Anno | 2023 |
Genere | Commedia nera, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Damiano Giacomelli |
Attori | Giorgio Colangeli, Denise Tantucci, Fabrizio Ferracane, Mirco Abbruzzetti Giorgio Montanini, Antonella Attili, Ermanno De Biagi, Stanley Igbokwe, Andrea Caimmi, Walter Rizzuto, Daniele Vagnozzi, Iacopo Nestori, Lucia Marinsalta. |
Uscita | sabato 10 febbraio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Yuk Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,32 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 febbraio 2024
Un revenge movie sulle fake news di paese, guidato da un testardo Don Chisciotte di provincia. In Italia al Box Office Castelrotto ha incassato 41,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Novembre 2015. A Castelrotto, un paese negli Appennini maceratesi, non sembra succedere mai nulla fino a quando scompare Rambaldi, un venditore ambulante. La polizia avvia le indagini e a interessarsi del caso c'è anche Ottone Piersanti, un ex cronista locale e maestro elementare in pensione che è un uomo solitario e dal carattere difficile; infatti i suoi rapporti con la moglie, anche lei giornalista, e la figlia, sono pressocché inesistenti da quando si sono spostate in città. Il caso della scomparsa lo spinge a riprendere la penna in mano ed occuparsi del caso. A Castelrotto arriva per collaborare anche una giovane reporter stagista, Mina, di cui s'invaghisce l'agente della polizia locale ma i rapporti con Ottone sono difficili. Il piano dell'uomo è evidente: vuole manipolare il racconto di questa scomparsa per accusare le persone che sono stati responsabili di un dramma familiare che lo ha profondamente segnato.
C'è una piazza nel paese di Castelrotto vicino all'abitazione di Ottone. Da qui il film già evidenzia dall'inizio la dimensione claustrofobica di un noir di provincia inquieto, proprio come lo scatto d'ira del protagonista che spara contro un ragazzo in giro con un camioncino.
Cosa è successo? Cosa lo ha spinto a fare a quel gesto? Che legame ha con quella famiglia di origini calabresi? Come nella ricerca delle notizie per scrivere un articolo di cronaca, l'esordio nel lungometraggio di Damiano Giacomelli è composto di tanti piccoli dettagli, di voci (di paese) che si rincorrono e ha il merito di lasciare sempre dei dubbi nella storia che racconta.
Giorgio Colangeli diventa certamente determinante per amplificare la dimensione oscura, e la sua recitazione sottolinea prevalentemente le reazioni istintive, i demoni inquieti con cui convive il suo personaggio e che contribuisce a dare a Castelrotto una forma non lineare, dove gli umori e la dimensione torbida contano hanno maggiore importanza di una scrittura definita. Sotto questo aspetto non tutti i personaggi sono adeguatamente messi a fuoco, a cominciare da Mina interpretata da Denise Tantucci, ma potrebbe essere una scelta intenzionale in quanto attraversano la vita di Ottone come delle provvisorie apparizioni di una ricostruzione della vicenda soprattutto soggettiva. "Io quando ci ho tempo mi invento le storielle" sottolinea il protagonista all'inizio del film.
Così, oltre al genere, entrano in gioco frammenti sparsi di una favola nera, con l'ambiguo protagonista con il dito rotto che suona la fisarmonica e un paese che, tranne l'agente locale che è stato suo studente, non lo prende in considerazione.
A volte Castelrotto ha un passo incerto come nella parte processuale, ma riesce ad essere anche decisamente originale nel parallelismo tra dimensione reale e visionaria e a portare su piste narrative che sembrano abbandonate e poi riprese. C'è una nostalgia verso (anche il cinema?) del passato, quello degli anni '80, proprio nel modo di filmare gli oggetti (le foto di famiglia, i vecchi articoli di giornale, la macchina da scrivere) e un'attenzione al paesaggio e al loro legame con i personaggi che richiama gli esordi di Giuseppe Piccioni e Carlo Mazzacurati.
La canzone sui titoli di coda, "Conchiglie" di Andrea Laszlo De Simone, chiude il cerchio nel senso che è un altro elemento che diventa determinante per un film dove contano prima di tutto le atmosfere e che diventa come un vecchio disco con cui si entra sempre più in sintonia ad ogni ascolto.
Un cinema marchigiano, nel senso profondo del termine, che elegga questa regione a location non occasionale e soprattutto non generica, non ha mai davvero preso piede in modo compatto e coerente. Per questo l'affondo di Damiano Giacomelli, regista e sceneggiatore, con Castelrotto nella provincia marchigiana più anonima e perciò tanto più inquietante ha tutte le carte in regola per diventare un apripista. [...] Vai alla recensione »
«Io quando c'ho tembo me invendo le storielle», confessa l'ottimo Giorgio Colangeli, scorbutico e solitario maestro di scuola in pensione ed ex cronista locale. Quando il borgo fra i Sibillini è scosso da una storiaccia vera, si improvvisa detective. Indagine viziata da fatto personale, un non sopito rancore. La trama gialla conta fino a un certo punto.
Ottone, maestro elementare in pensione, è un burbero solitario che abita nella piazza centrale di Castelrotto, sui monti Sibillini. Quando un uomo scompare misteriosamente, al maestro viene chiesto aiuto per spingere gli abitanti a collaborare e testimoniare. Il genere giallo di provincia ha spesso attecchito, si pensi al successo di La ragazza del lago di Andrea Molaioli, che nel 2008 andò a mietere [...] Vai alla recensione »
«Io, quando c'ho tempo, mi invento le storielle... e quelle buone me le scrivo». Così ha inizio il racconto di Ottone, maestro di paese in pensione e giornalista. Nella piccola località degli Appennini maceratesi in cui vive, tutti lo conoscono perché ha cresciuto e formato almeno due generazioni di abitanti. Ma è noto anche perché si è sempre occupato di cronaca locale, fra cui l'ondata di eroina [...] Vai alla recensione »