Butterfly Vision

Film 2022 | Drammatico 107 min.

Titolo originaleBachennya Metelyka
Anno2022
GenereDrammatico
ProduzioneCroazia, Repubblica ceca, Svezia, Ucraina
Durata107 minuti
Regia diMaksim Nakonechnyi
AttoriRita Burkovska, Natalya Vorozhbit, Daria Lorenci, Lyubomyr Valivots .
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Maksim Nakonechnyi. Un film con Rita Burkovska, Natalya Vorozhbit, Daria Lorenci, Lyubomyr Valivots. Titolo originale: Bachennya Metelyka. Genere Drammatico - Croazia, Repubblica ceca, Svezia, Ucraina, 2022, durata 107 minuti. Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 26 maggio 2022

Una dura e tempestiva testimonianza dei guerrieri ucraini e delle donne che combattono per la loro integrità, la loro libertà, il loro futuro.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
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Un film importante che, non senza ambiguità, aiuta a svelare l'identità del conflitto in Ucraina.
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 26 maggio 2022
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 26 maggio 2022

Liberata in uno scambio di prigionieri fra le forze filorusse e l'esercito ucraino che combattono nel Donbass, Lilia, membro delle forze speciali ucraine, torna a casa a Kiev dal marito Tokha e della famiglia accolta come un'eroina. La scoperta pochi giorni dopo di essere incinta per vie delle ripetute violenze subite, fa crollare la sua vita interiore e il suo matrimonio. Le ferite della guerra, quelle visibili e invisibili, restano impresse nel corpo e nell'animo di Lilia, che non può far altro che assecondare il richiamo del conflitto, ormai diventato la sua unica realtà.

L'opera prima del giovane regista ucraino Maksym Nakonechnyi dimostra, se ce n'era ancora bisogno, quanto la guerra in Ucraina, per molti cominciata lo scorso 24 febbraio, in realtà va avanti da così tanto tempo da essere entrata nella quotidianità, nelle abitudini, nei corpi e nei pensieri di chi la vive dall'interno. 

In Butterfly Vision si parla di veterani, si discute a tavola delle operazioni militari, dei fronti di guerra; si vive lontani dal conflitto in una normalità sospesa sulla certezza e sull'inevitabilità del conflitto. Come molti lavori realizzati negli ultimi anni, il film, girato lo scorso autunno, è inevitabilmente fuori dal tempo, superato dall'invasione russa e dallo scoppio di una guerra estensiva. Quelle che dunque il film pone come previsioni o visione distopiche -quando Tokha parla di una "terza Maidan" non più pacifica o quando Lilia sogna il centro di Kiev (o meglio Kiyv, all'ucraina) bombardato - sono ormai diventate certezze, non più visione onirici ma Storia e tempo presente.

Come in ogni film di guerra contemporaneo, Butterfly Vision riflette sulla rappresentazione del conflitto, sulle immagini dei dispositivi militari (i droni, per l'appunto), sulla diffusione dei video sui social (che svelano, manipolano, frammentano la realtà) e sull'intromissione in una messinscena realistica di frammenti pixelate, violenti e improvvisi, a replicare i ricordi delle torture subite da Leila. La guerra è un rimosso e al tempo stesso una presenza impossibile da cancellare, con le immagini e i corpi (Leila è incinta del nemico ed è segnata dalle cicatrici delle torture) che si assumono il compito di suggerire, più che mostrare, l'indicibile.

Nakonechnyi non nasconde una certa ambiguità nel mostrare senza sfumature i battaglioni di paramilitari di cui fa parte il marito di Leila e le cui convinzioni fasciste sono alla base delle giustificazioni russe per la guerra. Fa un certo effetto, da spettatori esterni, vedere la glorificazione di uomini aggressivi e ottusi, che al grido di "Lunga alla vita all'Ucraina" e "Lunga vita agli eroi", mai messo in discussione dal racconto, intendono difendere la propria nazione.

In questo modo il film svela in realtà quanto il conflitto sia soprattutto una questione d'identità, di scontro fratricida (cosa mai del tutto sottolineata qui in Italia), ma è indubbio quanto per il regista la presenza di un nemico da combattere e odiare faccia passare in secondo piano l'impresentabilità dei propri compagni. 

Dove Butterfly Vision non tentenna è per fortuna nell'uso della messinscena come strumento per umanizzare le situazioni, laddove per l'appunto la tecnologia della guerra vede solo obiettivi e mai individui. Nakonechnyi sceglie di lasciare fuoricampo la morte, di concentrarsi sugli effetti psicologici dell'orrore, filmando il volto dell'attrice Rita Burkovska, la sua fragilità, la sua apparente indifferenza a tutto ciò che la circonda dopo essere tornata a casa. Per chi è tornato dalla guerra, in fondo, come mostrava già Atlantis, o per chi è costretto a vivere dentro la realtà della guerra (come mostrava invece Bad Roads, la cui regista Natalya Vorozhbit qui interpreta un ruolo), non esistono più una casa, una città, una nazione: esiste solamente un mondo pronto a diventare teatro di un conflitto. 

Ed è questa sinistra premonizione, superata dalla realtà ma anche per questo confermata, a fare di Butterly Vision un film comunque importante, nonostante le ambiguità da cui è attraversato.

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giovedì 26 maggio 2022
Roberto Manassero

La storia di una donna soldato ucraina in guerra prima del 2022. In Un Certain Regard. Vai all'articolo »

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