Anno | 2022 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Francesco Miccichè, Lorenzo Rossi Espagnet |
Uscita | lunedì 24 ottobre 2022 |
Distribuzione | Altre Storie |
MYmonetro | 2,55 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 ottobre 2022
Un documentario sul gol negato a Maurizio Turone della Roma, durante un Juventus-Roma. Quell'errore arbitrale valsa alla Juve lo scudetto. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Er gol de Turone era bono ha incassato 4,9 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Maurizio "Ramon" Turone non riesce a rivedere le immagini più importanti della sua vita. Non lo fa da quarantuno anni, non l'ha mai fatto. Roberto Pruzzo diventa di fuoco se gli succede. Enrico Vanzina perde un pezzo di cuore ogni volta che incappa in quell'azione. Paolo Calabresi sprofonda nella tristezza più cupa. Domenico Marocchino invece dice che è andata come è andata. Paolo Rossi che era tutto regolare. Luca Beatrice gode ancora. Era il 10 maggio 1981, e si giocava Juventus-Roma, terzultima giornata del campionato e partita decisiva per lo scudetto - i bianconeri avevano una lunghezza di vantaggio sui giallorossi. Al 72° Bruno Conti mette una palla in mezzo all'area juventina, Pruzzo la spizza per Turone in volo infila Zoff. Il Comunale di Torino esplode, i romanisti vanno fuori di testa e l'arbitro Paolo Bergamo annulla il gol su segnalazione del guardalinee Giuliano Sancini. Ma era davvero fuorigioco?
Quel giorno è l'inizio e la conferma di tante cose, di personaggi e vicende che hanno plasmato la narrazione calcistica odierna.
Er gol de Turone era bono. Er gol de Turone era bono. Er gol de Turone era bono. Se lo ripeti tre volte davanti allo specchio, ad occhi chiusi e magari con indosso la maglia e la sciarpa della Roma, puoi risalire la spira di dolore e rammarico e rabbia che giù giù ti riporta a quel 10 maggio 1981. Ogni squadra, con la sua casta sacerdotale di tifosi, ha la propria Caporetto emotiva, l'abisso buio dentro il quale nessuno vuole guardare: l'Inter il 5 maggio 2002 (che non è più il giorno della morte di Napoleone), il Milan il 25 maggio 2005 (che non è più il giorno dell'annuncio del Programma Apollo da parte di Kennedy), la Lazio undici anni di Serie B. La Roma e i romanisti hanno quel 10 maggio 1981, che non è più il giorno in cui Amerigo Vespucci partì per il suo primo viaggio nel Nuovo Mondo, J. Edgar Hoover fu nominato direttore dell'FBI e in Giappone venne lanciato Pac-Man, no, il 10 maggio è stato, è e sarà per sempre il giorno del gol di Turone.
Lo ricordano tutti. Chi c'era allo stadio e chi no. Chi è venuto dopo e chi arriverà più avanti. Gioiscono e negano gli juventini Domenico Marocchino, Luca Beatrice e Paolo Rossi. Si deprimo e attaccano i romanisti Enrico Vanzina e Paolo Calabresi. E poi tutti gli altri: Riccardo Viola, Alberto Maldolesi, Cesare Prandelli, Roberto Pruzzo, Paulo Roberto Falcão. E, in un'epifania finale, Maurizio "Ramon" Turone. Questi sono alcuni dei nomi e delle emozioni messe in fila dai registi Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet per Er gol de Turone era bono, documentario presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2022. Quindi, il gol era buono?
Forse è come dice Enrico Vanzina: eravamo lì in ventimila, e la verità sta nel cuore di quei ventimila. E come fai a dirgli di no? Non c'è moviola, Telebeam o VAR che possano cambiare questa cosa (o avvalorarla una volta per tutte). Certo, sarebbe stato meglio il contrario, ma è il cuore di quei tifosi l'unica cosa che conta. Della gente che partiva in Lancia Delta facendosi l'Autostrada del Sole o l'Aurelia fino al nord, panino a sacco e senza dormire. Che il lunedì avrebbe saltato scuola con il permesso del padre romanista ancora più sfegatato.
