Titolo originale | Khers Nist |
Titolo internazionale | No Bears |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Iran |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Jafar Panahi |
Attori | Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobasheri, Bakhtiyar Panjeei, Reza Heydari Mina Kavani, Mina Khosrovani. |
Uscita | giovedì 6 ottobre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,94 su 32 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 ottobre 2022
La storia di due relazioni parallele che si trovano ad affrontare un periodo di difficoltà. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 3 candidature a NSFC Awards, In Italia al Box Office Gli orsi non esistono ha incassato 285 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Una strada e una coppia. Lui ha procurato per lei un passaporto falso per consentirle di espatriare ma quando la donna apprende che non partiranno insieme rifiuta di lasciarlo. Uno "Stop" ci informa del fatto che si tratta di una scena di una docufiction che Jafar Panahi sta cercando di dirigere a distanza da un villaggio in cui il segnale è estremamente precario. Ma anche la vita in quel luogo è precaria.
L'ultimo film (per prevedibili almeno sei anni) del pluripremiato regista.
Come è noto Jafar Panahi già nel 2010 aveva subito una condanna che prevedeva per venti anni l'impossibilità di girare film, espatriare ed avere contatti con i media. Di recente però, essendosi recatosi alla Procura di Teheran per avere informazioni su un altro regista detenuto, è stato arrestato e condannato a sei anni di reclusione. Questo film si propone come una sorta di (ovviamente speriamo temporaneo) punto fermo nella sua filmografia. Ancora una volta, da artista che non si piega ai diktat del potere, riesce ad eludere tutti i vincoli e a consegnarci una sua riflessione sul cinema e sulla società iraniana. Per quanto riguarda il cinema ci mostra come possa ancora essere un mezzo di denuncia a cui solo la mancanza di campo può porre degli ostacoli. Non sono più i tempi in cui il regime consegnava e controllava la quantità di pellicola utilizzata per girare un film 'autorizzato' preceduto dall'immancabile "In nome di Dio". Oggi si procede diversamente e, se necessario, per interposte persone. Ecco allora una storia d'amore così forte da chiedere di essere raccontata ma che, al contempo, finisce con il reclamare una 'verità' che anche il cinema più indipendente può faticare a cogliere nella sua essenza. Ma c'è un'altra vicenda che avviene nel villaggio e che coinvolge Panahi al punto da costringerlo ad andarsene. Muovendosi su questo doppio registro riesce non solo a raccontarci due situazioni definite nel tempo e nello spazio ma anche a ricordarci come il potere espanda i suoi tentacoli anche nei luoghi più remoti approfittando dei pregiudizi e dell'ignoranza. Resta comunque il bisogno irrefrenabile dell'artista di esprimersi con il mezzo a lui più congeniale, giocando anche sulla sospensione dell'incredulità. Lo spettatore deve pensare ad un Panahi in solitudine nel villaggio mentre invece viene ripreso con camera in movimento da qualcuno che è lì con lui. Questa però non è finzione nel senso deteriore del termine. È fare cinema di testimonianza esponendosi in prima persona ponendosi dietro e davanti alla macchina da presa non avendo il timore di firmare così la propria condanna pur di raccontare senza costrizioni servili.
