Titolo originale | Chambre 999 |
Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Lubna Playoust |
Attori | Olivier Assayas, Ali Cherri, Monia Chokri, Davy Chou, Clément Cogitore David Cronenberg, Claire Denis, Arnaud Desplechin, Audrey Diwan, Asghar Farhadi, James Gray, Agnès Jaoui, Nadav Lapid, Baz Luhrmann, Pietro Marcello, Kleber Mendonça Filho, Cristian Mungiu, Shannon Murphy (I), Lynne Ramsay, Alice Rohrwacher, Kirill Serebrennikov, Albert Serra, Paolo Sorrentino, Ninja Thyberg, Wim Wenders, Joachim Trier, Alice Winocour, Rebecca Zlotowski, Ruben Östlund, Lubna Playoust. |
Uscita | lunedì 6 maggio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | CG Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,36 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 maggio 2024
30 registi hanno risposto a quesiti sul cinema durante l'edizione del 2022 del Festival di Cannes.
CONSIGLIATO SÌ
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Lubna Playoust, sotto l'egida di Wim Wenders, compie un'operazione analoga a quella che il maestro realizzò nel 1982. Cioè ospitare in una camera d'albergo, dinanzi a una telecamera, alcuni registi presenti al Festival di Cannes ponendo loro la domanda di base: "Il cinema è un linguaggio che sta per perdersi, un'arte che sta per morire?"
La regista che nasceva nel 1982 quarant'anni dopo (con, se possibile, maggiore urgenza) pone lo stesso quesito.
Se Wenders già nel 1982 si poneva il problema di cui sopra, a distanza di quarant'anni la domanda diventa non solo urgente ma fondamentale. Questo deve essersi detta Lubna Palyoust quando ha proposto di ripetere l'esperienza. Il numero della stanza non è più quello 'satanico' ma la situazione non è meno semplice. Anzi.
La recensione non deve e non può togliere a chi legge il piacere di scoprire, vedendo il documentario, le posizioni di ognuno ma può semmai anticipare i grandi temi con un'eccezione (che comunque non toglierà il piacere di seguire le argomentazioni dei due registi che si stanno per citare). Anche se collocati a distanza piuttosto ravvicinata nell'ordine degli interventi, Wenders e Cronenberg si situano su due poli opposti. Il primo, che apre la serie, manifesta una totale disillusione nei confronti del futuro, anche prossimo, della settima arte dichiarando tutto il suo pessimismo. Da notare, tra parentesi, che, quasi a smentirsi, l'anno successivo giungerà sugli schermi della Croisette con due opere importanti come Anselm e Perfect Days. Il regista canadese invece si dichiara totalmente a disposizione delle nuove tecnologie che vede come del tutto consone al suo lavoro.
Ascoltandoli viene in mente "I barbari. Saggio sulla mutazione" di Alessandro Baricco che, pur risalendo al 2013, poneva già con chiarezza il problema: cosa fare dinanzi a modalità e atteggiamenti che sembrano sconvolgere il patrimonio culturale e sociale che davamo per acquisito ma che sono ormai diffusi in misura che potremmo definire globale? Baricco suggeriva l'impossibilità di contrapporvisi frontalmente unita ad una presa d'atto che non significa resa incondizionata ma analisi dei fenomeni e delle loro cause.
È quanto si provano a fare coloro che intervengono seduti, muovendosi o magari sorprendendoci per la scelta compiuta, che hanno accettato di entrare nella stanza e di esporre la propria visione del problema. Gli ambiti trattati sono numerosi. Si va dalla tecnologia impiegata alla distribuzione dei film e all'interrogarsi sul futuro delle stesse sale cinematografiche per poi chiedersi quanto la presenza delle piattaforme sia funzionale all'omologazione dello sguardo di spettatori che, nella lettura più negativa, giungeranno a non saper più collocare in una scala di valori quanto stanno vedendo. C'è anche chi si interroga su 'cosa' sia necessario portare sugli schermi se non si vuole che l'interesse per il cinema vada a scomparire. Sono domande che tutti coloro che amano questa forma di espressione dovrebbero porsi. Vedere Room 999 può aiutare a compiere una variegata e al contempo sintetica riflessione.
Alice Rohrwacher e Albert Serra. Joachim Trier e Paolo Sorrentino. Wim Wenders (a benedire il secondo capitolo del progetto che ideò e a perpetuare sé stesso quarant'anni dopo) e Cristian Mungiu. David Cronemberg e Asghar Farhadi. Audrey Diwan e Baz Luhrmann. Lubna Playoust - classe 1982, quando il regista di Paris Texas riuniva i colleghi nella Chambre 666 per discutere del futuro del cinema - rinchiude [...] Vai alla recensione »
Nel 1982 Wim Wenders, con Chambre 666, fece qualcosa di più che realizzare un documentario sullo stato delle cose del cinema, dando la parola a una serie di registi presenti (Fassbinder, Antonioni e Herzog tra gli altri) a quell'edizione del Festival di Cannes, dentro la camera 666, appunto , dell'Hotel Martinez. Riuscì a creare uno spazio sospeso e intimo, nel quale ogni cineasta, da Godard a Spielberg [...] Vai alla recensione »
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Chissà chi ci sarà nel 2062 a rispondere del mistero della fine del cinema. E chissà se qualcuno dovrà rispondere proprio della sua morte. O se ci si continuerà a chiedere se la Settima Arte sia o meno in coma e come perirà. E per mano di chi. Sta di fatto che l'idea dell'attrice e regista Lubna Playoust di riproporre in Chambre 999,a quarant'anni di distanza e a trenta registi, le domande fondamentali [...] Vai alla recensione »