Titolo originale | Walad Min Al Janna |
Titolo internazionale | Cairo Conspiracy |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svezia |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Tarik Saleh |
Attori | Tawfeek Barhom, Fares Fares, Mehdi Dehbi, Mohammad Bakri, Makram Khoury Sherwan Haji, Yunus Albayrak, Ayman Fathy, Amr Mosad. |
Uscita | giovedì 6 aprile 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,54 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 18 marzo 2023
La morte dell'imam segna l'inizio di una battaglia per la sua successione. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, ha ottenuto 1 candidatura a Lumiere Awards, In Italia al Box Office La Cospirazione del Cairo ha incassato 194 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Adam è figlio di un pescatore analfabeta ma ha sempre amato leggere e studiare, perché a detta di suo padre è intelligente come quella madre scomparsa troppo presto. Dunque il ragazzo ottiene una borsa di studio per l'Università Al-Azhar de Il Cairo, conosciuta come "la più grande istituzione islamica". Ma poco dopo l'arrivo di Adam il Grande Imam che dirige Al-Azhar muore, e si pone il problema della sua successione. Il candidato naturale sarebbe un anziano Imam cieco di grande profondità spirituale, ma il Presidente della Repubblica egiziano gli preferisce un altro leader, più incline a mantenere la separazione fra religione e Stato. Incaricato di vigilare sulla transizione alla testa dell'ateneo per conto del governo è il Colonnello Ibrahim, ambigua figura di grande abilità strategica, che non disdegna mezzi di persuasione anche assai poco leciti. E in mezzo a questo crocevia finirà proprio Adam, come recluta innocente.
La cospirazione del Cairo è il quinto film del regista svedese di origini egiziane Tarik Saleh ed è una coproduzione internazionale interpretata da un cast proveniente da vari Paesi di lingua e cultura araba, il che consente a Saleh la giusta (e sicura) distanza nel raccontare una storia assai complessa, che non sacrifica mai la stratificazione alla spettacolarità.
Di fatto La cospirazione del Cairo è un thriller politico e una spy story, e la figura del Colonnello Ibrahim, magnificamente interpretato dall'attore libanese naturalizzato svedese Fares Fares, è degna dei personaggi di John Le Carré o Graham Greene. Ma il tema si amplia ad includere il complicato rapporto fra laicità e religione nei Paesi arabi, e vede al centro la figura di un animo puro con un problema in più, rispetto ai "tipi qualunque" gettati in circostanze difficili di altre spy story: è cresciuto in una cultura e una fede che sanciscono che "nessuno può decidere del proprio destino". Adam reagisce dunque agli eventi aggrappandosi all'unica ancora di salvezza che possiede: l'enunciazione della verità. E grazie alla sua naturale intelligenza riesce ad attraversare l'affastellarsi degli eventi con la capacità di guardare attraverso le falsità e le ipocrisie che lo circondano. Perché il film di Saleh non fa sconti a nessuno, compresi leader religiosi corrotti e politici ambiziosi e sanguinari. Diversamente da Adam il Colonnello Ibrahim, tutt'altro che un puro, è maestro nel navigare le acque pericolose che lo circondano, mescolando astuzia e opportunismo. Fares ne mostra ogni sfumatura, facendolo passare dall'insensibilità alla bonomia, dalla rassegnazione alla combattività. A centro della storia non c'è né l'Islam (e le sue radicalizzazioni) né il governo egiziano ma un Potere assoluto e metaforico che corrompe e rende gli uomini capaci delle peggiori nefandezze, in contraddizione alla loro retorica e ai loro ruoli di guide, secolari o spirituali. L'antidoto è l'istruzione, che porta a leggere "quei libri che fanno paura ai tiranni e ai re" e che non può essere indottrinamento, laico o religioso. La regia di Saleh è talvolta grezza e scolastica, ma conserva un'onestà di fondo nel mettere in scena una storia di scollinamenti morali progressivi che mettono alla prova, e a nudo, la vera natura di ogni persona e di ogni istituzione, soprattutto quelle preposte a decidere delle vite dei cittadini. La cospirazione del Cairo non fornisce facili soluzioni, anzi, invita gli spettatori a rispondere alla domanda posta ad Adam: da questa storia che cosa avete imparato?
LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO disponibile in DVD o BluRay |
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La pace sia con te, Tarik Saleh, e spero ci rimanga. Ti ritrovo volentieri, sei sempre interessante, ti scoprii innocente e serio. Oggi mi complichi la vita. Richiesto in un'intervista se per caso alludevi ad una qualche compromissione dell'Islam col malgoverno: No, hai risposto, it's a made-up story. Invenzione, fantasia, quel signore appeso alle pareti, Tutankamon.
LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO Un film di Tarik Saleh. 2022. Quando la realtà supera la fantasia. Quando la storia raccontata da un regista, impegnato nel cambiamento culturale e civile del suo paese di origine, l Egitto con gli strumenti del cinema, ovvero le immagini, i suoni e le parole e i dialoghi, allora dobbiamo riconoscere che il regista Saleh , ha compiuto [...] Vai alla recensione »
Il suo nome è Adam. È molto giovane. È figlio di un pescatore e la natura lo ha dotato di capacità intellettuali superiori. Grazie al patrocinio dell'imam locale riesce a ottenere una borsa di studio all'università musulmana Al-Azhar del Cairo, la Harvard del Corano, ottenendo la chance di potere aspirare a un brillante avanzamento sociale. Accade subito, però, un evento che lo trascinerà in un inesausto [...] Vai alla recensione »
Adam, figlio di pescatore, ottiene una borsa di studio per l'Università Al-Azar, il principale centro dell'islam sunnita. Quando il Grande Imam muore, il ragazzo diviene pedina chiave nelle trame per la successione: una partita pericolosa. Il materiale, finale posticcio a parte, è esplosivo. Fosse finito nelle mani giuste, avremmo avuto un grande thriller.
Thriller di complotti e spionaggio in moschea, meno "fiction" d'avventura di quanto si possa credere. È l'Egitto di Al Sisi, in risonanza poliziesca con Giulio Regeni e Patrick Zaki: l'assassinio di un allievo, coperto come incidente, nel collegio teorico religioso più importante dell'Islam, apre un'indagine sulle lotte per la successione del Grande Imam.
Il regista Tarik Saleh è nato in Svezia, figlio di un pescatore emigrato dall'Egitto. Dopo "Cairo confidential" sugli intrighi tra politica e polizia, voleva rifare "Il nome della rosa" di Umberto Eco. Un thriller a sfondo religioso, senza le digressioni che deliziano il lettore. Via il monastero, entra l'università di Al- azhar, capitale dell'Islam sunnita le riprese d'insieme, in bianco e rosso durante [...] Vai alla recensione »
Di famiglia egiziana ma di nazionalità svedese (come la produzione del film, girato per evidenti ragioni di censura in Turchia), Tarik Saleh continua a scavare nei lati oscuri del potere del Paese arabo. Dopo Omicidio al Cairo, dove era la corruzione a farla da padrone a tutti i livelli, qui il suo attore feticcio (libanese) Fares Fares diventa un ufficiale dei servizi di sicurezza egiziani.
Il contesto di questo thriller sinuoso e insinuante è il più anomalo che si possa immaginare: l'università islamica Al-Azhar del Cairo. Lì giunge grazie a una borsa di studio Adam, che proviene da un remoto villaggio ed è figlio di un pescatore. Subito due eventi negativi scuotono lui e la comunità: la morte improvvisa del grande imam, rettore dell'istituzione, e l'omicidio di uno studente.
