Anno | 2021 |
Genere | Horror |
Produzione | Filippine |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Erik Matti |
Attori | Ameera Johara, Ayeesha Cervantes, Brace Arquiza, Cheska Diaz, Chrome Prince Cosio Donna Cariaga, Jake Macapagal, Jay Valencia Glorioso, Kent Gonzales, Pam Gonzales. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,25 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 22 aprile 2022
Quattro episodi che spaziano dall'horror puro al gotico grottesco e ci portano in luoghi oscuri della natura umana che, scopriremo, può essere profondamente feroce.
CONSIGLIATO SÌ
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Il film si compone di quattro episodi. Nel primo (Siamo gli unici capaci di vedere?), una donna benestante accoglie in casa un'anziana in difficoltà per rifocillarla. L'anziana, però, si rivela come una strega vendicativa che prende possesso della casa e mette in pericolo la famiglia di chi l'ha accolta. Nel secondo (La carne è tutt'altra cosa), un uomo vive nascosto in una sorta di sotterraneo fatiscente assieme alla moglie, che tiene legata perché affetta da una indefinita malattia che l'ha resa una specie di zombie. Nel terzo (Cose che capitano), un'infermiera poco professionale e poco empatica nei confronti dei pazienti si ritrova alle prese con un'anziana ricoverata che ha tutte le intenzioni di vendicarsi. Nel quarto (Stanca di cucinare?), una donna rimasta vedova e disoccupata cerca di badare alle necessità sue e del figlioletto iniziando un business alimentare su internet. Il problema è che non sa cucinare, ma lo risolve con un particolare ingrediente segreto, che ha però degli effetti collaterali devastanti. Il cinema dell'orrore filippino vanta una solida tradizione che risale alle opere di registi significativi come Gerardo De Leon ed Eddie Romero e passa attraverso autori più recenti come Chito S. Roño che hanno saputo rinverdire gli antichi fasti.
Erik Matti, che si era fatto notare con il suo segmento nel film collettivo The ABCs of Death 2 e che vanta una carriera comunque densa e variegata, si inserisce quindi in un solco già ben tracciato e lo fa con piglio spavaldo e con la chiara intenzione di approfittare del format a episodi per variare toni e stili in modo da rendere vivace la visione.
Caratteristico è anche l'inserimento, spesso con toni ironici, di elementi che richiamano pandemia e lockdown e che danno un forte senso di attualità al film. A questo proposito è particolarmente significativo il primo episodio che proprio dal lockdown parte per mettere in scena uno strano tipo di home invasion con caratteristiche rivendicative nei confronti di una famiglia abbiente, in un inconsueto scontro di classe. Sarcastico e bizzarro, questo episodio sprizza dinamismo e vivacità ed è seguito da un secondo episodio, girato in bianco e nero, che privilegia, invece, in alternanza stilistica, toni cupi e intimisti. La situazione presentata è molto tipica - il rapporto con un congiunto zombificato e il tentativo di curarlo - senza però che si riesca a trovare il guizzo narrativo per risolverla in modo originale, appiattendosi invece su un finale dignitoso, ma scontato. Il terzo episodio presenta una decisa variazione di toni al suo interno, partendo come un asettico horror spettral-ospedaliero per deflagrare in un tripudio vendicativo con deiezioni di vario tipo a turbare la vita dell'infermierina poco attenta alla deontologia. L'esito è simpatico, se non sorprendente. Anche l'ultimo episodio muta forma nella parte conclusiva, ma partendo da toni molto leggeri, da commedia, che danno ancora maggior risalto all'improvviso crescendo di gore e violenza che scombina del tutto le carte in tavola in modo esuberante e tutto sommato riuscito. Nel complesso, un film che ispira simpatia per il piglio brillante e brioso che permette di superare alcune manchevolezze e difetti nella messa in scena. Ben aiutato da un cast efficace e dalla sceneggiatura di Michiko Yamamoto (sua frequente collaboratrice nonché moglie), Matti si dimostra un apprezzabile erede della tradizione orrorifica filippina.
Il cinema dell’orrore filippino vanta una solida tradizione che risale alle opere di registi significativi come Gerardo De Leon ed Eddie Romero e passa attraverso autori più recenti come Chito S. Roño che hanno saputo rinverdire gli antichi fasti.
Erik Matti, che si era fatto notare con il suo segmento nel film collettivo The ABCs of Death 2 e che vanta una carriera comunque densa e variegata, si inserisce quindi in un solco già ben tracciato e lo fa con piglio spavaldo e con la chiara intenzione di approfittare del format a episodi per variare toni e stili in modo da rendere vivace la visione. Caratteristico è anche l’inserimento, spesso con toni ironici, di elementi che richiamano pandemia e lockdown e che danno un forte senso di attualità al film.
Nel complesso, un film che ispira simpatia per il piglio brillante e brioso che permette di superare alcune manchevolezze e difetti nella messa in scena. Ben aiutato da un cast efficace e dalla sceneggiatura di Michiko Yamamoto (sua frequente collaboratrice nonché moglie), Matti si dimostra un apprezzabile erede della tradizione orrorifica filippina.
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