Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Macedonia |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Teona Strugar Mitevska |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 settembre 2023
Un film che si chiede cosa fare quando sai che ti rimangono 21 giorni di vita.
CONSIGLIATO SÌ
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Ventuno giorni che scorrono come un countdown in quel di Skopje, in Macedonia, dove la regista Teona Strugar Mitevska tiene un diario intimo delle sue riflessioni sulla morte, sui sogni e sulla vita, con tutti i suoi rimpianti e le sue riflessioni. Era il 2019 quando la regista macedone Teona Strugar Mitevska conosceva il maggior successo della sua carriera con Dio è donna e si chiama Petrunya, ben recepito sia dal circuito festivaliero che dal pubblico più disparato.
Poi vennero gli anni della pandemia, e con questo piccolo film interamente oggetto d'analisi personale la regista (che nel frattempo firmerà anche L'appuntamento nel 2022) ripercorre come siano stati per lei nel momento di crisi più acuta.
Realizzato con mezzi modesti nell'isolamento dell'ambiente domestico (ma per fortuna di Mitevska con accesso alla natura circostante), il film è spartano ma non sciatto, e anzi dà sfogo a una certa ricerca formale nelle inquadrature a partire dall'incipit, che introduce il motivo ricorrente di blocchi di testo senza spaziatura né punteggiatura a dialogare idealmente con il corpo in primo piano. E il corpo sullo schermo c'è, mostrato con assenza di pudore e interrogato da tutti i punti di vista - il corpo è qui un'entità sessuale, organismo fragile e a rischio, oggetto dello sguardo altrui, nonché strumento creativo, come dimostrato ad esempio in una buffa danza che ha per unico spettatore il cane di famiglia. A più riprese la franchezza di Mitevska nel mettersi a nudo fisicamente ed emotivamente lascia stupefatti, intrisa com'è di un certo sconvolgimento sentimentale dovuto all'idea della morte, del cambiamento, e ovviamente dell'incertezza da isolamento pandemico.
Questa è la componente più ostica dell'opera, forse venuta alla luce tardi (seppur comprensibilmente) in un momento in cui la coscienza collettiva è alle prese con un rigetto verso questo sotto-genere, così inestricabilmente legato a un periodo che tutti vorrebbero dimenticare. C'è però abbastanza materiale - che tocca anche la famiglia della regista, presente e qua e là inclusa nelle riprese - nell'introspezione della donna per trascendere il contesto; dalla confessione dei sogni allo svelamento dei rimpianti di una vita intera, il ritratto prende una forma a tutto tondo. Aiuta anche il background di Mitevska, formatasi come attrice e nel teatro, per un risultato che sarebbe stato altrimenti impossibile per chi non abbia esperienza nel farsi oggetto dello sguardo collettivo con un simile coraggio.
Ventuno giorni che scorrono come un countdown in quel di Skopje, in Macedonia, dove la regista Teona Strugar Mitevska tiene un diario intimo delle sue riflessioni sulla morte, sui sogni e sulla vita, con tutti i suoi rimpianti e le sue riflessioni. Era il 2019 quando la regista macedone Teona Strugar Mitevska conosceva il maggior successo della sua carriera con Dio è donna e si chiama Petrunya, ben recepito sia dal circuito festivaliero che dal pubblico più disparato.
Poi vennero gli anni della pandemia, e con questo piccolo film interamente oggetto d’analisi personale la regista ripercorre come siano stati per lei nel momento di crisi più acuta. Realizzato con mezzi modesti nell’isolamento dell’ambiente domestico, il film è spartano ma non sciatto.
E a più riprese la franchezza di Mitevska nel mettersi a nudo fisicamente ed emotivamente lascia stupefatti, intrisa com’è di un certo sconvolgimento sentimentale dovuto all’idea della morte, del cambiamento, e ovviamente dell’incertezza da isolamento pandemico.
Pensavo che lentamente i film direttamente o indirettamente legati alla pandemia stessero finendo. In realtà, com'è giusto che sia, ci sono film che costituiscono risposte immediate ai traumi e film che invece hanno bisogno di più tempo per provare a fornire un'elaborazione più accurata. Peccato che il film della regista macedone Teona Strugar Mitevska intitolato 21 Days Until the End of the World [...] Vai alla recensione »