| Titolo originale | Star Trek: Strange New Worlds |
| Anno | 2022 |
| Genere | Azione, Avventura, Fantascienza |
| Produzione | USA |
| Regia di | Chris Fisher, Amanda Row, Andi Armaganian, Christopher J. Byrne, Sydney Freeland, Akiva Goldsman, Leslie Hope, Rachel Leiterman, Dan Liu (II), Maja Vrvilo |
| Attori | Melissa Navia, Anson Mount, Ethan Peck, Jess Bush, Christina Chong Rebecca Romijn, Celia Rose Gooding, Babs Olusanmokun, André Dae Kim, Bruce Horak. |
| MYmonetro |
|
Condividi
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 16 agosto 2023
Spin off di Star Trek: Discovery, la serie legata al mondo ideato da Gene Roddenberry che si colloca temporalmente nel decennio precedente alla serie originale di Star Trek. La serie ha ottenuto 2 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a Critics Choice Super,
|
CONSIGLIATO N.D.
|
Una serie basata sugli anni in cui il Capitano Christopher Pike ha guidato il timone della U.S.S. Enterprise. La serie ha come protagonisti i beniamini dei fan della seconda stagione di Star Trek: Discovery, Anson Mount nel ruolo del Capitano Christopher Pike, Rebecca Romijn nel ruolo di Number One e Ethan Peck nel ruolo dell'Ufficiale Scientifico Spock. La serie segue il Capitano Pike, l'Ufficiale Scientifico Spock e Number One negli anni precedenti all'imbarco del Capitano Kirk sull'U.S.S. Enterprise, mentre esplorano nuovi mondi nella galassia.
Una stagione attenta ad approfondire i singoli personaggi attraverso audaci divagazioni di genere
Recensione
di Emanuele Sacchi
I viaggi dell'equipaggio dell'Enterprise, guidata dal Comandante Pike, conducono all'esplorazione di mondi nuovi e sempre più strani. Tra questi un pianeta in cui entità aliene ricombinano il materiale genetico del tenente Spock e uno in cui un portale permette a uomini di un equipaggio futuro della Federazione di approdare sull'Enterprise. Intanto Una Chin-Riley è processata per aver nascosto la sua natura di illyriana e incombono le minacce ricorrenti dei Klingon, pronti a rompere la tregua con la Federazione Interstellare, e dei Gorn.
Dopo una stagione che ha sorpreso anche i più ottimisti, riuscendo a rivitalizzare la saga di Star Trek con un omaggio nostalgico alla serie originaria di Kirk e Spock, le aspettative per la seconda di Strange New Worlds erano elevatissime.
Lo sforzo degli sceneggiatori è stato quello di consolidare il livello di affezione verso vecchi e nuovi personaggi, dedicando ogni episodio all'approfondimento psicologico di un singolo membro dell'Enterprise o a curiose divagazioni presso generi inaspettati. In Tutti onorati scienziati Jonathan Frakes mette in scena un ibrido tra animazione e live action, con la prima utile a rappresentare un remoto futuro in cui l'Enterprise è ormai un mito per i membri dell'Accademia e la seconda il presente, in cui si trova il viaggiatore del tempo Boimler, ingegnere nerd che si trova a contatto con i propri idoli.
Ancora più audace Rapsodia subspaziale, in cui un curioso espediente narrativo spinge i membri dell'Enterprise a cantare e ballare per comunicare, generando così il primo episodio musical di sempre di Star Trek. Ottimo per evidenziare le doti di performance da showman di parte del cast e per dipanare alcune matasse sentimentali, in perfetto stile space opera come da tradizione trekkiana.
Divagazioni gustose mentre la trama principale prosegue: messi in disparte i presagi di sventura di Pike, i momenti action contro Klingon e Gorn sono rari ma efficaci. Il nemico principale di Strange New Worlds si conferma la minaccia dei Gorn, crudeli e dalle sembianze di rettile, solo accennati nella serie originaria ma poi sviluppati sulla falsariga delle creature xenomorfe della saga di Alien. A loro è dedicato l'ultimo episodio - Egemonia - che introduce a una vecchia conoscenza dei fan e si chiude su un cliffhanger che sarà risolto nella terza e ormai certa stagione.
La precisa volontà di Akiva Goldsman e Henry Alonso Myers di preservare lo spirito della serie classica anni '60 è perseguita con successo proprio disperdendosi nelle digressioni romance e diffondendo un messaggio subliminale di pace e di accettazione delle differenze etniche e comportamentali, come era tipico dell'utopia di Gene Roddenberry.
Se spingere lo spettatore ad affezionarsi alle controparti giovani di Spock e Uhura è un compito agevole, non lo è altrettanto farlo verso La'an o Una e per riuscirsi gli sceneggiatori si sono affidati a un rispetto sacrale per la storia di Star Trek, apprezzato dai fan. Ma non si tratta di mero fan service, bensì di una attualizzazione di un canovaccio che era già proiettato in avanti rispetto alla propria epoca, sia sul piano filosofico che politico, a cui apportare un restauro più che una indesiderata rivoluzione. Solo così era possibile rivitalizzare il fascino da playboy di James Kirk o la schizofrenia, in difficoltoso equilibrio tra le due anime conflittuali umana e vulcaniana, di Spock.