GLI ORSI NON ESISTONO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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un film di di Jafar Panahi. Con Jafar Panahi, Iran 2022. Il film è una opera cinematografica , degna di entrare nella storia del cinema, come il suo regista Panahi Jafar, nato in Iran, ma intellettuale e artista, di livello mondiale.Intanto ,anche questa volta l’opera e l’autore si identificano ,come spesso accade nel cinema: Fellini, Visconti, Godard, ma nel caso di [...] Vai alla recensione »
Il film GLI ORSI NON ESISTONO (Khers Nist) di Jafar Panahi è un film sull’inquietudine, non lascia un attimo lo spettatore in pace con se stesso. Soprattutto la comunicazione, è sempre così ossequiosa, ma non sai mai dove vuole andare a parare; e la difesa ad oltranza della “tradizione” modificata ad uso e consumo da chi nelle relazioni asimmetriche è il [...] Vai alla recensione »
Il film GLI ORSI NON ESISTONO (Khers Nist) di Jafar Panahi è un film sull’inquietudine, non lascia un attimo lo spettatore in pace con se stesso. Soprattutto la comunicazione, è sempre così ossequiosa, ma non sai mai dove vuole andare a parare; e la difesa ad oltranza della “tradizione” modificata ad uso e consumo da chi nelle relazioni asimmetriche è il [...] Vai alla recensione »
Il film GLI ORSI NON ESISTONO (Khers Nist) di Jafar Panahi è un film sull’inquietudine, non lascia un attimo lo spettatore in pace con se stesso. Soprattutto la comunicazione, è sempre così ossequiosa, ma non sai mai dove vuole andare a parare; e la difesa ad oltranza della “tradizione” modificata ad uso e consumo da chi nelle relazioni asimmetriche è il [...] Vai alla recensione »
Nel minuscolo villaggio iraniano di Jabbar un abitante del luogo informa il regista Jafar Panahi (sì, proprio lui, che recita nel film interpretando se stesso) che di notte deve fare attenzione ad andare in giro, per timore degli orsi. Il regista è stato convocato dal capo villaggio a giurare sul Corano, in un'apposita sala dei giuramenti, di non essere in possesso di una foto che [...] Vai alla recensione »
Gli orsi non esistono (Khers nist) è un film del 2022 scritto e diretto da Jafar Panahi. presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia dove ha ricevuto il Premio speciale della GiuriaCome sempre guardare i film iraniani unisce alla gioia di vedere ottimi film alla possibilità di entrare in un Paese non occidentale, quasi sconosciuto, con una società diversa dalla nostra [...] Vai alla recensione »
Film che porta alla nostra attenzione le brutture che esistono in un paese non tanto lontani da noi. Il regista cosciente di quanto rischia riesce a darci questa triste realtà, in modo lineare, senza esasperare le situazioni. Sono rimasto incollato allo schermo tutto il film. Merita di essere visto e rivisto.
Forse gli orsi non esistono, ma esiste, ancora, il cinema. E che cinema! Anzi, lezione di cinema, cinema allo stato puro, distillato di cinema. Senza attori, sceneggiatura, musiche, effetti speciali, come la barca di ferro, non dovrebbe galleggiare, ma invece galleggia, oh se galleggia, anzi, vola. Questa, signori, è maestria!
Le recensioni le fanno i giornalisti. Da spettatore posso dire solo una cosa : Spettacolo da vedere punto.
E' un film che testimonia il coraggio e l'amore del regista per il suo lavoro, per la libertà e per la sua terra. il villaggio che lo ospita e che dovrebbe nasconderlo in effetti si vuole liberare di lui che teme possa portare guai per i sospetti di spionaggio e di controllo della vita dei mercanti di uomini. Tradizioni ancestrali nella vita quotidiana, nei eccanismi di comunicazione [...] Vai alla recensione »
Finalmente si ritorna al Cinema! Il grande schermo che bellezza! Certe inquadrature sembravano dipinti su tela. I silenzi, le pause, i non detti, gli sguardi dei personaggi diventano elementi che fanno del film un film d'autore. Un film diretto senza il minimo elemento superfluo e di cruda bellezza. L'intreccio delle storie rende infine molto bene la complessità del reale.
