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Ultimo aggiornamento giovedì 28 luglio 2022
Karen cerca di risolvere questioni irrosolte di uno spettrale ospedale e una notte si trova inspiegabilmente davanti alle sue porte.
CONSIGLIATO N.D.
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Influenzata dalla spettrale serie The Kingdom, la sonnambula Karen cerca delle risposte alle questioni non risolte della serie per salvare l'ospedale dal suo destino. Una notte, mentre è profondamente addormentata, Karen si aggira tra il buio delle strade e inspiegabilmente si trova di fronte all'ospedale. Il cancello del Regno si sta aprendo di nuovo...
Sono passati 25 anni, la serialità si è trasformata, eppure nel Regno di Lars, arrivato alla terza e finale stagione, il tempo sembra essersi fermato: posta una cornice metatestuale - l'ospedale come dichiarata location di una «boiata» divenuta di culto - all'interno del quadro (tarato nel repellente, familiare giallo melma) tutto è cambiato e tutto è uguale.
«Come si fa a fare una boiata come questa?», esclama un'anziana signora dai capelli grigi alla fine della seconda serie di Riget - Il Regno. Estrae il dvd e, nella sua casetta dal tetto a punta, va a dormire. Ma, prima di addormentarsi, si lega al letto con corde e legacci, dai quali si libera poco dopo, prima di dirigersi sonnambula verso il grande ospedale illuminato che sovrasta la città.
Dopo aver visionato il DVD delle due serie de Il regno, di Lars Von Trier liquidandolo in maniera tranchant con un "Ma come si fa a fare una boiata del genere?", la sonnambula Karen (Bodil Jørgensen) si reca nell'omonimo ospedale di Copenaghen spinta da uno strano richiamo soprannaturale. L'anziana donna, per curare il suo disturbo del sonno, riesce perfino a farsi ricoverare nel mitologico reparto [...] Vai alla recensione »
Non capita spesso di vedere sullo schermo una storia che inizia con una donna anziana che spegne la televisione, estrae un Dvd stizzita ed esclama più o meno: «Questa serie è proprio una boiata», riferendosi al prequel di ciò che non l'anziana donna, ma lo spettatore in carne e ossa si accinge a guardare proprio in quell'istante con spasmodica curiosità e devozione.
A Venezia è assente dal 2014, quando presentò fuori concorso «Nynphomaniac vol. 2». Sul piano fisico, Lars Von Trier mancherà anche stavolta, disponibile solo in collegamento video. Ma è un altro Von Trier rispetto al passato, quello che si palesa via zoom per la stampa: più affabile, lontano dall'aggressività polemica di passate incursioni festivaliere (più sulla Croisette, in realtà, che non al Lido); [...] Vai alla recensione »
Tra le visioni più attese dell'appena iniziata Mostra del Cinema di Venezia 2022 c'era sicuramente quella, fluviale, di questa The Kingdom Exodus, attesissima terza parte della serie creata nel 1994 da Lars Von Trier. Una visione che arriva contestualmente alla rivelazione del regista di essere malato di Parkinson, col conseguente, comprensibile ridimensionamento delle attività stampa nell'ambito della [...] Vai alla recensione »
"Ma come si può fare una boiata del genere?": con queste parole Karen (Bodil Jørgensen) spegne la tv dopo aver visto il delirante finale aperto della seconda stagione di The Kingdom (1997), frutto della mente "di quello svitato di Trier" come si dirà poi, nella prima sequenza di The Kingdom Exodus presentato integralmente (5 puntate di circa un'ora l'una) Fuori Concorso a Venezia.