Non so se l'ex writer Tarik Saleh, svedese di Stoccolma nonostante il nome (e il cuore?) dica altro, conosca la storia di Giulio Regeni o magari quella di Patrick Zaki: ma poco importa. Perché nel nuovo film del 50enne regista che si definisce un integralista del cinema (e che è stato rivelato da «Omicidio al Cairo»), ci sono entrambi: non propriamente le loro vicende, forse, ma quell'Egitto (il Paese [...] Vai alla recensione »
Dopo essersi fatto notare nel 2017 con Omicidio al Cairo, Tarik Saleh continua a esplorare i recessi della società egiziana. E anche nella Cospirazione del Cairo, gran parte del fascino è dovuto all'ambientazione. Paradossale, visto che il regista, dal 2015 non può più mettere piede in Egitto. L'umile Adam ha vinto una borsa di studio per frequentare l'università Al-Azhar, importante centro di studi [...] Vai alla recensione »
Una delle grandi trame della letteratura borghese dell'800 è il tentativo di conquista della metropoli da parte dell'eroe provinciale. Pensiamo a Lucien de Rubempré, il protagonista delle Illusioni perdute di Honoré Balzac (1843) o a Frédéric Moreau, il protagonista dell' Educazione sentimentale di Gustave Flaubert (1869), ma anche a tanti consimili casi nella letteratura inglese, russa e anche tedesca. [...] Vai alla recensione »
Sempre dal Festival di Cannes 2022 arriva anche "La cospirazione del Cairo", nuovo film di Tarik Saleh.Il soggetto iniziale è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell'Islam sunnita.La scomparsa dell'Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di [...] Vai alla recensione »
Adam, figlio di un pescatore, grazie a una borsa di studio finisce nell'islamica università Al-Azhar al Cairo. Non fa in tempo ad arrivare che muore l'imam che la dirige. Inizia una feroce battaglia alla successione, pilotata dal colonnello Ibrahim e che vedrà Adam coinvolto pesantemente. Storia certamente complessa, discretamente diretta, a metà fra thriller e spy story.
Per la volontà del padre, un umile pescatore che vede in ciò un segno del la volontà divina, Adam lascia la famiglia per raggiungere la prestigiosa università Al-Azhar del Cairo, epicentro del potere dell'Islam sunnita. Il primo giorno il Gran Imam muore all'improvviso. Contando sull'ingenuità della "matricola" il colonnello Ibrahim, della Sicurezza di Stato, impone ad Adam di diventare un suo informatore, [...] Vai alla recensione »
Ad Adam, figlio di un pescatore, viene offerto l'enorme privilegio di studiare all'Università al-Azhar del Cairo, epicentro del potere dell'islam sunnita. Poco dopo il suo arrivo in città, però, il Grande imam, massima autorità religiosa dell'università, muore improvvisamente. Presto Adam diventa una pedina in una spietata lotta di potere tra le élite religiose e politiche dell'Egitto.
Tarik Saleh sa affascinare sicuramente il pubblico occidentale attraverso il suo La cospirazione del Cairo (Boy from Heaven), ambientato nella suggestiva Al-Azhar, università islamica fondata nel X secolo D.C., che emana bellezza attraverso una delle moschee più conosciute e antiche del mondo islamico; dopo Omicidio al Cairo (2017) il regista svedese (di origini egiziane) torna a parlare dell'Egitto [...] Vai alla recensione »
«È stata la sicurezza dello stato a uccidere lo studente straniero», asserisce il colonnello Ibrahim, il mandante. Ma nessuno conoscerà mai nomi e indirizzi degli agenti assassini. L'omicidio dello studente coranico passerà ufficialmente per incidente. Un brivido. Già, siamo nell'Egitto di Abdel Fattah al-Sisi. I servizi segreti addestrano e coprono informatori ovunque, e se ne sbarazzano, se necessario. [...] Vai alla recensione »
Adam è un giovane pescatore che lascia la famiglia e il suo paese natio per andare al Cairo. Grazie a una borsa di studio potrà studiare all'Università di Al-Azhar, centro del potere dell'Islam sunnita. Durante il suo discorso di benvenuto agli studenti, il Grande Imam muore, scatenando una guerra di successione, un intrigo di potere e religione in cui si troverà suo malgrado coinvolto Adam.
