Solo per passione - Letizia Battaglia Fotografa

La miniserie sulla vita di Letizia Battaglia nella Palermo del dopoguerra prende le mosse dall'episodio dell'esibizionista che le causò da parte del padre il confino tra le mura domestiche, l'educazione dalle suore e i soggiorni in orfanotrofio come ulteriori punizioni. Un animo ribelle fin dalle origini, alla ricerca di amore e comprensione per il suo desiderio di esprimersi e conoscere. A sedici anni, decide di sposarsi e diventa madre di tre figlie. Le crisi nervose dovute alla repressione e all'essere sminuita dal marito la portano ad un ricovero in Svizzera prima e ad iniziare un percorso psicoanalitico con Francesco Corrao poi. Crescerà così la consapevolezza di sé e il suo desiderio di diventare una giornalista. Inizia a collaborare per il giornale "L'Ora" di Palermo come cronista e poi fotoreporter. La seconda parte ricostruisce il suo seguire le guerre fratricide e gli omicidi illustri che hanno insanguinato Palermo; la sua brillante e impegnata crescita professionale sul piano prima sociale e poi politico accanto al compagno Franco Zecchin.

La Rai dedica una miniserie di due puntate all'importante fotografa Letizia Battaglia scomparsa lo scorso 13 aprile. Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa è un tributo molto curato che il regista Roberto Andò ha iniziato a costruire con la stessa Letizia e che ha avuto un grande successo di pubblico con uno share del 17,80% domenica 22 maggio e del 18,3% lunedì 23.

L'aspetto principale della miniserie è la cura nella ricostruzione cronologica quasi sempre lineare della vita della fotografa, nell'ambientazione storica, nella messa in scena degli scatti che poi vengono mostrati gli originali in bianco e nero. La serie tiene conto di una grande ricerca e dei lavori precedenti sulla vita di Letizia Battaglia, in primis il suo bellissimo libro "Mi prendo il mondo, ovunque sia scritto" con Sabrina Pisu e i film Shooting the mafia di Kim Longinotto e La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco.

Questa ricerca traspare anche nel lavoro degli attori, molti dei quali siciliani, tutti bravissimi attenti e preparati. In particolare la protagonista, Isabella Ragonese che è riuscita a rendere l'evoluzione del personaggio e ad assumerne le modalità, le pause, l'intensità e il peso delle parole pronunciate dalla fotografa, rendendosi credibile, senza scivolare in una copia o in una anche minima caricatura. Si sente, quindi, il sentimento di profondo rispetto e stima per la persona e il personaggio Letizia.

L'impressione è che tutto sia molto studiato per ricreare uno spaccato della sua vita privata e pubblica: le origini delle sofferenze, le ragioni che l'hanno portata ad essere quello che è stata, ma è come se poi gli mancasse quella passione tanto evocata nel titolo. Il suo pregio diviene un grande difetto per come è stato gestito. L'impressione è quella dell'esecuzione di un compito che vuole comprendere tutto e farlo bene ma che dimentica di dare un taglio particolare, la mafia o la vita privata, manca cioè quello che il redattore fa con le foto di Letizia all'inizio della sua carriera, le taglia e commenta: "Così è meglio".

La scelta di una narrazione lineare con una cronologia abbastanza stretta viene interrotta con un grande salto alla fine, dal 1994 al 2018 con Letizia che interpreta sé stessa. Alcuni periodi di vita sono approfonditi meglio di altri, il tema mafia non menziona la morte di Borsellino e il patriarcato emerso nella prima parte poi non viene approfondito. Quelli che avrebbero potuto costituire dei capitoli divengono dei blocchi disarmonici, degli sguardi ora su un tema ora sull'altro senza completarne nessuno.

Dalla linearità meticolosa e romanzata si passa in chiusa al reale e all'onirico. La fotografa in persona cattura e affascina, lei stessa risulta poetica e profonda nei suoi discorsi e le si affianca un ulteriore finale surreale. Questo, che vuole dare una lettura di ciò che è stato e ritrovare un ricongiungimento della protagonista con una parte di sé, risulta però ridondante e didascalico.

Peccato che la sensibilità e la dirompenza, gli amori e le lotte di una donna come Letizia Battaglia siano restituite allo spettatore solo come una cronistoria romanzata di una vita. 