Anno | 2022 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Francia, Belgio, Svizzera |
Durata | 66 minuti |
Regia di | Arnaud Demuynck, Rémi Durin |
Attori | Agnès Jaoui, Arno, Tom Novembre, Igor van Dessel, Martin Spinhayer . |
Uscita | giovedì 26 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Trent Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,59 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 ottobre 2023
Un musical giocoso, in cui ogni canzone rafforza i personaggi nella loro identità. In Italia al Box Office Yuku e il fiore dell'Himalaya ha incassato 78,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un castello sorvegliato da un grosso gatto vanesio, la simpatica topolina Yuku accetta controvoglia di aiutare la mamma a recuperare cibo e adora piuttosto ascoltare con le sorelline le letture dell'amatissima nonna, che di solito accompagna con il suo ukulele. Dopo un attacco del gatto e il ferimento della nonna travolta dal crollo dei libri della biblioteca, Yuku si mette in viaggio per raccogliere il magico fiore dell'Himalaya, che si nutre di luce pura, e salvare così la nonna dall'oscurità eterna. Yuku ripercorre così i passi della sua storia preferita e vive un'avventura irta di ostacoli e pericoli, durante la quale è aiutata dagli animali incontrati per strada e dalla musica del suo ukulele.
Il Belgio si conferma come uno dei paesi specializzati nel cinema d'animazione, in particolare in quello pensato per un pubblico di bambini, svincolato, per fortuna, dai modelli della produzione americana.
Rémi Durin, coregista del film con Arnaud Demuynck, è il fondatore dello studio d'animazione L'Enclume Animation, da anni attivo nella produzione e nella formazione, e con questo piccolo e grazioso film ha realizzato una sorta di manifesto. Il tratto dei disegni di Yuku e il fiore dell'Himalaya è leggero e stilizzato, lontano sia dalla cupezza di racconti più complessi, sia dall'inconsistenza del digitale. Nonostante ciò, è preciso nelle ambientazioni (soprattutto nella prima parte ambientata nel castello) e tende via via sempre più all'astratto, rappresentando il viaggio fantastico di Yuku con colori netti e accesi (arancioni, blu scuro, rosso, giallo) che creano atmosfere irreali, distese eppure al tempo stesso movimentate.
Ovviamente il film è costruito come una parabola morale, con la topolina protagonista che per sconfiggere la morte - identificata dalla piccola Yuku e dalle sorelline con l'oscurità sottoterra - va in cerca di un tesoro (un fiore) che al contrario si nutre solo di luce, secondo un'opposizione basilare ma indubbiamente efficace (da qui il contrasto tra l'oscurità della prima parte del film e la luminosità della seconda).
Per portare a termine il suo compito, Yuku, deve superare ostacoli, trappole e valichi (in senso letterale, come "il ponticello della paura" di cui è guardiano il lupo) e per farlo può contare sia sull'aiuto degli altri, e cioè dei compagni incontrati per strada (una coniglietta balbuziente, uno scoiattolo, un corvo, una volpe), sia sul proprio talento, vale a dire la musica e il canto, con i quali riesce anche ad ammansire il gatto e il lupo.
La cosa interessante di Yuku e il fiore dell'Himalaya è proprio la sua semplicità (anche narrativa, con un percorso sostanzialmente di andata e ritorno), con i vari personaggi investiti di un valore simbolico evidente, ma mai appesantiti da proclami o prediche, o peggio ancora smitizzati nel loro valore narrativo dall'ironia e dalla disillusione tipiche dell'animazione americana, da troppo tempo al servizio di proclami a buon mercato.
Yuku e il fiore dell'Himalaya è un film ingenuo come i piccoli spettatori a cui è rivolto. E la sua lezione, buona e giusta e nemmeno così scontata, è soprattutto un monito a non cedere all'ansia, malattia dilagante del mondo in cui viviamo: «Accetta il giorno», dice la canzone guida del film, cantata una prima volta da Yuku e dalla volpe e poi nel finale da tutti i topolini. «Prendi questo giorno che ride e canta e lascia da parte il domani. Perché conoscere il proprio destino se questo giorno splende?».
