Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Produzione | Svizzera |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Susanne Regina Meures |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 3 agosto 2022
La storia di una ragazza di 14 anni che spopola sul web. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Leoni vive in una villetta nella periferia di Berlino, ha 14 anni e 500mila follower su Instagram, che sono destinati a superare il milione nei successivi 4 anni. Ormai è così famosa che i suoi genitori hanno deciso di lasciare i rispettivi lavori per farle da manager, vogliono farla crescere sempre di più per garantirle una sicurezza economica che loro si sono dovuti sudare. Ma la vita di Leoni non è facile come potrebbe sembrare: la corsa incessante per la creazione di nuovi contenuti, le divergenze artistiche con i genitori e le critiche con cui gli hater la vessano pesano sulla sua salute mentale come macigni.
Più che un documentario Girl Gang è una fiaba moderna: è la storia di una giovane principessa con 500mila sudditi su Instagram, che vive un meraviglioso castelletto a schiera con giardino, nella periferia berlinese.
Come le migliori fiabe dei fratelli Grimm, Girl Gang fa molta paura, in particolare per la verità che vuole raccontare, e la brutalità con cui Susanne Regina Meures ci sbatte in faccia il vero volto di Leoobalys è inaudita. La regista si imbuca per quattro anni a casa Balys e il risultato è un ritratto generazionale, un affresco macabro che descrive le relazioni social, mettendone in luce la manifesta disfunzionalità. Il quadro psicologico che ne emerge è disastroso: Leoni è una ragazzina del tutto sola e subissata di pressioni da parte dei genitori, ormai appropriatisi del sogno e della vita della figlia, e da parte degli hater sempre pronti a criticarla online. Sarà proprio suo padre a chiarire un passaggio chiave: spiega con calma alle telecamere che l'improvvisa popolarità della figlia ha stravolto le loro vite in meglio, non vorrebbe mai tornare al suo vecchio lavoro e alla sua vecchia vita; l'importante è che Leoni continui così, in un loop infinito di meet and greet, adv, sponsorizzazioni, storie e post pianificati. Solo così potrà garantire una sicurezza economica per tutti e tre, l'unico sacrificio che deve fare sono gli amici, a sentire suo padre, non c'è spazio per alcuna socialità nella vita perfetta di Leoobalys. Quindi se Leoni è sola e pressata psicologicamente, allo stesso modo anche lo stato clinico in cui versano i suoi genitori non è confortante. Ci troviamo davanti a due persone che si erano ormai rassegnate a vivere una vita come tante: erano sprofondati così a fondo nella loro mediocrità da dimenticarsi perfino quali fossero i loro sogni. D'improvviso però Leoni diventa famosa e cercano di cogliere un'opportunità che non è veramente loro: quello che nasce con l'intento di essere un aiuto per permettere alla figlia di realizzare il suo sogno diventa ben presto un'operazione quasi usurpativa.
La carriera di Leoni assume dunque nelle dinamiche familiari una dimensione totalizzante, con il risultato che la povera ragazza si sente a tutti gli effetti prigioniera di sé stessa, della sua immagine, di quello che doveva essere il suo sogno. Ogni microcosmo però per essere analizzato e compreso con occhio analitico va osservato anche da lontano: ecco che qui entra in gioco Melanie, la sua fan numero uno e admin della fan page più seguita. Anche Melanie è tallonata da una solitudine endemica, vive sola con sua madre nelle innevate campagne bavaresi. Per colmare questo enorme vuoto Melanie elabora un'ossessione per Leoni, e così, per curare i contenuti della fan page passa in media 12 ore online ogni giorno. Anche qui la visione della regista si conferma interessante e puntale: cosa spinge una persona ad elaborare un rapporto di totale e morbosa interdipendenza da un'altra, quando le sue non si conoscono nemmeno? E se nella storia di Melanie c'è un certo senso un'evoluzione (dopo 3 anni inizia ad allontanarsi dalla fan page e si fa un'amica nella vita reale), Leoni, 4 anni dopo, continua ad aumentare vertiginosamente i suoi follower, ma è sempre bloccata nel gelo della sua vita relazionale.
La storia di Leonie. influencer quattordicenne di Berlino e le sue appassionate adoratrici.
Più che un documentario Girl Gang è una fiaba moderna: è la storia di una giovane principessa con 500mila sudditi su Instagram, che vive un meraviglioso castelletto a schiera con giardino, nella periferia berlinese. Come le migliori fiabe dei fratelli Grimm, la storia fa molta paura, in particolare per la verità che vuole raccontare, e la brutalità con cui Susanne Regina Meures ci sbatte in faccia il vero volto di Leoobalys è inaudita.
La regista si imbuca per quattro anni a casa Balys e il risultato è un ritratto generazionale, un affresco macabro che descrive le relazioni social, mettendone in luce la manifesta disfunzionalità. Il quadro psicologico che ne emerge è disastroso: Leoni è una ragazzina del tutto sola e subissata di pressioni da parte dei genitori, ormai appropriatisi del sogno e della vita della figlia, e da parte degli hater sempre pronti a criticarla online.