Figlio di pescivendolo vince la borsa di studio: ma quando l'imam del- la prestigiosa università della capitale (Il Cairo) muore di fronte ai suoi studenti, il ragazzo - Adam: nomen omen - è travolto da una rete di corruzione, ricatti e immoralità che finirà per cambiarlo nel profon- do. Ricordate il "nocciolo" di Il maratoneta di John Schlesinger? Non pensiate sia così distante, anche "geograficamente". [...] Vai alla recensione »
C'è una faida tra religione e stato in Boy from heaven thriller ambientato nell'Università religiosa del Cairo Al-Azhar. Sembra Il nome della rosa ma al posto di Aristotele ci si ammazza per il Corano mentre la polizia di stato ha la mano di piombo (e noi italiani pensiamo a Giulio Regeni). Atmosfera intrigante per la quarta regia del più famoso graffitaro svedese d'origini egiziane Tarik Saleh.
La morte del Gran Imam spalanca le lotte interne per la successione, tra inganni, doppiogiochisti, assassini, dove a pagare come sempre è il più debole. Dal regista svedese di origine egiziana di "Omicidio al Cairo", un altro quadro intricato sulle lotte di Potere nell'Egitto di al-Sisi. Un film ovviamente politico dal ritmo sincopato del thriller, discretamente avvincente, pur privilegiando la parola [...] Vai alla recensione »
Dopo Omicidio al Cairo, Tarik Saleh torna nella capitale egiziana (almeno narrativamente) con un film di spionaggio che gioca con il genere sottraendo quasi per intero l'azione e affidando la costruzione della tensione in modo pressoché esclusivo alla parola. Saleh - dichiarata persona non grata in Egitto dopo il suo precedente film e per questo costretto a girare in Turchia - persevera nel suo intento [...] Vai alla recensione »
Per la prima volta in Concorso a Cannes, il cinquantenne Tarik Saleh con Boy from Heaven si conferma talentuoso regista e brillante sceneggiatore in grado di padroneggiare abilmente le strutture classiche dello spy movie e del thriller inserendoli in un contesto molto peculiare: la Moschea e Università islamica di Al-Azhar de Il Cairo, tra esegeti del Corano e studenti ammessi per diventare Imam.
Adam, figlio di un'umile famiglia di pescatori, lascia il suo villaggio costiero dopo essere stato ammesso all'Università Al-Azhar, il più prestigioso istituto di studi dell'Islam sunnita egiziano. Un privilegio che il padre, austero ma amorevole, ritiene conseguenza di una suprema volontà divina e al quale non riesce a opporsi. Adam si inserisce ben presto nella ragnatela di rapporti - segnati dalle [...] Vai alla recensione »
C'è un solo vero merito in Boy from Heaven, del regista svedese di origini algerine Tarik Saleh, e sta nel fuoricampo: il fantasma di Giulio Regeni. In Concorso a Cannes 75, il suo quarto lungometraggio di finzione ha per protagonista il giovane Adam (Tawfeek Barhom, non male), che da umile figlio di pescatore viene ammesso all'università al-Azhar del Cairo, culla dell'insegnamento dell'Islam sunnita [...] Vai alla recensione »
I muri bianchi, i corridoi, le stanze, le celle. Sono proprio gli spazi a rendere oppressivo Boy from Heaven, il nuovo film del regista, giornalista e produttore svedese di origine egiziana Tarik Saleh. Il protagonista Adam, figlio di un pescatore, si trasferisce a Il Cairo dove è ammesso nella prestigiosa università di Al-Azhar, centro di potere dell'Islam sunnita.