Tutto era diverso - lo è sempre -, i calciatori fumavano prima dell'allenamento e si fermavano a parlare con i tifosi, imprenditori alla Dino Viola gestivano le squadre come affari di famiglia, la vittoria valeva due punti e non tre. La Serie A era, e lo sarebbe diventata ancora di più nel decennio successivo, la stella polare del calcio internazionale. Ogni cosa sembrava pulita, intima, corretta. Anche nella diversità del risultato, con gli juventini indomiti ancora una volta nella vittoria e i romanisti che da quel momento in poi intraprendono un rapporto morboso e vertiginoso con il fato avverso e lo spettro della subalternità. Che, lo confessano, juventini e romanisti, torinesi e romani, sarebbe potuto essere diverso se Sancini non avesse alzato la bandierina e Bergamo fischiato. Anche perché come sbrocca Maurizio "Ramon" Turone, rivedendo dopo quarantuno anni quelle immagini, "Venivo da dietro, mortacci tua".
Il 10 maggio 1981, al Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma. C’è in ballo lo scudetto. Al 72° minuto, quando le due squadre sono ancora 0 a 0, Maurizio Turone della Roma fa un gol di testa. L’arbitro Paolo Bergamo convalida, ma immediatamente intercetta con lo sguardo la bandierina gialla del guardalinee Sancini, decreta il fuorigioco e annulla il gol. Restano 0 a 0 e la Juve vince lo scudetto. la polemica dilaga e l’episodio è visto e rivisto alla moviola. Ferita lacerante e ancora aperta, il gol di Turone è il soggetto del documentario diretto da Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet, nel quale immagini di repertorio e accesi dibatti d’epoca si mescolano a nuove interviste e testimonianze, nelle quali scendono in campo i protagonisti, da Turone a Bergamo e Sancini, a Prandelli, Marocchino, Pruzzo, Conti, ecc., per tentare di rispondere sempre a quella domanda: ma il gol di Turone era buono?
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'Essere o non essere, questo è il dilemma', si chiedeva l'Amleto shakespeariano; per il tifoso romanista la risposta è chiarissima: il gol di Turone È buono. Anzi, era, considerato che fu annullato dall'arbitro Bergamo su indicazione del guardalinee Sancini per fuorigioco. Quarant'anni dopo quel fatidico 10 maggio 1981, i registi Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet mettono nero su bianco (anzi, [...] Vai alla recensione »
Con il VAR oggi tutto questo non succederebbe. Invece 40 anni dopo la partita Juventus-Roma del 10 maggio 1981 siamo ancora qui a parlare del gol annullato di Turone, perché nemmeno il rigore su Ronaldo si porta dietro una simile ferita (va da sé per i romanisti), non ancora rimarginata: d'altronde, quando di mezzo c'è la Juve, ogni dubbio è un conflitto e soprattutto è eterno.
Era nell'aria da tempo che "Er gol de Turone era bono", il documentario prodotto dal laziale Giannandrea Pecorelli con la sua Aurora Film (in collaborazione con RAI Cinema), presentato proprio nell'ultimo giorno della Festa del Cinema di Roma, avrebbe fatto la differenza nella sonnolenta edizione di quest'anno. Se c'è un'opera, infatti, che resterà davvero tra quelle presentate nell'eterogeneo calendario [...] Vai alla recensione »
10 maggio 1981. Allo stadio Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma, scontro scudetto tra le due formazioni. Minuto 72: cross in area di Conti, sponda di testa di Pruzzo e incornata vincente di Turone per l'1-0. La tifoseria giallorossa esplode, ma l'estasi dura solo pochi secondi; il tempo che occorre all'arbitro Paolo Bergamo per intercettare con lo sguardo la bandierina alzata dell'assistente [...] Vai alla recensione »
Nella storia ultrasecolare del gioco del calcio esistono momenti spartiacque, partite rimaste indelebili nell'immaginario collettivo (Italia-Germania 4-3 ad esempio), tragedie mai superate (Superga, l'Heysel), giocatori irripetibili (Pelé, Cruijff, Maradona), gol che hanno acquistato, con il tempo, un valore anche simbolico che va ben al di là del loro, "semplice", valore sportivo (si pensi ai due [...] Vai alla recensione »