Titolo originale | Tchaikovsky's Wife |
Anno | 2022 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Russia, Francia, Svizzera |
Durata | 143 minuti |
Regia di | Kirill Serebrennikov |
Attori | Ekaterina Ermishina, Alyona Mikhailova, Odin Lund Biron, Nikita Elenev Philipp Avdeev, Miron Fedorov, Yuliya Aug, Filipp Avdeev, Andrey Burkovskiy, Natalya Pavlenkova, Aleksandr Gorchilin, Varvara Shmykova, Viktor Khorinyak, Irina Rudnitskaya, Artem Nemov. |
Uscita | giovedì 5 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Arthouse |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,37 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 ottobre 2023
Il racconto della travagliata storia d'amore tra Tchaikovsky e sua moglie. In Italia al Box Office La Moglie di Tchaikovsky ha incassato 78,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il 18 luglio 1877 Pëtr Il'ic Cajkovskij sposa Antonina Ivanovna Miljukova, una sua ex allieva di cui aveva perso il ricordo, che gli aveva scritto una lettera appassionata dichiarandogli il suo amore. Con questo matrimonio il noto compositore compie un tentativo per negare a se stesso la propria omosessualità. Si tratterà di un totale fallimento che viene letto attraverso la vicenda della donna la quale non rinuncerà mai all'idea di considerare Pëtr come il proprio uomo.
La vita e la sessualità di un grande compositore di musica classica lette attraverso lo sguardo della legittima consorte il cui amore si trasforma progressivamente in ossessione.
L'argomento era già universalmente noto e il cinema se ne era già appropriato grazie alla lettura, come sempre dissacrante e talvolta rutilante, di Ken Russell in L'altra faccia dell'amore dove però lo si affrontava guardando all'aspetto biografico del musicista. Serebrennikov invece ribalta la prospettiva ed assume il punto di vista di lei, di Antonina, prendendo le mosse dalla camera mortuaria del compositore a cui lei si presenta come visitatrice decisamente indesiderata.
La relazione tra i due non è limitata ad un'illusione di 'redenzione' del coniuge da parte della consorte ma entra a far parte direttamente della creazione di un'opera, l"Evgenij Onegin", a cui Cajkovskij stava lavorando. Di fronte alla dichiarazione passionale avrebbe ceduto perché altrimenti si sarebbe sentito di comportarsi peggio del suo personaggio "un bellimbusto freddo e privo di cuore" come scrisse ad un amico.
Antonina lo sposa divenendo di fatto una sua proprietà ma anche rifiutando, quando la situazione precipita e la repulsione di lui nei suoi confronti si fa esplicita, di divorziare. Serebrennikov non solo ci mette di fronte alla vita e ai sentimenti di una donna che all'epoca (e sembra dirci forse anche oggi) non contavano granché visto il suo ruolo subalterno nella società. Fa di più già solo nello scegliere l'argomento. Tutti abbiamo ben presenti le dichiarazioni omofobe del patriarca di Mosca Kirill che ha accomunato il tentativo di occupazione dell'Ucraina alla crociata contro i gay e, nello specifico, contro i gay pride che secondo lui l'Occidente sosteneva in quel Paese.
Ecco allora che un regista coraggioso ricorda ai russi (se mai potranno vedere il suo film) che uno dei geni della storia della musica classica, un russo doc, era gay e questa sua scelta in campo sessuale non gli ha impedito, come la propaganda putiniana vorrebbe, di scrivere opere immortali. Il regista non giudica né lui né la consorte. Se a lui imputa la facile soluzione di voler risolvere un legame pagando una sorta di rendita mensile a lei non risparmia la caduta in una progressiva ossessione che non esclude momenti di degrado. Tutto questo in un film biografico che non si sottrae al melodramma ma che non perde mai di vista, anche quando eccede, la lettura di una società fondamentalmente misogina in cui l'affermazione dei diritti di una donna nella vita di coppia passa attraverso il dolore e la frustrazione.
Non sempre un film "fatto bene" si può definire un buon film. Luci, costumi, fotografia, scenografia, nulla da eccepire. Bello rivedere costumi alla Anna Karenina, ascoltare musica eccelsa - potevano inserirne di più - di quest' opera estetizzante, ridondante, compiaciuta. Ma quant'é cupa l'ossessione di Antonina! Scene oniriche talvolta superflue, dolore [...] Vai alla recensione »
Nell’era recente, quando un autore si appresta a realizzare un biopic la prima intenzione è quella di non fare ciò che hanno fatto gli altri. La seconda è di raccontare la parte sommersa, meno conosciuta, intima, magari con intenti psicoanalitici, del soggetto. È quello che ha fatto Kirill Serebrennikov nel suo La moglie di Tchaikovsky. Nel film il grande musicista passa quasi per caso, così come la sua musica. Il focus è tutto su Antonina Miljukova, che sposò Piotr affrontando difficoltà immani, perché l’uomo era omosessuale e aveva accettato quel matrimonio obtorto collo. Antonina fece del rapporto una missione e una dedizione patologica, tanto da venirne distrutta.