I momenti memorabili non mancano, per gli adepti di lungo corso come per i novizi, e sembrano destinare ancora lunga vita e prosperità all'universo di Star Trek.
Un viaggio nel passato che insegna ad affrontare un futuro ignoto e pericoloso
Recensione
di Emanuele Sacchi
Il capitano Christopher Pike ha avuto una visione del proprio tragico destino: tra dieci anni rimarrà mutilato e orribilmente sfigurato in seguito a una contaminazione radioattiva. È quindi restio a tornare sul ponte di comando della USS Enterprise, ma infine si convince a compiere il proprio dovere. Accanto al Primo Ufficiale Una e all'ufficiale scientifico Spock, Pike conosce nuovi membri dell'equipaggio, tra cui Uhura, specializzata nelle comunicazioni.
A deludere principalmente i fan di Star Trek nelle ultime stagioni di Discovery e Picard è stato il disperato tentativo di introdurre elementi innovativi nella serie, mettendo alla prova una flessibilità narrativa che in Star Trek si è sempre rivelata a dir poco ostica da gestire.
Strange New Worlds mette in chiaro le cose in breve tempo: siamo in Star Trek, nel mondo classico del franchise, con un capitano astuto e coraggioso, attento alla diplomazia e consapevole del proprio charme, e un equipaggio impeccabile, con diversi volti noti. Lo spirito originario della serie creata nel 1964 da Gene Roddenberry permea ogni istante di Strange New Worlds: l'attitudine da pionieri; la sagacia di Ulisse, eroe smarrito tra civiltà sconosciute; gli scherzi del Fato e del Tempo. Non è una resa, né mera retromania.
È solo consapevolezza che quella soluzione, concepita quasi 60 anni prima, può ancora funzionare, in un mondo angosciato e disturbato da preoccupazioni e tensioni fin troppo simili a quelle di allora. La dichiarazione programmatica sta già nel titolo, Strange New Worlds, estratto dall'indimenticabile motto del franchise, ripetuto incessantemente durante la sigla di ogni episodio.
Torna così quella curiosità di aspettarsi l'inaspettato e la consapevolezza di poter interagire con esso avvalendosi delle arti della diplomazia e della lezione di errori compiuti in passato dall'umanità, terza guerra mondiale inclusa (un argomento che non avremmo mai pensato potesse tornare "attuale").
Benché nato come spin-off di Discovery, di cui riprende alcuni personaggi, Strange New Worlds ha un intento chiaramente differente e un protagonista dal fato segnato, su cui costruire un copione affascinante. Quel che di Pike conosciamo da sempre, ossia dall'episodio L'ammutinamento della serie classica (che riprendeva immagini di Lo zoo di Talos, pilot originario che prevedeva Pike al posto di Kirk come protagonista della serie), è il suo tragico destino. Akiva Goldsman e gli sceneggiatori introducono in Pike un elemento di consapevolezza della propria sorte - tra dieci anni, proprio come il viaggio di Ulisse prima di ritornare a Itaca - che fa di lui un fatalista, tentato di cambiare il corso del tempo ma costantemente riportato sulla retta via dagli impatti che provocherebbe una nuova timeline.
Fondamentale in questo senso l'episodio conclusivo della prima stagione, che tra vari paradossi temporali include un curioso reenactement di La navicella invisibile della prima stagione classica, con il primo scontro tra la Federazione e l'Impero Romulano. Rispetto al Kirk che conosciamo, Pike è quindi più saggio e meno impulsivo, una presenza salda e rassicurante sul ponte di comando dell'Enterprise. Viene recuperato un nemico storico, i Gorn, ed eletto a principale pericolo della galassia, benché il ciclo vitale di questi ultimi richiami fin troppo quello di Alien, con gli umani usati come strumenti di incubazione.
Ma in un contesto così abilmente costruito, contano relativamente meno i singoli episodi, atti a delineare meglio la psicologia dei nuovi personaggi o a esplorare i turbamenti di Spock, lacerato dalla coesistenza di sangue vulcaniano e umano e quindi da logos e pathos. La prima stagione di Strange New Worlds è da vivere come un tutt'uno, un consolatorio viaggio nel passato che insegna come quella antica lezione di solidarietà e ricerca della conoscenza sia ancora la chiave giusta per affrontare un futuro ignoto e pericoloso. Per l'equipaggio dell'Enterprise come per l'umanità del XXI secolo.
Recensione di a cura della redazione
Il capitano Christopher Pike ha avuto una visione del proprio tragico destino: tra dieci anni rimarrà mutilato e orribilmente sfigurato in seguito a una contaminazione radioattiva. È quindi restio a tornare sul ponte di comando della USS Enterprise, ma infine si convince a compiere il proprio dovere. Accanto al Primo Ufficiale Una e all'ufficiale scientifico Spock, Pike conosce nuovi membri dell'equipaggio, tra cui Uhura, specializzata nelle comunicazioni.
Seguici su Facebook 
Seguici su Twitter 
Seguici su Flipboard 
Cerca 