Proponetelo ai pargoli al posto dei Me contro Te: si divertiranno, e pure voi. Il Messaggio educativo arriva forte e chiaro, ma, per una volta, non soffoca il film, gli autori liberano la fantasia e i disegni non realistici hanno personalità. La topina Yuku ama ascoltare le storie della nonna e suonare l'ukulele, con cui tiene a bada il gattaccio sensibile al ritmo.
Armocromia per l'anima, incanto universale. Ognuno può trovare la propria serenità nei colori di «Yuku», che si tratti di riconoscersi nelle tinte pastello delle vivaci tavole d'animazione oppure nelle sfumature più metaforiche delle scelte cromatiche, correlate a emozioni interiori. La protagonista è un'esuberante topolina, molto affezionata alla propria nonna.
Dove abbiamo visto l'ultima volta un ukulele? Tra le mani di Marilyn Monroe, che suona con l'orchestrina "Susy e le sue dame del ritmo" in "A qualcuno piace caldo". Nel corto animato della Pixar (già un po' in decadenza) che raccontava la storia d'amore tra i vulcani Uku e Lele, lui emerso e lei non ancora. In questo bellissimo e musicale film d'animazione, la topolina Yuku suona l'ukulele usandolo [...] Vai alla recensione »
La topolina Yuku va alla ricerca del fiore dell'Himalaya per salvare la nonna. Accompagnata dal suo ukulele, affronta i pericoli con astuzia. Una favola animata tradizionale che adotta la parabola del viaggio dell'eroe. La semplicità è alla base di questo film dai tratti delicati color pastello, pensato per i più piccoli e capace di coinvolgere e commuovere i più grandi.
Yuku e il fiore dell'Himalaya è stato presentato al Locarno Film Festival e all'Annecy International Animation Film Festival ed è una divertente opera d'animazione, colorata avventura musicale. Tra le mura di un castello vive, tra i libri di una biblioteca, con la mamma, la nonna e tanti fratellini, la piccola topolina Yuku. La passione per le storie e per la musica la aiuteranno nell'avventurosa ricerca [...] Vai alla recensione »
Se è vero che crescere vuol dire fare i conti con la propria storia, raccogliere un'eredità e diventare testimoni di un sapere generato da un vedere e da un attraversare, allora Yuku e il fiore dell'Himalaya, grazioso film d'animazione della coppia Arnaud Demuynck e Rémi Durin, è una bella favola che rispetta i canoni del racconto di formazione, rielaborando la lezione impartita da Campbell sul mito. [...] Vai alla recensione »
«Le storie non ti aiuteranno a trovare cibo» dice la mamma di Yuku, topolina suonatrice di ukulele che accompagna i racconti della nonna. Per salvarle la vita si avventura alla ricerca di un fiore speciale. Elementare nel senso di chiarezza e purezza, coinvolge i sensi di adulti e bambini per il suo disegno «musicale», quieto e curato. Pedagogia tradizionale nella peripezia dell'animaletto, ma in forma [...] Vai alla recensione »
Dopo 15 anni al lavoro su diversi fronti, tra cortometraggi, produzioni altrui e accademie di animazione, la coppia formata dai sodali Arnaud Demuynck e Rémi Durin esordisce con un lungometraggio dalla forte anima pedagogica. Presentato nei principali festival di settore e non, da Annecy a Locarno, il film narra le avventure di una topolina alle prese con un viaggio finalizzato a recuperare un fiore [...] Vai alla recensione »
Yuku abita i sotterranei di un castello con la sua foltissima famiglia matriarcale: i topolini vivono tra enormi biblioteche a muro ricolme di libri. Mentre il protagonista se la spassa e danza con una selva di sorcini, fratelli e sorelle, la nonna, però, si appresta a spirare. Con lei Yuku ha instaurato un legame profondo, simbiotico, e non si rassegna alla morte.