Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Daniele Vicari |
Attori | Michele Placido, Christelle Cornil, Anis Gharbi, Daniela Giordano, Denis Mpunga Federico Pacifici, Fabrizio Rongione, Chiara Scalise, Angelica Kazankova, Camille Pistone. |
Uscita | giovedì 1 dicembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Europictures |
MYmonetro | 3,23 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 21 marzo 2023
Una favola moderna, dove un vecchio e una bambina, divisi tra modernità e mondo rurale, tra il dover scegliere se partire o restare, si incontrano e mutano la traiettoria delle loro vite. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Orlando ha incassato 93,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Orlando è un anziano contadino della Sabina che da molti anni non ha più alcun rapporto con il figlio Valerio emigrato in Belgio. Un giorno però arriva una telefonata che comunica che Valerio è ricoverato in ospedale. Orlando parte ma arriva a Bruxelles in tempo solo per assistere alla chiusura di una bara. La porta dell'appartamento gliel'ha aperta Lyse, la nipote dodicenne che non sapeva di avere.
Daniele Vicari offre a Michele Placido uno dei ruoli più intensi di tutta la sua carriera di attore cinematografico.
Placido regala al suo Orlando tutta la ruvidità di un uomo che non ha saputo accettare una separazione, che è consapevole di non possedere gli strumenti adeguati per confrontarsi con un presente che è già futuro e, soprattutto, vive come un'enorme fatica, quasi un disonore, il far emergere in superficie i propri sentimenti. Per la prima mezz'ora la sceneggiatura gli consente di articolare poche e dialettali parole (nel paese in cui abita il sindaco non parla neanche l'italiano) ma la comunicazione passa comunque. Conosciamo un Orlando che va dall'orgoglio ferito alla disponibilità ad affrontare l'ignoto con il denaro cucito all'interno della giacca buona. Ogni sguardo rivolto verso il basso, ogni quasi impercettibile reazione contribuiscono alla costruzione di un personaggio che Vicari segue con partecipe vicinanza.
È come se ci chiedesse di accostarci a quest'uomo chiuso a riccio senza pretendere di giudicarlo ma, anzi, sforzandoci di comprenderlo in un molteplice percorso di spaesamento. Perché non è solo la grande e moderna città a procurargli disagio. Al suo impatto, sin da subito non semplice, si aggiunge la rinnovata perdita dell'unico figlio unita alla scoperta di dover esercitare un ruolo sconosciuto e non facile. Perché quella nipote di cui non sapeva l'esistenza, che sembra sapere come reagire alla scomparsa del padre e, come vedremo, all'assenza da sempre di una madre, è un essere misterioso con cui è difficile rapportarsi. Non per la lingua (Lyse parla benissimo l'italiano) ma per la situazione nel suo complesso.
Vicari lavora sulle separazioni e sui progressivi ma sempre fragili avvicinamenti. Orlando sente profondamente la lontananza da un quotidiano tanto monotono quanto rassicurante. Il solo pensare di avere un padrone di casa di origini africane a cui dover saldare tre mesi di affitto arretrato (uno dei tanti debiti lasciati dal figlio) lo manda in crisi.
Orlando si trasforma, scena dopo scena, in un'interrogarsi su quali siano le radici profonde e davvero reali per il suo protagonista. Il luogo che lo ha visto invecchiare (e a cui la moglie aveva fatto fatica ad adattarsi) e che ha anche visto l'allontanamento del figlio o quella ragazzina che è sangue del suo sangue ma abbisogna di comprensione, di sostegno nel crescere, di una vicinanza che non sia stravolgimento di una personalità in formazione?
Sigaretta dopo sigaretta (rigorosamente senza filtro) Orlando si trova davanti a un quesito per il quale le risposte non possono non fare emergere le più complesse contraddizioni. Non esistono soluzioni facili e le maglie delle corazze caratteriali non proteggono a sufficienza dai sentimenti più profondi.
ORLANDO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€14,99 | – | |||
€14,99 | – |
È stato coraggioso Daniele Vicari a scegliere come protagonista del suo film, Orlando, un personaggio di certo poco alla moda. Un contadino "solitario", un "ultimo dei Mohicani" di un'Italia dove nei campi "dei padroni" oggi lavorano quasi soltanto immigrati al limite della schiavitù, qualche romantico giovane tenta la strada del biologico, [...] Vai alla recensione »
È stato coraggioso Daniele Vicari a scegliere come protagonista del suo film, Orlando, un personaggio poco alla moda. Un contadino solitario, un "ultimo dei Mohicani" di un'Italia dove nei campi "dei padroni" oggi lavorano quasi soltanto immigrati. Un uomo che ha scelto di affidare alle parole solo l'indispensabile in un mondo sopraffatto dai rumori e [...] Vai alla recensione »
Daniele Vicari (autore di "Diaz", che non ho mai trovato il coraggio di guardare per via della rabbia che mi scatenerebbe, e del bellissimo "Sole cuore amore"), confeziona sapientemente la storia di un anziano contadino - magistralmente interpretato da Michele Placido - che dal paesello dell'Appennino laziale dove aveva passato l'intera esistenza ed in cui è un'impr [...] Vai alla recensione »
gran bel film,michele placido ineccepibile,sempre nella parte, ma la domanda sul finale resta aperta,imprevedibile il corso della storia,forse voluto per non perdere gli interrogativi che pervadono tutto il film,comunque finali aperti lasciano troppo scoperti punti nevralgici ai quali dare una risposta....anche dopo!
