Titolo originale | Shab, Dakheli, Divar |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Iran |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Vahid Jalilvand |
Attori | Navid Mohammadzadeh, Dayana Habibi, Amir Aghaee, Saeed Dakh, Danial Kheirikhah Alireza Kamali. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | 3,19 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 8 settembre 2022
Un uomo cieco perde le sue certezze quando incontra una donna.
CONSIGLIATO SÌ
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Iran. Ali è un ipovedente grave che sta cercando di suicidarsi quando il custode dello stabile giunge alla sua porta per avvisarlo che si sta cercando nello stesso una donna che si ritiene sia responsabile della morte di un agente della polizia. In effetti Leila ha trovato rifugio nel suo appartamento e, quando lui la scopre, decide subito di aiutarla. Anche se le pressioni da parte di chi sta con il Potere non mancheranno.
Dall'Iran arriva un film di denuncia che costruisce il proprio assunto sul ricordo e sul desiderio.
Raramente la fonte di ispirazione di un film necessita di citazione come in questa occasione. Vahid Jalilvand ha letto una poesia i cui versi recitano: "Immagina che il mondo dorma e che nessuna lettera arrivi a destinazione./Immagina che alcuni siano lontani o non siano mai stati in alcun luogo./Immagina che tolgano il pane dalla tavola e le parole da un libro, i fiori dagli alberi e il sorriso dalle nostre labbra/Cosa faranno ai nostri sogni?" Da qui ha preso forma il soggetto di Beyond the Wall un film che non fa concessioni al regime degli ayatollah mentre costruisce una vicenda che va oltre alla semplice denuncia per scavare nel profondo di una condizione umana ed esistenziale. Perché Ali ha una diminuzione grave della vista fisica mentre si espande quella che coinvolge lo sguardo interiore che deforma a proprio s/favore le percezioni e la memoria. Ne emerge l'immagine di un Iran come di un grande carcere al cui interno si può vivere, cercare di sopravvivere oppure operare manipolando i propri ricordi per cercare di trovare ancora una speranza in un'umanità che vada oltre i diktat imposti da chi comanda e da chi si presta ai suoi ordini. Ali si mette empaticamente dalla parte di una donna che è terrorizzata dal fatto di avere smarrito il figlioletto di quattro anni nel corso di una manifestazione operaia di rivendicazione di quattro mesi di stipendio non versati. Ali conosce bene i divieti legati alla presenza di una persona dell'altro sesso con cui non si hanno legami di parentela compresente nello stesso spazio abitativo. Se poi questa è una ricercata dalle forze dell'ordine che assediano l'edificio la situazione si fa ancora più grave. Lo spettatore viene messo di fronte ad alcune apparenti incongruenze a cui dovrà cercare di dare una motivazione che vada oltre a ciò che semplicemente appare. Il fare film oggi in Iran uscendo dagli schemi consueti non deve essere per nulla facile e quindi l'escamotage dell'immaginario può divenire utile per far sì che la lettura dei censori non sia così drastica come invece avrebbe potuto essere. Resta forte la percezione di un cinema che sente battere con violenza alle proprie porte l'imposizione del Potere. In una visione della società che si vorrebbe ipovedente e quindi incapace di 'guardare oltre', quei colpi si trasformano in un collirio che, se anche attualmente non può modificare la situazione, impedisca almeno che si trasformi in cecità conformistica e totale.
