Anno | 2020 |
Genere | Noir |
Produzione | Italia |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Michelangelo Bertocchi |
Attori | Mario Italia, Dario Vergassola, Tiziano Augenti, Roberto Di Maio, Fulvio Wetzl Barbara Langella, Chiara Picariello, Rocco Baldassini, Elsa Poletto. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 aprile 2023
L'investigatore in pensione Jeff si muove tra personaggi ambigui e luoghi fatiscenti alla ricerca di una scheda di memoria dai contenuti compromettenti. In Italia al Box Office Il Testamento di Jeff ha incassato 246 .
CONSIGLIATO SÌ
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Il detective in pensione Jeff viene incaricato di un caso da un amico: deve recuperare la scheda video di una telecamera che contiene materiale compromettente. L'incarico assegnatogli gli procurerà non pochi problemi e la sua abitudine a registrare quanto gli accade non sarà a sua volta priva di conseguenze.
Michelangelo Bertocchi è un giovanissimo regista esordiente che indubbiamente merita attenzione. Se la sua carta d'identità lo inserisce nel Guinness dei primati nell'ambito degli esordi nel lungometraggio, la sua conoscenza del linguaggio cinematografico e la sua padronanza degli stilemi del genere noir lo contraddistinguono.
Sono rari nel cinema italiano degli esordi che dimostrino immediatamente che sotto c'è veramente della stoffa. La sceneggiatura funziona, gli interpreti sono adeguati ai ruoli. Le scelte di ambientazione, di illuminazione e la stessa colonna sonora (tranne forse l'utilizzo quasi stridente di una canzone) sono tutte funzionali alla narrazione.
In definitiva a Bertocchi su questi piani non manca nulla, se non l'esperienza che ci si costruisce film dopo film nel corso degli anni. Ciò che avrebbe potuto esserci per completare davvero l'operazione è una diversa collocazione ambientale e linguistica. Perché chiamare il protagonista Jeff come nella migliore delle tradizioni, conoscere a menadito ed applicare con consapevolezza tutti gli elementi di un genere che è geneticamente made in Usa e poi collocare la vicenda in Italia (addirittura con un personaggio che fischietta "Faccetta nera") con la conseguente recitazione non in inglese, crea un particolare senso di straniamento.
È come se Bertocchi si sentisse pronto per fare un film che possa avere una sua vita e credibilità per un pubblico non italiano ma non volesse osare. Ne nasce così un ibrido di qualità che ha però bisogno di una scelta di campo netta. L'Italia di oggi non è un Paese in cui ambientare noir così minuziosamente concepiti. Occorre attraversare l'Oceano oppure, come minimo, andare a Vienna. I cinefili docg che hanno collaborato con Bertocchi sanno a cosa si fa riferimento.
Ho avuto modo di vedere questo film fra novembre e dicembre, poiché è stato al festival di Salerno, e finalmente ora posso spendere due parole a proposito.Devo dire che l'ho trovato molto coinvolgente e non mi sono perso un singolo frame.Abbiamo un ottimo intreccio fra le vicende professionali e personali di Jeff che, in quanto essere umano, è portato a varcare questa sottile e pericolosissima linea...Il [...] Vai alla recensione »
«Tu sei uno che gioca a fare Marlowe» si sente dire Jeff, investigatore privato in pensione chiamato ad affrontare un ultimo caso: recuperare una scheda video con materiale compromettente. Ed è un po' questa dimensione del gioco - talvolta al confine con la parodia involontaria - a prevalere nel primo lungo del diciannovenne Michelangelo Bertocchi, allievo di Fulvio Wetzl (tra i protagonisti), che [...] Vai alla recensione »