood, qui comunque tenta un'altra strada. E anche se a volte si perde, la segue comunque con determinazione, coerentemente con il suo personaggio.