Dicevo “biopic” e il nuovo stile. C’è un modello recente, esemplare in questo senso, Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas che fa Marilyn Monroe, anzi, Norma Jeane Mortensen. Ti aspetti di vedere la storia di Marilyn, le sue performance, il suo erotismo e il suo appeal irresistibile, ma non è così. I primi venti minuti sono dedicati a Norma di cinque anni e a sua madre con enormi problemi psichici. Poi Hollywood e gli inizi, quando la “bionda” deve accettare il sesso qua e là per ottenere le parti. Il sesso importante, storico, Dominik ce lo mette, quando Marilyn si produce in una lunga fellatio a favore del presidente Kennedy.
A Tchaikovsky si era dedicato anche Ken Russell nel 1971 nel suo L’altra faccia dell’amore. Quella volta però Piotr e la sua musica erano protagonisti, anche se il regista non mancò di rilevare l’omosessualità del musicista e molti dei problemi relativi. Anche in quel film c’è una donna che si interessa a Tchaikovsky, Nedeshda Von Meck, che però agisce da protettrice “solo” artistica. Il film viene definito “musical”.
Donne che sposano omosessuali. C’è un altro esempio, non banale, dove il protagonista è un altro che si occupa di musica, seppure di genere diverso. È Cole Porter, che ha scritto alcune della più belle canzoni americane. Linda Lee Thomas, protagonista dei salotti culturali americani, sposata con figli, lasciò la famiglia per unirsi a Cole. Linda sorprese quel mondo. Quando le domandavano la ragione di quella scelta diceva che Cole era la persona più sensibile, affascinante e talentuosa del mondo. “… e poi il sesso non mi interessa.” Mentre interessa, e molto, alla Miljukova, dunque un problema pesante e insolubile. E lei non se lo fa mancare, raccattando qua e là soggetti disponibili. Un elemento in più di paranoia.
L’incantamento di Linda era più che legittimo. Ha delle affinità col fascino del divo che Francesco Alberoni analizza in profondità nel suo "Innamoramento e amore". In sostanza lo status del divo comporta un’attrazione potente, una suggestione anomala che sorpassa la vita reale. Vediamo ragazze fare pazzie magari per un rapper sconnesso. In quel momento si sentono protagoniste, eroine. Che tristezza.
Nel 1877, il compositore Pyotr Ilych Tchaikovsky sposa la più giovane aspirante musicista Antonina Ivanovna Miliukova, innamoratasi di lui pur conoscendolo appena. Ma per l'autore de Il lago dei cigni, omosessuale nella repressiva Russia del XIX secolo, è impossibile ricambiare davvero l'affetto dell'altra, e quando le contraddizioni esplodono si allontana da lei rifiutandosi di vederla ancora.
Kirill Serebrennikov, regista teatrale e cinematografico russo tra i più autorevoli, dissidente, emigrato in Germania dopo essere stato perseguitato e incarcerato da Putin, con La Moglie di Tchaikovsky realizza uno dei suoi film più belli e potenti. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2022, racconta la discesa agli inferi e il delirio amoroso, quasi mistico e cristologico, di Antonina Ivanovna, [...] Vai alla recensione »
Non è un film su Pëtr Il'i Tchaikovsky, La moglie di Tchaikovsky (ena ajkovskog, Russia, Francia e Svizzera, 2022, 143'), né sul rapporto tra lui e Antonina Miliukova, come fu invece L'altra faccia dell'amore (Ken Russell, 1971). È lei il centro della sceneggiatura e della regia di Kirill Serebrennikov. Lo è già dalla sequenza iniziale. Il musicista è morto, e Antonina (Alyona Mikhailova) dispone per [...] Vai alla recensione »
Inizia con il funerale di Tchaikovsky il film di Serebrennikov, anche se il genio a un certo punto torna in vita solo per insultare la moglie che è venuta a omaggiarlo. Dopo aver dichiarato che la odia e che non tollera la sua presenza, ritorna a essere una salma. Uno sguardo all'indietro: la giovane Antonina Miliukova, donna intelligente e di mezzi, incontra il grande compositore senza essere al corrente [...] Vai alla recensione »
Tra i finanziatori del film - diretto da Kirill Serebrennikov, già contrario all'invasione della Crimea, e agli arresti domiciliari prima di fuggire in Germania - c'è Roman Abramovich. Su questo a Cannes 2022 si dibatteva: viola oppure no le sanzioni? E se il miliardario decidesse di investire nel cinema altri suoi denari? Vera passione, o un modo per accreditarsi culturalmente? Parlando di cinema, [...] Vai alla recensione »
Antonina Miliukova (l'esordiente Alyona Mikhaylova) sposa Pjotr Tchaikovsky (Odin Lund Biron) nel 1877, senza capire che per lui si tratta di un matrimonio di copertura, poiché ad attrarlo sono gli uomini. Tchaikovsky ci prova, lusingato da una lettera di lei, ma non può mettere a lungo a tacere la propria natura. A questo punto, il regista Serebrennikov, scegliendo di non abbandonare mai il punto [...] Vai alla recensione »
Tutti sanno che razza di genio fosse il compositore russo Pyotr Ilyich Tchaikovsky, ma pochi conoscono la sua travagliata storia matrimoniale, rievocata dal regista Kirill Serebrennikov. La moglie di Tchaikovsky ci porta nella seconda metà dell'Ottocento: in un'epoca in cui le donne non hanno voce, Antonina Ivanovna, aspirante musicista, si innamora dell'artista e lo convince a sposarla.
