Titolo originale | The Woman in the House Across the Street from the Girl in the Window |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | USA |
Regia di | Michael Lehmann (I) |
Attori | Michael Ealy, Apollonia Pratt, Kristen Bell, Tom Riley, Shelley Hennig Mary Holland, Cameron Britton, Brenda Koo, Nicole Pulliam. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | 2,59 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 31 gennaio 2022
Per Anna ogni giorno è uguale all'altro. Quando un uomo e sua figlia si trasferiscono dall'altra parte della strada, Anna inizia a credere di poter cambiare la propria vita.
CONSIGLIATO NÌ
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Anna (Kristen Bell) è una donna giunta ormai al limite: depressa e dipendente dall'alcol per superare il dolore della perdita di sua figlia, mangiata da un serial killer cannibale. La piccola era infatti andata con il padre (Michael Ealy), un profiler dell'FBI, nella giornata "porta tua figlia al lavoro" e, in un momento di distrazione, venne lasciata da sola nella stessa stanza con un arcinoto assassino. Nella sua disperazione, accompagnata dalla rottura col marito, dopo tre anni di alcol e psicofarmaci, Anna inizia a ossessionarsi alle vite degli altri, e in particolare a quella del nuovo vicino, Neil (Tom Riley), un uomo vedovo con una bambina a carico. Tra stati di allucinazione e momenti di profonda depressione, presto Anna dovrà rialzarsi dalla poltrona e in poco tempo sarà coinvolta in omicidi e tentativi di estorsione, un vortice di eventi in cui il limite tra ciò che è vero e falso - e tra thriller e ironia - si fa sempre più labile.
Già la descrizione della trama di questa miniserie Netflix, prodotta da Will Ferrell (direttamente dal Saturday Night Live), lascia il lettore in uno stato di confusione. È forse questo il carattere più distintivo di La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra, titolo che a molti farà venire in mente una domanda catartica: "come prego?"
Il lungo titolo ci pone subito in uno stato inquisitorio e solo pochi elementi - non del tutto accessibili - permettono, in primo acchito, di intuire che ciò che stiamo per vedere sia una parodia. Qualche indizio però c'è: il primo è la presenza di Kristen Bell (The Good Place, Veronica Mars), che qui dimostra di essere in grado di sostenere anche delle operazioni più raffinate rispetto al passato, grazie a una recitazione che - insieme ad altri fattori - ha un preciso scopo: quello di ingannare costantemente lo spettatore, di non rendere mai percepibile la dimensione della parodia e dell'ironia.
Qui sta la genialità della miniserie: il lungo titolo fa riferimento, nella storia, a un romanzo giallo che la protagonista sta leggendo, permettendo di individuare così un percorso metanarrativo che, a un occhio attento, risulterà anche dalla raffinatissima mescolanza di generi che la serie di Ferrell realizza.
Il racconto mima il thriller classico, con elementi di suspense che ricordano costantemente Hitchcock, fin dall'idea di un osservatore immobilizzato in casa - per via di problemi psicologici, che ricordano quelli fisici di Jeff (James Stewart) ne La finestra sul cortile. E contemporaneamente è un thriller psicologico, in cui la confusione mentale della protagonista si estende alla dispercezione dello spettatore, con un abile gioco tra ciò che la protagonista sa (o crede di sapere) e ciò che lo spettatore vede (o crede di vedere). È un crime, dove l'intervento della polizia viene parodizzato sempre in maniera impercettibile, e sono perfino presenti elementi dell'horror, nelle visioni allucinate di Anna e nella presenza di un uomo inquietante, il tuttofare Buell (Cameron Britton), il cui ritardo mentale fa costantemente pensare agli assassini della migliore tradizione horror americana.
Tutte le caratteristiche specifiche dei generi chiamati in causa in questa miniserie vengono portati all'estremo: l'intento è quello di eccedere in tutto, di sviluppare una parodia che non viene mai - proprio mai - annunciata chiaramente, lasciando lo spettatore in uno stato di incertezza su ciò che sta guardando dalla prima all'ultima puntata. Forse la parodia riesce a manifestarsi pienamente solo nell'ultimo episodio, in cui (evitando il più possibile lo spoiler) gli esiti di questo rocambolesco racconto psicologico raggiungono livelli di disorientamento tali che non fanno più ridere tanto per il loro contenuto, quanto per la sovrabbondanza di elementi di sorpresa.
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra disarticola il rapporto tra narratore e spettatore, con un racconto che non può né essere definito assurdo né verosimile. La miniserie mette costantemente lo spettatore in difficoltà, facendo sorgere domande desuete nel cinema e nella serialità: "ma come?", "sul serio?", "ma cosa sto guardando?" ed è proprio questa la geniale, e sottile, caratteristica che trasforma la parodia in un piacevole esercizio stilistico. Un esercizio che forse non sarà del tutto accessibile al pubblico italiano, non abituato alle forme della satira e della parodia tipiche della televisione americana.
Dovrei scrivere tanto, anzi troppo. Meglio dire semplicemente che è una delle serie più brutte mai viste. Rasenta il grottesco e a volte fa ridere per quanto è ridicola.Mi meraviglio di Netflix.
Non ha senso, non fa ridere. Le trovate narrative danno solo fastidio allo spettatore. La sceneggiatura di sharknado è decisamente più logica. Vorrei fare degli esempi, ma dovrei scrivere di ogni minuto dei sette episodi.
Avete notato quanto i thriller contemporanei al femminile seguano tutti la stessa formula? Una trentenne d'estrazione medio borghese (rimasta sola, ma dotata di un ricco corollario di traumi e dipendenze) assiste a un crimine mentre è in preda a uno stato di alterazione psichica o emotiva. Siccome nessuno le vuole credere, inizia a indagare per conto proprio fino ad arrivare alla scioccante verità, [...] Vai alla recensione »
Che La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra sia la parodia di un thriller psicologico con mistero lo si può intuire giusto dal titolo, buffo e macchinoso, e dall'assurdo twist (niente spoiler) che nell'ultimo episodio svela il colpevole. In mezzo alle due fette di pane agli estremi c'è un ripieno estenuante e stucchevole di sette episodi (escludendo il finale) che girano su loro stessi [...] Vai alla recensione »