Nonostante il lavoro di Panahi non abbia mai subito flessioni qualitative, Gli Orsi Non Esistono, presentato alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia dove ha vinto il premio della giuria, si offre immediatamente Come opera maggiore del suo canone. Mentre le piazze di Teheran sono invase da donne e uomini che chiedono la fine della dittatura islamica, le immagini di Panahi si offrono come il ritratto [...] Vai alla recensione »
Si comincia oltre-confine. Il regista Jafar Panahi è seduto in un piccolo appartamento, relegato in una lingua di frontiera che separa l'Iran, suo paese d'origine e prigione politica pro tempore, dalla Turchia, terra all'interno della quale si è installato il set del suo nuovo film. Panahi dirige tutto a distanza, monitorando dallo schermo del proprio laptop le riprese effettuate dalla sua troupe in [...] Vai alla recensione »
È impossibile sfuggire alla realtà. Sembra questo il monito (o il presagio) espresso da Jafar Panahi nel suo ultimo dolente film, Gli orsi non esistono, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e vincitore del Premio speciale della giuria. Ennesimo riconoscimento internazionale per un regista che ha scelto di vivere in Iran, nonostante le difficoltà e il divieto di prendere la parola pubblicamente, [...] Vai alla recensione »
Incipit sul set del film nel film. Due fidanzati vogliono lasciare l'Iran, cercano di procurarsi i passaporti falsi. Jafar Panahi non è sul set, nel 2010 è stato condannato a non girare film per 20 anni, da allora ne ha fatti 6, tiè. Ha preso in affitto una stanza in un villaggio al confine con la Turchia, dirige le riprese via Internet. L'altra linea narrativa riguarda quel che gli accade nel villaggio. [...] Vai alla recensione »
Iran In contemporanea agli omicidi di stato di ragazze colpevoli di non portare adeguatamente il velo, arriva l'opera iraniana premiata a Venezia, firmata da Jafar Panahi, attualmente carcerato a Evin con l'accusa di propaganda contro il governo. Dove Panahi interpreta se stesso, un regista che si mette nei pasticci per aver scattato delle fotografie in un villaggio: una foto avrebbe immortalato una [...] Vai alla recensione »
«Intrappolato, senza libertà né lavoro», così dice di sé Jafar Panahi verso la fine di Gli orsi non esiston o (Khers Nist, Iran, 2022, 106'). Condannato nel 2010 a sei anni di carcere, il sessantaduenne regista iraniano è stato di nuovo arrestato l'11 luglio di quest'anno per un crimine chiamato cinema. Non lo avrebbe mai dovuto girare, questo suo film.
Gli orsi non esistono, ma esiste una linea di confine che - da sola - racchiude e sintetizza il senso dell'Iran contemporaneo. Ed è quella che nel nuovo capolavoro (perché tale è) di Jafar Panahi separa la realtà dalla finzione, la verità dalla menzogna, la parola dal silenzio, e il visibile dall'invisibile. E ancora la paura dal coraggio, e in definitiva la scelta di rimanere o lasciare la Patria. [...] Vai alla recensione »
Anni Jafar Panahi sconta le condanne del regime iraniano che oltre a privarlo della libertà gli vietano di girare film (nulla trapela della sua adesione alle proteste contro il velo, facciamo che non si trova nella situazione ideale per attirare l'attenzione). Cocciutamente, in un modo o nell'altro, riesce a lavorare. In "Gli orsi non esistono", premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, [...] Vai alla recensione »
Jafar Panahi è stato condannato lo scorso luglio a sei anni di carcere dal regime oscurantista iraniano per avere firmato una lettera pubblica contro l'arresto arbitrario del regista Mohammad Rasoulof. Ora si trova in un villaggio al confine con la Turchia, mentre da remoto segue la lavorazione di un film che la sua troupe sta girando a Teheran. Occorre ricordare che nel 2010 a Panahi era stato vietato [...] Vai alla recensione »
C'è un insegnamento in particolare, tra i tanti, che scaturisce dalla visione de Gli orsi non esistono, ultima opera di Jafar Panahi doverosamente premiata alla 79° Mostra del Cinema di Venezia: per realizzare un'opera politica in tutti i sensi possibili e immaginabili, è necessario semplicemente guardarsi attorno, mantenendo al contempo la capacità di uno sguardo "morale".
