Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Umberto Spinazzola |
Attori | Michele Di Mauro, Jerzy Stuhr, Chiara Merulla, Claudia Ferri, Riccardo Lombardo Olivia Manescalchi, Fabrizio Odetto. |
Uscita | mercoledì 15 febbraio 2023 |
Distribuzione | La Sarraz Pictures |
MYmonetro | 3,42 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 16 febbraio 2023
Una storia toccante e di riscatto che tratta tematiche universali In Italia al Box Office Non morirò di fame ha incassato 27,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
In seguito alla chiusura del proprio ristorante e a una crisi depressiva profonda, l'ex chef stellato Pier ha abbandonato la famiglia ed è diventato un senzatetto. Alla morte della moglie, due anni dopo, torna a Torino e rivede la figlia adolescente Anna, trasferitasi dalla zia. Pier si sistema in una baracca del deposito edile di un amico, e girovagando per le vie della città conosce l'anziano clochard di nome Granata che lo aiuterà a riscoprire il suo talento. Scavando nella realtà dello spreco alimentare, Pier riuscirà a superare i traumi passati, ritrovando la passione per la cucina e riallacciando il rapporto con sua figlia.
Il rovesciamento della figura dello chef diventa uno stimolo per riflettere sulle contraddizioni del sistema di consumo alimentare, ma il film non riesce a elevarsi da una piattezza di fondo.
L'idea di prendere la figura dello chef, tra le più in voga negli ultimi tempi (meglio se stellato), e farla precipitare in fondo alla scala sociale, è senza dubbio un interessante spunto di partenza. Tanto più se questa operazione è diretta dal regista prettamente televisivo Umberto Spinazzola, il cui nome è legato proprio ai principali programmi di food entertainment, in particolare al successo di Masterchef Italia. In effetti, la mano abile del regista si nota più che altro nei primissimi piani sul cibo e gli ingredienti e nelle inquadrature strette sulle preparazioni culinarie. Quando si allarga al resto, la regia si fa invece, purtroppo, più approssimativa (ne sono un esempio le ripetute dissolvenze nella luce bianca per introdurre i flashback che raccontano l'esaurimento emotivo e il crollo nervoso del protagonista).
Non morirò di fame è un film basato su un cortocircuito del sistema che inizialmente incuriosisce: un top chef caduto dalle stelle (Michelin) alle stalle, capace però non solo di sopravvivere ma anche di mangiare bene, cucinando gli avanzi raccolti dall'immondizia, dai ristoranti, da mercatini e supermercati. Pier non raccatta il cibo buttato via, ma lo recupera. E attraverso il recupero degli sprechi riesce a non sprecare il suo talento in cucina. In un certo senso, il clochard ed ex falsario Granata è un personaggio speculare rispetto al protagonista: mentre il primo riproduceva copie di famosi dipinti spacciandole per originali, il secondo riprende gli scarti di cibo per trasformarli in piatti squisitamente autentici.
Il film di Spinazzola evidenzia le storture e i paradossi legati agli sprechi alimentari (può davvero considerarsi illegale rubare avanzi di cibo di un supermarket destinati alla spazzatura?), ma nel farlo insiste troppo sull'intento moralistico. Nel soggetto del film c'erano i presupposti per mescolare sapientemente commedia e dramma; e invece, non solo ciò non avviene ma non si percorre con decisione nemmeno una delle due strade, né la commedia né il dramma, in una messinscena priva di guizzi.
Non bastano a risollevare la narrazione dalla monotonia il pur bravo Michele Di Mauro (tra i protagonisti di Call My Agent - Italia), che lavora per sottrazione interpretando Pier, o il carisma di Jerzy Stuhr (tra i maggiori attori del cinema polacco, noto per le sue collaborazioni con Andrzej Wajda, Krysztof Zanussi e soprattutto Krysztof Kieslowski, e in Italia con Nanni Moretti) nei panni di Granata.
La storia di Pier mostra come anche con poco si possano realizzare ottimi piatti. Peccato che lo stesso discorso non si possa applicare pure al film.
Ho visto il film al cinema 2giardini di Torino: sala piena, pubblico attento e concentrato, risate nei momenti salienti di commedia, facce soddisfatte e discussioni sullo spreco alimentare a destra e a manca uscendo dal cinema. Direi che questo film fa centro! La sottile poesia che accompagna tutto il film dall'inizio alla fine, dalla condizione di homeless solitario alla riconciliazione con sé stesso, [...] Vai alla recensione »
Mi è piaciuto moltissimo. Bravissimi gli attori e bravissima la regia! Molto ben trattato il tema dello spreco alimentare, bella la fotografia! Uno dei film che consiglio di guardare assolutamente. Bravi!
Ho visto il film e l'ho trovato delizioso: un film che racconta una storia di sprechi e rinascite facendo riflettere, piangere e ridere, accompagnando lo spettatore in un'alternanza di situazioni senza mai scadere nel banale. Immagini ricercate dal sapore "non italiano", bravissimi attori e una regia brillante e garbata.
Il mio voto riflette il rapporto qualità/ budget, non sarà ricordato nella storia del cinema, ma il film è Gradevolissimo , ben recitato , con un ritmo apprezzabile,con una buona fotografia e una particolare maestria nel riprendere le scene di preparazione del cibo ( quasi un Bob Noto cinematografico) Non seguendo le trasmissio [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film e l'ho trovato delizioso: un film che racconta una storia di sprechi e rinascite facendo riflettere, piangere e ridere, accompagnando lo spettatore in un'alternanza di situazioni senza mai scadere nel banale.Immagini ricercate dal sapore "non italiano", bravissimi attori e una regia brillante e garbata.
È un cinema semplice, lineare, autentico quello di Umberto Spinazzola, che 14 anni dopo L'ultimo crodino imbastisce con Non morirò di fame (scritto insieme ad Alessia Rotondo) una storia contemporanea attenta ad alcune questioni ambientali come, per esempio, lo spreco alimentare. Spinazzola - che tra l'altro è il regista dei programmi tv Masterchef Italia e Hell's Kitchen - lo affronta attraverso le [...] Vai alla recensione »