Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Sergei Loznitsa |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | 3,60 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 maggio 2022
Un film che esplora il fenomeno della distruzione di massa della popolazione civile tedesca in letteratura.
CONSIGLIATO SÌ
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Sergei Loznitsa cita esplicitamente nel titolo il libro di W.G.Sebald edito nel 1999 nel quale si descrive la distruzione sistematica delle città tedesche e quindi della popolazione civile da parte dei bombardamenti aerei delle forze alleate.
Ancora un'operazione di ricerca archivistica approfondita da parte di un regista che sa come piegare materiale più o meno di repertorio a un messaggio estremamente mirato.
Il caso e la Storia questa volta hanno voluto che il sempre accurato lavoro di Loznista finisse con l'acquisire non solo, come ormai risulta chiaro dalle sue opere precedenti, un valore di rilettura di eventi del passato più o meno recente ma di acquisirne uno ulteriore. Volendo procedere con ordine si può dire che in questa occasione, più che farci scoprire una vicenda storica in una prospettiva diversa, ci spinge a tornare a riflettere su quanto già un Maestro del Cinema ci aveva mostrato con un film cosiddetto 'di finzione' ma carico di una tragica verità. Il riferimento è ovviamente a Germania anno zero di Roberto Rossellini che aveva colto con una carica drammatica fuori dal comune la distruzione fisica e morale della Germania e del suo popolo. Loznista apre il suo film con la tranquillità della vita di campagna per poi condurci progressivamente, anche con la mediazione di una colonna di musica, suoni e rumori in crescendo, verso l'annientamento di massa. Se il generale Montgomery riesce ad essere anche divertente nel suo delineare una vittoria certa, il susseguirsi quasi ossessivo di bombardieri che scaricano ordigni il cui esito devastante viene visto prima dall'alto e poi dal basso, non lo è per nulla. Così come teso poco incline al bagno di folla sarà più avanti il volto di Winston Churchill. Fin qui rimarremmo però nel, pur pregevole, ambito della ricostruzione storica di alto livello. Il fatto però che questo film venga proposto a Cannes 75 dopo che ormai da mesi tutti i media ci hanno offerto immagini ancor più terribili di una nuova guerra in Europa finisce con l'offrire a questo documentario un ampliamento della riflessione sull'effetto tuttora devastante della guerra sulla popolazione civile. Viene alla mente l'appello, toccante nella sua semplicità, di una donna russa del Donbass che, rivolgendosi direttamente a Putin, gli chiedeva di bombardare le case degli altri e non, come era invece accaduto, la sua. Per battere il nazismo diventò necessario sterminare i tedeschi. È la logica aberrante della guerra che oggi torna a ripetersi in un contesto totalmente diverso ma apparentemente ignaro della lezione della Storia. La Russia pretende di 'liberare' il Donbass uccidendo anche i russi che vi abitano. Così come gli Alleati, per piegare Hitler, rasero al suolo molte città tedesche. Allora era una storicamente ritenuta ineluttabile necessità ma oggi?
Per l'edizione n. 42, in questo anno di (dis)grazia dove l'Ucraina e il mondo intero hanno visto un nuovo, tragico calendario iniziare il 24 febbraio, "Filmmaker" ospita a Milano per la prima volta - a inaugurare il concorso internazionale e in anteprima italiana - un film del grande regista Sergei Loznitsa, di formazione ucraina (era nato in Bielorussia), ma che da molti anni vive in Germania.
Escludendo che il cinema di Loznitsa sia solo un lavoro di scelta e di compilazione di materiali, resta da identificare il genere dentro il quale si ascrive questo notevole impegno a metà tra lo storico e il filosofico, tra l'archivistico e il filologico che il regista ucraino conduce ormai da qualche anno, scavando negli archivi europei e non, ma soprattutto restituendo senso attuale a quelle immagini [...] Vai alla recensione »
Messa così sembra azzardata, ma questo lavoro composto unicamente da filmati d'archivio, senza commento e didascalie, è oggi l'unico film di guerra ancora possibile. Se il digitale toglie concretezza alle immagini, rendendo immateriale ogni ricostruzione del passato, Loznitsa prende i bombardamenti tedeschi e alleati durante la Seconda guerra mondiale (e prima la costruzione delle armi e dopo gli spaventosi [...] Vai alla recensione »
Un piccolo miracolo è avvenuto al Festival di Cannes 2022. Un miracolo cinematografico a opera del regista e documentarista ucraino Sergei Loznitsa, solito intraprendere un minuzioso lavoro d'archivio prima della realizzazione di ogni suo film. Attraverso questo suo lavoro, testimonianze, filmati e immagini di repertorio vengono sapientemente montati l'uno con l'altro e legati semanticamente tramite [...] Vai alla recensione »
Il nastro bianco, Germania anno zero, ma anche l'abisso intellettuale del mondo contemporaneo, la medesima incapacità di rapportarsi con la realtà degli anni Trenta\Quaranta. La medesima putrida ipocrisia e retorica. The Natural History of Destruction ci racconta esattamente quello che stiamo vivendo, una replica di quello che abbiamo causato e vissuto, ricostruendo con materiale d'archivio la parabola [...] Vai alla recensione »
Ci sono immagini che non passano. Nel senso che non smettono di parlarci anche quando sembra di conoscerle, averle già viste, digerite. O immagini che raccontano storie, eventi, situazioni che crediamo di aver ben presenti e sui quali invece, grazie a loro, assumiamo un punto di vista differente. The Natural History of Destruction, il nuovo film di Sergei Loznitsa, è un caso esemplare in questo senso. [...] Vai alla recensione »
Presentato nel programma delle proiezioni speciali del festival 2022, The Natural History of Destruction, l'ultimo film di Sergei Loznitsa deriva il suo titolo dall'omonima raccolta saggi di W.G. Sebald. Ed è ispirato in particolare ai passaggi in cui lo scrittore tedesco lamenta la scarsa attenzione - una sorte di ellisse morale - che gli storici del suo paese hanno prestato per lo studio delle devastazion [...] Vai alla recensione »
Ogni volta andrebbero fatte le solite premesse sul (museo) cinema di Sergei Loznitsa. Che torna a Cannes un anno dopo il sensazionale Babi Yar. Context - ancora una volta in Special Screening - ripartendo nuovamente da una raccolta di saggi di W.G. Sebald (come accadde per Austerlitz), "On the Natural History of Destruction". Prodotto da Germania, Lituania e Paesi Bassi, The Natural History of Destruction [...] Vai alla recensione »