Titolo originale | Bonnard, Pierre et Marthe |
Anno | 2023 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Francia |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Martin Provost |
Attori | Cécile De France, Vincent Macaigne, Stacy Martin, Anouk Grinberg, André Marcon Grégoire Leprince-Ringuet, Philippe Richardin, Jean-Christophe Brétigniere, Jonathan Frajenberg, Hélène Alexandridis, Peter Van den Begin, Yveline Hamon, César Domboy, Angelo Bison, Stanislas Merhar, Isabelle Andreani, Vincent Londez, Benoît Allemane, Clémentine Niewdanski, Marcel Gonzalez (II), Marie-Anne Mestre. |
Uscita | giovedì 16 maggio 2024 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,69 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 maggio 2024
Provost esplora il rapporto tra il pittore francese Pierre Bonnard e la sua compagna di una vita e musa per eccellenza, protagonista di un terzo dei suoi dipinti, Marthe de Méligny. In Italia al Box Office Ritratto di un amore ha incassato 90,8 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Pierre Bonnard trova come modella occasionale la fioraia (di un negozio di fiori finti) Marthe che gli si presenta con un cognome falso per fare una buona impressione. Da quel giorno i due, con vicende alterne, finiranno con il costruire un rapporto in cui lei diventerà per i detrattori la donna che lo ha isolato dal mondo parigino e per lui colei che sarà al centro di un terzo delle sue opere.
Pierre Bonnard è noto per essere stato un pittore che, pur inserito nel movimento impressionista, dichiarò di voler superare i colleghi nelle loro impressioni naturalistiche del colore. Era cioè un artista non disposto ad adagiarsi in una definizione immutabile ma sempre alla ricerca di nuove forme d'espressione.
Provost ci presenta Bonnard con una mano che traccia pochi, ma precisi, segni su una tela e già definisce un volto e un carattere. Quel volto e quel carattere appartengono alla modella che gli sta davanti a cui chiede di scoprire il seno e che da quel momento diventerà, ma nessuno dei due ne è ancora consapevole, la donna che ritrarrà innumerevoli volte, buona parte delle quali nuda.
I film sugli artisti sono spesso concentrati su un percorso che metta in luce genio e sregolatezza ed in essi prevalgono gli uomini. Non a caso a un certo punto Marthe chiederà a Pierre perché i nudi nei quadri sono quasi sempre femminili. "Perché i pittori sono uomini e non donne" sarà la risposta.
Provost invece trae la propria ispirazione dalla coppia e, in particolare, dal bisogno di rileggere la figura di Marthe, divenuta a un certo punto della sua vita pittrice a sua volta. Lo fa, offrendo a chi guarda una possibile linea di lettura. Il primo rapporto sessuale tra i due porta lei ad un orgasmo che ha in sé un elemento disturbante. L'ansimare non è dato solo dal piacere provato ma anche dall'asma di cui soffre. Questo diventa il segno di una vita di coppia in cui la gioia panica di una completa immersione nella natura, priva di qualsiasi barriera dettata dal pudore, con il passare degli anni si trasforma in difficoltà, in tensione. Senza però che avvenga mai un definitivo distacco.
L'arte di Pierre - Provost tornerà ad insistere sul 'farsi' delle opere di Bonnard - non può privarsi per sempre della presenza di Marthe, del suo rifiuto della vita mondana, di un corpo da fermare nel tempo anche quando non è più oggetto di desiderio e passione senza freni.
Provost riesce nello scopo di descrivere un uomo e una donna che trasformano il loro vissuto in arte e riesce anche, evitando l'aneddotica da museo delle cere che spesso inficia i biopic sugli artisti, a farci immaginare l'origine delle ninfee di Monet come l'esito di una giornata estiva e di un incontro tra amici in campagna e, ancora una volta, con una mano che sublima la realtà in arte.
Biografia di una coppia. Lui, Pierre Bonnard, pittore post-impressionista. Lei, Marthe: musa (ispirò un terzo dei quadri di Bonnard), amante, infine pittrice a sua volta. Martin Provost sta con lei, e del resto nel suo cinema le donne occupano il posto centrale. E però allo spettatore può riuscire dificile stare con un film che si compiace di una indiscutibile finezza formale - le inquadrature che [...] Vai alla recensione »
Alla sua modella che gli chiede perché nei dipinti ci sono solo donne, il pittore risponde che la ragione sta nel fatto che i pittori sono uomini. Lei è Marthe de Méligny, modella prediletta del pittore Pierre Bonnard, che visse tra fine '800 e prima metà del '900, che fece parte del gruppo dei Nabis, frequentò pittori come Monet, Degas e Renoir, studiò le opere di Van Gogh e di Toulouse-Lautrec avendo [...] Vai alla recensione »
Un sentimento controverso ma profondissimo ha unito per cinquant'anni l'impressionista Pierre Bonnard e Maria Boursin, meglio nota come Marthe de Méligny, sua musa dall'ultimo decennio del XIX secolo e (più tardi) anche sua moglie. O, quantomeno, così ce lo presenta, in «Ritratto di un amore», Martin Provost, cineasta francese specializzato in biopic e personaggi femminili poco canonici («Séraphine», [...] Vai alla recensione »
Il film ci racconta che dietro l'opera di Pierre Bonnard (Vincent Macaigne), il geniale colorista del movimento nabi, c'è anche Marthe, il suo amore, la sua musa, la sua ombra dolorosa e anche sua collega quando, devastata dall'ennesima infedeltà, decide di affogare i suoi dispiaceri nella pittura. Attraverso di lei, il regista di Séraphine racconta ancora una volta la vicenda di un'autodidatta che [...] Vai alla recensione »
L'incontro tra il pittore Pierre Bonnard (Vincent Macaigne) e la misteriosa Marthe de Méligny (Cécile de France), che acconsente a fargli da modella, è fatale da subito. Anche se l'artista più noto è Bonnard, Provost indulge a una costante della sua cinematografia: il ritratto femminile tracciato attraverso lo spettro dell'arte. E in effetti è inevitabile il collegamento tra Marthe che scopre tardi [...] Vai alla recensione »
Nel corso dei decenni il cinema ha raccontato le vite di tanti pittori e pittrici che hanno lasciato un'impronta indelebile del loro passaggio sulla tela e nella storia dell'Arte. Nella galleria dei ritratti dipinti sul grande schermo ora figura anche quello di Pierre Bonnard, post-impressionista nel giro di Degas e Renoir. Agli ultimi cinquant'anni della vita e della carriera dell'artista francese [...] Vai alla recensione »
Andare sotto la scorza, oltre la superficie delle cose. A cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, il post-impressionismo di Paul Cézanne, Paul Gauguin, Vincent van Gogh ed Henri de Toulouse-Lautrec superava così il precedente movimento impressionista di Monet, Pissarro e Renoir, andando a scavare sempre più a fondo nella propria pittura attraverso una rinnovata libertà del colore.
Pierre Bonnard e Marthe de Meligny. Il pittore e la musa (l'amata avrebbe ispirato più di un terzo delle circa tremila tele partorite dall'artista). L'estasi dell'innamoramento, la libertà e poi le asprezze di una convivenza che segna l'arte e l'esistenza. Un legame comunque indistruttibile, che resiste a tradimenti, sviamenti, malattie, inaridimenti e fughe.