San Pietroburgo 1893. Antonina Miliukova detta un annuncio funebre per il marito Petr Ilic Tchiaikovsky, poi si reca con i fiori al capezzale di lui, che la rifiuta anche da morto in maniera plateale. È una scena visionaria e magistrale ad aprire "La moglie di Tchaikovsky" del russo Kirill Serebrennikov, in lizza per la Palma d'oro un anno fa al Festival di Cannes.
Il film si apre sul volto di porcellana di una vedova, dentro un'agenzia di pompe funebri. Il celebre compositore è appena morto, a San Pietroburgo, ma continuerà a perseguitare sua moglie proprio come quando era vivo. In un flash back denso e inquietante di più di due ore Kirill Serebrennikov torna sulle loro nozze fa tali che si celebrarono nella chiesa di San Giorgio, a Mosca, nel 1877.
Un matrimonio paravento. Questo furono le nozze di Tchaikovsky con la moglie Antonina. Fiori d'arancio che dovevano nascondere l'omosessualità latente del compositore, vista dalla donna che fu al suo fianco. Un tocco di critica si collega alle dure parole del patriarca moscovita Kirill, putiniano convinto, che accomuna ucraini e gay. Il russo Serebrennikov, Kirill pure lui, ricorda ai russi che essere [...] Vai alla recensione »
Le informazioni su Antonina Miliukova non sono molte, sempre connesse al suo famoso marito, Pyotr Ilyich Tchaikovsky e al tragico matrimonio che li ha uniti. Di lei le biografie riportano l'infanzia infelice nella famiglia di nobili impoveriti fino all'ostinata passione per il compositore che riuscì a sposare nonostante le sue resistenze - lui omosessuale e fieramente attaccato alla sua solitudine, [...] Vai alla recensione »
Opera del regista dissidente russo Kirill Serebrennikov, in concorso a Cannes l'anno passato, La moglie di Tchaikovsky è un dramma storico molto lontano dall'estetica dominante nei biopic formalisti. Racconta l'amore impossibile tra Antonina Miliukova (il film è ispirato largamente alle sue memorie) e il compositore Piotr Tchaikovsky che accetta di sposarla per far tacere le voci sulla propria omosessualit [...] Vai alla recensione »
Storia d'amore senza amore, dalla parte di Nina, travolta (e vittima) dell'artista supremo, il Tchaikovsky immortale alla corte dello zar, uno che andava per la sua strada e stop. Come si fa a raccontare l'amore incondizionato, sacrificale, per qualcuno, senza qualcuno? Qui manca Tchaikovsky, assente ingiustificato già nella musica. Qualcosa si sottrae allo «scemeggiato» d'autore, l'atmosfera un po' [...] Vai alla recensione »
Nel 1970, il regista inglese Ken Russel firmava con "L'altra faccia dell'amore" uno splendido biopic sulla vita del grande compositore russo Piotr Ilic Tchaikovsy, visto dalla parte del musicista, analizzandone i rapporti umani, ma soprattutto l'incredibile arte musicale, senza far mistero della sua omosessualità. Oggi, nella Russia di Putin, dove invece pare si scatenino le guerre per riportare ordine [...] Vai alla recensione »
Kirill Serebrennikov ha sofferto in prima persona la mano di Putin. Parola di Dio, del 2016, metteva in scena il fantasma autocratico di una società tentata dalla semplificazione. Condannato a tre anni di carcere con l'accusa di "frode al ministero della Cultura", il regista è stato oggetto di numerose iniziative vessatorie, mirate a intimorire la comunità artistica russa.
Peso massimo del cinema russo contemporaneo, Kirill Serebrennikov da tempo è interessato dalla figura di Pëtr Ilië Cajkovskij. Al centro del suo film troviamo la moglie del compositore, Antonina Miljukova, e il loro disastroso matrimonio. L'inizio evoca il triste destino delle donne nella Russia dell'ottocento, ma Tchaikovsky's wife non è un pamphlet femminista.