Orlando (in una intensa interpretazione di Michele Placido) è un burbero della sabina laziale che alle feste di paese suona la fisarmonica, al bar beve cicchetti uno via l'altro, fuma come un turco e si abbatte sul divano tornando di notte a casa brillo. Alle sei di ogni mattina, però, si sveglia e senza neppure lavarsi il viso va a nutrire le bestie, a dare l'acqua alle verdure in crescita nell'orto, [...] Vai alla recensione »
La globalizzazione non arriva ovunque. Non ancora. In Italia, almeno, restano tuttora alcune di quelle che Pier Paolo Pasolini, parlando del suo Decameron (1971) ambientato a Napoli, avrebbe definito «sacche storiche». Realtà geoantropologiche rimosse, che letteralmente sembrano vivere altri spazi e altre epoche rispetto alla sempre più scatenata modernità transcapitalistica.
Orlando (Michele Placido) è il genius loci di un'Italia in dissolvenza, residuale, antica, sfuggita al moderno che convive con la minaccia della scomparsa. È una figura che avevamo già incontrato nel cinema di Daniele Vicari ai tempi di Il mio paese, quando il regista faceva una breve visita al padre: Orlando. La voce fuori campo allora recitava un pensiero ancora attuale, tanto in relazione all'oggi [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film del regista di "Diaz sembra un po' fuori dal tempo, come il suo protagonista. Un vecchio contadino che lascia i monti della Sabina per scapicollarsi nella gelida Bruxelles, dove il figlio che non vedeva da secoli è morto all'improvviso. Soldi cuciti nella giacca, aria impaurita e insieme sprezzante (Michele Placido è superlativo), il taciturno Orlando è come un nobile castagno trapiantato [...] Vai alla recensione »
Orlando di Daniele Vicari, ex critico di Cinema Nuovo, documentarista, sceneggiatore, saggista e regista di film di successo come Velocità massima (2002) o Diaz (2012), punta molto più in alto di quanto la sua struttura semplice e lineare sino alla prevedibilità narrativa faccia supporre. Orlando è un anziano contadino che vive solo, di parche parole ("Io non faccio mai domande, parlo quando tengo [...] Vai alla recensione »
In una grigia e fredda Bruxelles si incontrano Orlando (un Michele Placido superlativo) e la dodicenne Lyse (l'esordiente e brava Angelica Kazankova). Non si erano mai conosciuti, improvvisamente si scoprono nonno e nipote dopo un tragico evento, la prematura morte del rispettivo figlio e padre. Orlando, un reatino ("non so ciociaro, so sabino") di settantacinque anni, un contadino, con solamente [...] Vai alla recensione »
Orlando è un anziano contadino della Sabina che da molti anni non ha più alcun rapporto con il figlio Valerio emigrato in Belgio, una scelta che il vecchio agricoltore non gli ha mai perdonato. Un giorno però da Bruxelles arriva una telefonata: Valerio è ricoverato in ospedale e le sue condizioni non sono buone. Orlando parte, ma arriva in Belgio solo per assistere alla chiusura della bara del figlio. Quan [...] Vai alla recensione »
Chi è Orlando? Se qualcuno pensasse ad Ariosto o a Virginia Woolf, prenderebbe una direzione errata. Il protagonista del nuovo film di Daniele Vicari, Orlando, appunto, è un anziano vedovo rintanato nel suo piccolo paese vicino Rieti, alle prese con la terra, con le incertezze che solo la natura sa offrire, e con un bar dove schivare i pochi amici. Lontano dall'essere un eroe in cerca di avventure, [...] Vai alla recensione »
Che cosa sarebbe accaduto se, in fase di stesura del suo romanzo, Johanna Spyri avesse deciso di invertire i termini dell'equazione? Se avesse scelto di condurre il temibile Vecchio dell'Alpe lontano dalla serenità della sua baita e immergerlo nella confusione della città, per occuparsi della piccola Heidi? Non sono le montagne svizzere a incorniciare Orlando, ultimo lungometraggio di Daniele Vicari, [...] Vai alla recensione »
"Io non so' ciociaro, io so' sabino". Lo rivendica con ruspante e contadino orgoglio il protagonista di "Orlando", il nuovo film di Daniele Vicari (accento sulla prima "i" del cognome) che stasera passa al festival di Torino e giovedì 1 dicembre esce nelle sale con Europictures. È sabino anche il regista, classe 1967, nato a Castel di Tora, nel Reatino; e naturalmente in questa storia confluiscono [...] Vai alla recensione »
In un paesino sulle montagne del centro Italia vive Orlando, un anziano agricoltore, che un giorno riceve una telefonata da suo figlio Valerio, da tempo emigrato in Belgio e ora gravemente malato. L'uomo dovrà lasciare per la prima volta la sua terra natale per raggiungere Bruxelles, dove si troverà costretto a badare a Lyse, la nipote dodicenne che non aveva mai saputo di avere.