Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Léa Mysius |
Attori | Adèle Exarchopoulos, Daphne Patakia, Noée Abita, Patrick Bouchitey, Moustapha Mbengue Sally Dramé, Swala Emati. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 maggio 2022
Il ritorno di una zia sconvolge la quotidianità della famiglia di Vicky. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar,
CONSIGLIATO SÌ
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Vicky è una bambina solitaria, molto legata alla madre Joanne a cui fa compagnia durante le lezioni di nuoto tenute dalla donna. A casa la relazione tra Joanne e il padre di Vicky, Jimmy, non è più quella di una volta, e le cose si complicano ulteriormente quando a far visita alla famiglia arriva Julia, sorella dell'uomo. Il traumatico arrivo della zia spinge Vicky a rifugiarsi nel suo mondo segreto, fatto di un talento olfattivo fuori dal comune. Gli odori delle cose e delle persone consentono a Vicky di seguirne le tracce fin nel passato, cosa che le farà scoprire le cause di tanto tormento familiare.
Secondo film per la giovane regista francese Léa Mysius, dopo l'apprezzato esordio con Ava nel 2017. Già sceneggiatrice di successo anche oltre le sue opere, Mysius è una creatrice di mondi che in Les cinq diables continua a dialogare con il suo primo film.
Ancora una volta è centrale la storia di una giovane ragazza, isolata dal mondo che la circonda attraverso un'eccezionalità sensoriale. Da una meditazione sulla vista (che si andava perdendo) a un'affascinante esplorazione della sfera olfattiva, mentre dal sole e dalle spiagge si passa a un paesino di montagna umido e freddo. Pur non pienamente formato nella sua visione, Les cinq diables vive di un'idea forte che lo impregna di un palpabile senso di rimorso da cui ogni personaggio è attanagliato. Non è (ancora) lo stadio massimo delle potenzialità letterarie di Mysius, ma c'è in questo doloroso secondo film un'idea di cinema e del mondo che si interroga su cosa renda tale una famiglia, e su quali misteriosi binari esistenziali corra l'amore. Vicky, che rispetto agli altri possiede un binario olfattivo in più, ne cerca e ne fabbrica in vitro l'odore come un'alchimista, e chiede alla madre se lei l'avesse amata prima che venisse alla luce. È un film di elementi, in cui l'acqua è un freddo strato coprente e il fuoco una presenza sopita ma annunciata, simbolo di un passato che ritorna. Ed è un film che più che di uno sviluppo coerente vive di scene, come il nascondino al lago con la mamma o un ballo nel salotto con il papà, legate da una fotografia suggestiva e dalla musica di Florencia Di Concilio. Oltre alla prova intensa della giovane Sally Dramé nel ruolo di Vicky, la storia è ancorata dal personaggio di Joanne, nel quale Adèle Exarchopoulos dimostra una volta di più di aver scelto una carriera e dei ruoli spigolosi e intriganti invece di crogiolarsi nel suo innegabile star power come avrebbe facilmente potuto. Qui interpreta con profondità una ragazzina e poi un'adulta, una "miss" col mondo ai suoi piedi e anche una donna delusa dalle pieghe traumatiche prese dalla vita. Veicolo e garanzia di un cinema ambizioso che ha bisogno di tutta la protezione possibile per sbocciare.
L'olfatto eccezionalmente sviluppato della piccola Vicky è motivo di apprensione familiare e di emarginazione sociale da parte dei compagni di scuola. Quando in casa si ripresenta la problematica zia paterna Julia, le facoltà sensoriali della bambina si acuiscono, rivelandole insospettate doti di chiaroveggenza e la scoperta di trascorsi familiari che minaccerebbero la sua stessa esistenza.