Antonina Miliukova sposa la leggenda Pyotr Ilyich Tchaikovsky: matrimonio di copertura, perché al musicista piacciono i ragazzi. Uno sguardo sulla condizione della donna russa ottocentesca, ma la storia è più complicata, con un personaggio che, se rivendica diritti sacrosanti, manifesta nei confronti del marito un'ossessione che dilaga nell'idolatria.
San Pietroburgo, novembre 1893. Imbrigliata nella veletta che le comprime i lineamenti, due occhi chiari e taglienti, Antonina Ivanovna sta contrattando con il fioraio il testo per una corona da porre ai piedi di Pëtr Il'ic: «Scriva, scriva: sua moglie» mormora compostamente. Lei è la moglie di Cajkovskij: la macchina da presa di Kirill Serebrennikov accompagna Antonina Ivanovna Miljukova (Alena Mikhailova) [...] Vai alla recensione »
La negazione del melodramma, o forse il suo sommo grado di astrazione: l'amore in assenza del corpo amato, la privazione del desiderio, il bisogno del possesso e la libertà impossibile... Tchaikovsky's Wife di Kirill Serebrennikov (in Concorso a Cannes 75) è il febbrile registro di un'ossessione amorosa, quella che ha legato Antonina Miliukova a Pyotr Tchaikovsky in un matrimonio che, nella Russia [...] Vai alla recensione »
Kiril Sebrennikov ha alle spalle una storia di comprovata e perseguitata dissidenza politica. Oggi ha lasciato definitivamente la Russia e vive a Berlino, ma non ha potuto accompagnare a Cannes "Leto", il suo penultimo film, perché era agli arresti domiciliari. Chi ricorda "L'altra faccia dell'amore" di Ken Russell, rovente ritratto di Pyotr Ilyich Tchaikovsy del 1970 con Richard Chamberlain e Glenda [...] Vai alla recensione »
Le dissolutezze e la vita libertina con dichiarate pendenze omosessuali di Tchaikovsky sono sempre state occultate. Dal perbenismo dell'epoca zarista e da quello della cultura sovietica: l'immoralità licenziosa poteva nuocere alla monumentale grandezza del compositore. Sulla disperata ricerca di un equilibrio tra arte e vita era già incentrato "L'altra faccia dell'amore", realizzato da Ken Russell [...] Vai alla recensione »
Le informazioni su Antonina Miliukova non sono molte, sempre connesse al suo famoso marito, Pyotr Ilyich e al tremendo matrimonio che li ha uniti. Di lei le biografie riportano l'infanzia infelice, figlia più piccola che la madre tenne con sé dopo la separazione, famiglia di nobili ma poveri, cresciuta tra le liti e le continue vessazioni materne fino alla passione fou per il compositore che sposò [...] Vai alla recensione »
Il tumultuoso rapporto tra il celeberrimo compositore russo, omosessuale, e sua moglie Antonina, che non accettò mai di divorziare, diventando vittima di un'ossessione amorosa ingovernabile e fatalmente distruttiva. Purtroppo il russo Kirill Serebrennikov non ha l'esuberanza provocatoria di Ken Russell e tutta la sua creatività sfocia al solito in un'evidente cura dello stile, che però stavolta non [...] Vai alla recensione »
Stando a quanto riconosciuto dai biografi, Pëtr Il'ic Cajkovskij conobbe per la prima volta Antonina Ivanovna Miljukova, che sarebbe divenuta sua moglie, nel 1865 a casa di un'amica comune: lui aveva venticinque anni, lei sedici. Eppure fino a quando Antonina non scrisse ben due lettere d'amore in brevissimo tempo al musicista, vale a dire nel fatidico 1877 - anno in cui i due si sposarono - non esiste [...] Vai alla recensione »
C'è un momento, più di ogni altro, in Tchaikovsky's Wife (Zhena Chaikovskogo), che sa cogliere e restituire in un unico pianosequenza (uno dei molteplici sparsi nel corso dell'intero film) le sfumature del personaggio principale, Antonina Miliukova (Alyona Mikhailova, un po' Marion Cotillard, un po' Giovanna Mezzogiorno). Il marito, il celeberrimo compositore Pyotr Tchaikovsky (Odin Biron) non ne [...] Vai alla recensione »
Nell'anno in cui le delegazioni "ufficiali" russe sono escluse dal Festival di Cannes, a concorrere per la Palma d'Oro arriva il dissidente Kirill Serebrennikov, finalmente libero dopo anni di arresti domiciliari per una controversa accusa di indebita appropriazione di fondi pubblici. E torna con una storia che aveva in progetto da anni, uno dei punti più oscuri e tormentati della biografia di Pjotr [...] Vai alla recensione »