Le relazioni pericolose

Film 2022 | Drammatico

Regia di Oliver Blackburn, Leonora Lonsdale. Una serie con Alice Englert, Nicholas Denton, Kosar Ali, Nathanael Saleh, Fisayo Akinade. Cast completo Titolo originale: Dangerous Liaisons. Genere Drammatico 2022, Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 gennaio 2023

Adattamento televisivo del romanzo omonimo scritto da Pierre Choderlos de Laclos.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
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Un'opera di ammodernamento già vista altre volte. Ma ci si può anche divertire.
Recensione di Roberto Manassero
mercoledì 4 gennaio 2023
Recensione di Roberto Manassero
mercoledì 4 gennaio 2023

Il racconto degli eventi che precedono "Le relazioni pericolose", romanzo epistolare settecentesco in cui due esponenti della nobiltà francese, il conte di Valmont e la marchesa di Merteuil, seducono e rovinano la reputazione di una giovane e casta nobildonna. Da giovani, Pascal Valmont, nobile impoverito e rimasto senza titolo, e Camille, prostituta al servizio di Madame Jericho, sono amanti e cominciano la loro scalata alla corte francese ricattando le donne che lui seduce e gli uomini che lei ha come clienti. Camille ama follemente Pascal, ma, gelosa delle sue amanti, seguendo i consigli della cameriera Victoire spinge l'uomo a mostrarle la corrispondenza dell'anziana marchesa Geneviene de Merteuil, usandola per creare una preziosa relazione...

Una trasposizione televisiva, creata da Harriet Warner per Starz, che prova a ritrovare la spirito dissacrante della versione del 1988 di Frears inventando un improbabile prequel.

Grazie al successo della trasposizione hollywoodiana del 1988, la trama di "Le relazioni pericolose" è così nota che questa serie in otto episodi può divertirsi a variarne gli eventi - anticipandoli e preparandoli - e a lavorare sui protagonisti Pascal Valmont e la Marchesa di Merteuill come se fossero figure mitiche, trasformate in maschere di cattiveria sublime dalla bravura e dal fascino perversi di John Malkovich e Glenn Close.

Il film di Frears, sceneggiato da Cristopher Hampton a partire da una sua pièce che adattava Choderlos de Laclos, è un classico moderno, quasi privo dei segni del tempo (difficile dire, rivedendolo, che risalga a 34 anni fa) ed è una rappresentazione elegante e feroce di istinti, sentimenti e pulsioni puramente umani: invidia, perfidia, sesso, manipolazione, pentimento, punizione. Ha perciò gioco facile Harriet Warner a ritrovare il medesimo spirito dissacrante e aggressivo del film e a usarlo per unirsi alla nuova moda delle serie d'ambientazione storica (da Bridgerton in giù), che mettono in scena il passato come una versione schizzata, paradossale, esagerata delle presunte follie contemporanee. In questo caso, poi, la relazione che oggi non si può non definire tossica fra Camille e Pascal si apre ad abissi di sfruttamento e perversione e dà modo agli interpreti Alice Englert e Nicholas Denton (e alla straordinaria Leslie Manville di Il filo nascosto e The Crown, che qui è la povera Marchesa Geneviene de Merteuil) di sfoderare la loro aggressività da social, in posa e compiaciuta.

Niente che in realtà lo stesso Choderlos de Laclos non avesse già immaginato, soprattutto nella descrizione della perfidia della Marchesa de Merteuil, il cui scopo è unicamente quello di giudicare la malvagità di Valmont. E se Frears e Hampton hanno fatto cose sublimi (quel finale con Glenn Close che si leva il trucco resta un momento indimenticabile), a confronto con lo stile sincopato e aggressivo di questa nuova versione di "Le relazioni pericolose" acquisiscono valore anche la sventurata versione che Milos Forman e Jean-Claude Carrière realizzarono nel 1989 (Valmont, con Annette Bening, Colin Firth e Meg Tilly) e addirittura l'aggiornamento in chiave teen Cruel Intentions - Prima regola non innamorarsi, il cui erotismo oggi sarebbe impensabile.

La trasgressione della serie sta semplicemente nel tono plastico, nelle battute al vetriolo, nell'arroganza di questi nobili la cui decadenza sa di puro divertissement innocuo. Per non citare poi che film come Marie Antoinette o La favorita hanno già fatto egregiamente quello che serie furbette come The Great pensano di poter fare mostrando una regina fare il dito medio...

Insomma, a guardare questa nuova versione di "Le relazioni pericolose", che riprende inutilmente un'opera di ammodernamento già vista un'infinità di volte, ci si può anche divertire, perché dentro c'è di tutto - ricatti, cadaveri, torture, lettere anonime, scontri tra vecchio e nuovo mondo, decadenza e marciume (nell'episodio 6 viene raccontato lo shock di Valmont per la deriva feroce della sua amante, e qualche effetto lo fa) - ma non si troverà certo la capacità di tradurre lo spirito del Settecento in quello di questi anni Duemila. E questo perché buona parte delle serie tv prodotte oggi sono prive d'immaginazione, come del resto buona parte dei loro spettatori.

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