Il maggior nemico dei governi integralisti ma leggi anche assolutisti è l'autore. Colui che mette la propria arte e creatività al servizio della società civile attraverso la denuncia di repressione, reati ideologici, torti e ingiustizie. E Jafar Panahi regista iraniano di anni 61, appartiene alla categoria. Infatti a luglio è stato arrestato e condannato a sei anni di reclusione «per attività contrarie [...] Vai alla recensione »
Il regista iraniano Jafar Panahi che da anni non può uscire dal proprio Paese e non può "ufficialmente" lavorare, si è trasferito in un piccolo villaggio al confine con la Turchia da dove dirige un film a distanza. Un giorno casualmente fotografa due giovani che non avrebbero dovuto essere insieme e dal quel momento la sua vita diventa un inferno. Panahi, agli arresti da molte settimane ormai, mette [...] Vai alla recensione »
Della folla di manifestanti in piazza a Teheran e nel mondo contro la tirannia degli Ayatollah, il regista Jafar Panahi - in carcere dallo scorso luglio per «propaganda contro il regime» - è figura di riferimento per la forza artistica e morale con cui, nonostante i divieti, ha continuato a fare cinema. Un grande cinema, onusto di premi internazionali, che reca parecchio fastidio al Potere perché svela [...] Vai alla recensione »
Premiato a Venezia con il premio speciale della Giuria, "Gli orsi non esistono" ha il merito di riproporre la questione della democrazia e della crescita di un paese, come l'Iran, dove la libertà non solo è a rischio, ma ha vari gradi di limitazioni, come le recenti manifestazioni delle donne dimostrano. Gli orsi del titolo sono i pregiudizi sociali e politici e quelli più striscianti, come le antiche [...] Vai alla recensione »
Gli orsi non esistono, l'ultimo film di Jafar Panahi, ha ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia il Premio speciale della Giuria, ma il regista iraniano non ha potuto ritirarlo, perché è stato arrestato l'11 luglio scorso. La sua colpa? Aver protestato per l'arresto dei colleghi Mohamad Rasoulof (Il male non esiste) e Mostafa Al-Hamad. E non aver mai smesso di usare il cinema come arma di protesta [...] Vai alla recensione »
In seguito a una sentenza nel 2010, al celebre regista iraniano Jafar Panahi è vietato girare film per vent'anni. Eppure, come ben sappiamo, il cineasta (per fortuna) non ha avuto paura di infrangere le regole, realizzando, dalla suddetta sentenza fino a oggi, ben cinque film. Cinque film spesso realizzati nelle condizioni più impensabili (basti pensare al recente Taxi Teheran, girato, appunto, interamente [...] Vai alla recensione »
Il pluripremiato regista iraniano Jafar Panahi, finché ancora può farlo - adesso è ai domiciliari, per sei anni - fugge al confine del paese per seguire da vicino le riprese del suo nuovo film. Una coppia iraniana, bloccata in Turchia, cerca di volare a Parigi. Zara ottiene il passaporto falso, lui no. Ma lei non lo abbandona: senza l'amato mai si muoverà.
In libertà condizionata dal 2010, I'iraniano Jafar Panahi ha fatto dei film girati da remoto un arte, nonché un metodo geniale per beffare la censura, apparendovi spesso in prima persona (vedi "Taxi Teheran"). In questo "Gli orsi non esistono, laureato a Venezia con un prudente Premio speciale della Giuria, va anche oltre. Integrando in un'unica, spietata, commovente riflessione i due spazi in cui [...] Vai alla recensione »
Motto da una battuta pronunziata (più o meno) nel film e "sale della terra" di Jafar Panahi: «Non ci sono orsi qui, la nostra paura dà potere agli altri». Incipit: Siamo in una cittadina in Turchia sul mare: un uomo cerca una donna che lavora in un bar come cameriera, le dice di uscire un momento e le consegna un passaporto evidentemente rubato e falsificato, invitandola con quello a fuggire in Europa, [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film di Jafar Panahi sarebbe stata un'opera forte anche se a luglio il regista non fosse stato arrestato per l'ennesima volta. Apparentemente semplice, Gi orsi non esisto-no si trasforma un po' per volta in una complessa riflessione sul prezzo che deve pagare chi in Iran non vuole rinunciare alla sua libertà di espressione, sul divario fra tradizione e modernità, sulle differenze tra la vita [...] Vai alla recensione »
Giunto in un villaggio di confine per seguire a distanza le riprese di un nuovo film, Jafar Panahi deve fare i conti con una storia d'amore che alimenta i rancori dei residenti, e allo stesso tempo deve confrontarsi con un altro rapporto di coppia tormentato sul set. Confine come libertà ma anche costrizione, confine tra realtà e finzione a volte confuse nella stessa inquadratura, un villaggio (paese) [...] Vai alla recensione »
A oggi uno dei candidati più auspicabili per il Leone d'Oro di quest'edizione, Khers Nist (No Bears) segna il quantomai necessario ritorno di Jafar Panahi dietro la macchina da presa come anche davanti alla stessa, in un'opera dove la componente metacinematografica non si misura con un discorso teorico circa i limiti del mezzo - limiti che, nella sua personalissima maniera, Panahi ha più volte confermato [...] Vai alla recensione »
C'è qualcosa di unico, che commuove e sorprende ogni volta nella passione di Jafar Panahi per il fare-cinema: un'ostinazione la sua morale, politica, e un gesto di resistenza con cui scomporre e ricomporre la realtà, l'umano, i conflitti, i paradossi; svelare quanto si cela dietro abitudini e sguardi pigri opponendo il dubbio alla certezza, il pensiero critico alla manipolazione.