Bisogna attendere l'ultimissima inquadratura per avere la visione concreta della realtà in cui si colloca Beyond the Wall, il terzo film dell'iraniano Vahid Jalilvand che in Concorso a Venezia 79 è rimasto ingiustamente trascurato. Il dialogo tra la dimensione reale e quella metaforica della narrazione si costruisce come uno squarcio nella realtà iraniana contemporanea, nella costante tensione dell'assedio [...] Vai alla recensione »
"Immagina che il mondo dorma e che nessuna lettera arrivi a destinazione, /Immagina che alcuni siano lontani o non siano mai stati in alcun luogo, /Immagina che tolgano il pane dalla tavola e le parole da un libro, i fiori dagli alberi e il sorriso dalle nostre labbra, / Cosa faranno ai nostri sogni?". La disperazione umana di due solitudini si intreccia in questo film di Vahid Jalilvand, lievemente [...] Vai alla recensione »
Scappando da una manifestazione di protesta, una donna entra nella casa di un uomo mezzo cieco. Alcuni elementi non vengono spiegati (le lettere ricevute dal protagonista, per esempio); altri ricevono una spiegazione a posteriori, differente da quella che è stata desunta precedentemente. I piani del racconto si complicano. E se alcune scene fossero soltanto frutto dell'immaginazione del protagonista? [...] Vai alla recensione »
Già vincitore nella sezione Orizzonti con No Date, No Signature (2017) a Venezia74, Vahid Jalilvand si riconferma con Shab, Dakheli, Divar (Beyond the Wall) uno dei talenti più promettenti del nuovo cinema iraniano, nonché una voce imparziale e indipendente circa le condizioni della sua patria, divisa tra il secolarismo e la superstizione religiosa, tra gli impulsi individualisti per il cambiamento [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Vahid Jalilvand con Beyond the Wall, nella sezione del Concorso, conferma non solo le sue già collaudate qualità, ma anche un comune denominatore che caratterizza, ancora una volta, l'impianto della storia. Il percorso autoriale di Jalilvand, forse la personalità più interessante della nuova generazione di registi del post Kiarostami, è tutto passato dagli schermi del Festival di Venezia [...] Vai alla recensione »
In Oltre il muro, film iraniano di Vahid D. Divar, un cieco, in procinto di togliersi la vita, s'accorge che nel suo appartamento si nasconde una donna ricercata dalla polizia. In un progressivo mutuo soccorso i due si renderanno conto fino a che punto siano uniti dal destino. Immagini spoglie e ritmo ansiogeno non bastano a sollevare il film da un'approssimazione che non sa farsi stile.
E' invece pungente e sperimentale, sempre in competizione, il dramma iraniano Beyond the wall su incontro di sconfitti sociali in Iran: lui aspirante suicida, lei operaia dissidente. L'appartamento dell'uomo diventerà un fortino in cui difendersi dalla violenza di Stato. Da Il Messaggero, 9 settembre 2022
«Beyond the Wall» dell'iraniano Vahid Jalilvand è una «metafora concentrazionaria» dalla mirabile costruzione filmica: ruota intorno a un uomo (l'attore Navid Mohammadzadeh, da premio) divenuto cieco dopo un misterioso incidente e a una donna che, per sfuggire alla polizia, si è nascosta nel suo appartamento. Dominano violenza e sospetto, ma piccoli indizi ci fanno intuire una verità forse diversa, [...] Vai alla recensione »
Nell'altro film in Concorso, l'iraniano Vahid Jalivand con "Beyond the wall" ci porta dentro una rivolta, nella quale una donna arrestata riesce a fuggire, nel tentativo di ritrovare il figlioletto perduto, e a rifugiarsi in un appartamento di un uomo cieco, che farà di tutto per proteggerla. Se l'impatto iniziale è potente e angosciante (l'uomo cerca disperatamente di suicidarsi), il resto, sempre [...] Vai alla recensione »
Sarebbe immediato, fin troppo facile associare Beyond the Wall dell'iraniano Vahid Jalilvand al cinema di Asghar Farhadi. Una buona parte del cinema iraniano degli ultimi quindici anni, del resto, si è rapidamente trasformato in farhadiano, riproponendo incessantemente opere di vari autori in cui il fulcro narrativo è un enigma morale, dell'anima, una crepa dell'esistenza che a poco a poco si allarga [...] Vai alla recensione »
Dopo i due premi (regia e attore) ottenuti nel 2017 con il precedente Il dubbio, presentato in Orizzonti, l'iraniano Vahid Jalilvand arriva in Concorso a Venezia 79 con Shab, Dakheli, Divar, con quel compito (gravoso) di cui spesso sono investiti gli autori del medio oriente: raccontare una storia che sia in grado di coinvolgere gli spettatori ma anche - direttamente o meno - di offrire uno spaccato [...] Vai alla recensione »
Iran, interno di un bagno scalcagnato. Il cieco e sofferente Ali (Navid Mohammadzadeh) sta per suicidarsi quando le energiche bussate del portiere lo distolgono dal suo tentativo: una donna (Diana Habibi) è scappata dopo aver ucciso un poliziotto e ha trovato rifugio nel palazzo, scampando all'arresto delle forze dell'ordine. L'uomo riprende la sua routine da infermo, muovendosi a fatica all'interno [...] Vai alla recensione »