Ultimi tre film del concorso, dalla qualità decisamente eterogenea. «No Bears» (Niente orsi) di Jafar Panahi è un'opera che assume una valenza particolare alla luce della vicenda personale del cineasta iraniano, che lo interpreta in prima persona. Panahi è infatti in carcere da luglio, condannato a 6 anni di detenzione, reo di "propaganda contro il regime" perpetrata attraverso i suoi film.
Sull'assenza-presenza del regista iraniano Jafar Panahi sappiamo tutto, carcere attuale compreso. "No bears" è un film che toglie definitivamente ogni sicurezza: del vivere in un Paese governato con ostilità nei confronti di chiunque si ribelli o abbia un pensiero libero; di quello che vediamo sullo schermo, portando alle estreme conseguenze l'indistinguibilità tra realtà e finzione, anche all'interno [...] Vai alla recensione »
Volente o nolente, e decisamente suo malgrado, da diversi anni il cinema di Jafar Panahi è diventato Jafar Panahi stesso e una costante riflessione sul fare cinema. Non potrebbe essere altrimenti. Perseguitato dal regime iraniano fin dall'ormai lontano 2010, tra condanne, arresti e limitazioni di vario genere alla sua libertà di movimento, il suo si è delineato a poco a poco come un inevitabile cinema [...] Vai alla recensione »
Lo scorso 11 luglio, Jafar Panahi, presentatosi presso il pubblico ministero di Teheran che tre giorni prima aveva arrestato i registi Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, è stato a sua volta messo in stato di fermo e condannato per direttissima a sei anni di prigione. Una condanna che arriva dopo quella del 2010, quando il regista iraniano, da sempre oppositore del regime, venne anche in quel caso [...] Vai alla recensione »
Si è dovuto aspettare la penultima giornata di Venezia 79 perché quell'idea di "finestra sul mondo", fatta dichiaratamente propria dalla Mostra, trovasse la sua più compiuta ed efficace concretizzazione nel concorso principale. Grazie a No Bears (Khers nist) di Jafar Panahi, forse il vero nome chiave dell'intero Festival, se è vero, come è vero, che gli assenti, spesso, pesano più dei presenti.
Immagino che alla fine arriverà un premio tutto politico, di solidarietà, per il regista iraniano Jafar Panahi, arrestato lo scorso luglio: deve scontare sei anni di carcere comminati da un precedente condanna. Il titolo del suo nuovo film recita "Gli orsi non esistono", in sintonia con una battuta che echeggia a un certo punto: "Non ci sono orsi qui, la nostra paura dà potere agli altri".
La prima scena è in una città della Turchia, in una strada affollata. Una donna esce da un ristorante e incontra un uomo che le consegna un passaporto falso. Si tratta di una coppia iraniana, che cerca un modo di arrivare in Europa, per avere finalmente un po' di pace, dopo una vita di persecuzioni da parte del regime di Teheran. Però lui non ha ancora trovato i documenti e dice alla compagna di avviarsi [...] Vai alla recensione »
Contro l'autorità, oltre il mezzo. Leone d'oro al Lido nel 2000 con Il cerchio e Orso d'oro a Berlino nel 2015 per Taxi Teheran, arrestato a luglio dal governo iraniano e condannato a sei anni di detenzione, Jafar Panahi non è a Venezia 79, che gli ha lasciato una sedia vuota in conferenza stampa, ma parla con il suo film, No Bears, che gareggia per un altro Leone d'Oro.