L'onda lunga - Storia straordinaria di un'associazione

Film 2021 | Documentario, 73 min.

Anno2021
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata73 minuti
Regia diFrancesco Ranieri Martinotti
TagDa vedere 2021
DistribuzioneCapetown
MYmonetro 3,34 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Francesco Ranieri Martinotti. Un film Da vedere 2021 Genere Documentario, - Italia, 2021, durata 73 minuti. distribuito da Capetown. - MYmonetro 3,34 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 11 aprile 2022

La storia del cinema italiano attraverso l'associazione che ne riunisce tutti gli autori. In Italia al Box Office L'onda lunga - Storia straordinaria di un'associazione ha incassato 498 .

Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,67
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
L'omaggio alla storia dell'ANAC offre a Martinotti l'occasione per mostrare l'evoluzione nei decenni del rapporto tra cultura e società.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 11 aprile 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 11 aprile 2022

L'Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici fu fondata nel 1952 e nasceva per opera di un gruppo di autori tra i quali figuravano Age, Sergio Amidei, Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Carlo Lizzani, Ettore G. Margadonna, Mario Mattoli, Mario Monicelli, Tullio Pinelli, Furio Scarpelli, Franco Solinas, Rodolfo Sonego, Cesare Zavattini. Dell'ANAC potevano far parte registi e sceneggiatori cinematografici. Le finalità, espresse nello statuto, comprendevano obiettivi culturali e politici direttamente collegati al grande tema della libertà di espressione.

Il fermento creativo in Italia dopo la seconda guerra mondiale ha trovato nell'ANAC una cartina al tornasole di tutto rilievo.

Francesco Ranieri Martinotti mette la sua esperienza di documentarista al servizio di una ricostruzione storica tanto accurata quanto partecipe della vita di un'associazione come l'ANAC che compie settant'anni di attività in un campo, quello cinematografico, che ha assistito a più di un mutamento nel corso dei decenni.

Non è un caso che il documentario si apra con delle dichiarazioni di Marco Bellocchio, cioè di un 'ribelle' per definizione sin dal suo primo film I pugni in tasca che anche nell'associazione provocò accesi confronti (come viene peraltro documentato). Già dalla definizione 'autori' e non 'registi' si può cogliere il senso di un'aggregazione che non voleva essere, sin dal suo esordio, un sorta di 'sindacato' o di associazione esclusivamente professionale.

L'autore non è colui che esegue ciò che altri hanno deciso; è piuttosto l'artista che controlla la propria opera in tutti gli aspetti e se ne assume al contempo la titolarità e la responsabilità. È quanto viene testimoniato nel susseguirsi delle dichiarazioni, delle immagini di repertorio e non e delle lotte che l'associazione ha sostenuto al fine di tutelare la creatività in ambito cinematografico.

Perché a guerra finita il cinema italiano faceva fatica a trovare un suo spazio su schermi letteralmente invasi da film made in Usa o comunque non di produzione nazionale. A partire da un'affollatissima manifestazione tenutasi in Piazza del Popolo a Roma e qui rievocata da Lizzani le cose iniziano a cambiare. La ricostruzione storica è accurata. Autori come Citto Maselli, Giuliano Montaldo e il sempre immancabilmente ironico ed autoironico Ugo Gregoretti non solo ricordano ma fanno 'sentire' il clima di quelle talvolta interminabili riunioni in cui non mancavano gli scontri anche vivaci ma in cui era presente un elemento che molti, anche se con accenti diversi, sottolineano e di cui lamentano se non la sparizione una diversa modalità di attuazione. Si tratta della voglia di combattere insieme per progetti condivisi come quando si riuscì ad evitare la scomparsa di Cinecittà.

Lina Wertmuller parla esplicitamente di un senso di 'famiglia' che univa gli autori. Il cedere parte della propria individualità (diciamolo in modo ancor più diretto: del proprio ego) in favore di un progetto collettivo oggi sembra essere un'operazione molto più faticosa che nel passato recente. La pandemia però ha cambiato molte cose nella fruizione del cinema e proprio un'associazione come l'ANAC potrebbe essere in grado di farsi carico di un'analisi dei problemi e della ricerca di una soluzione che non sarà a breve termine. Questo documentario finisce quindi con l'essere un riconoscimento del glorioso passato che si trasforma in un incentivo a progettare il futuro.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 19 aprile 2022
Roberto Silvestri
Film TV

1962. Gregoretti, interno Rai, con I nuovi Angeli sarà consacrato autore alla Semaine de la critique. Ma l'ANAC, associazione nata dieci anni prima per difendere dal Mercato registi e sceneggiatori, protesta per il taglio dell'episodio operaio di Monicelli da Boccaccio '70 ed esige il boicottaggio di Cannes. Gregoretti chiede a Rossellini che fare e lui, estraneo al cinema d'autore e alle corporazioni, [...] Vai alla recensione »

lunedì 4 aprile 2022
Miriam Raccosta
La Rivista del Cinematografo

In occasione del settantesimo anniversario della nascita dell'Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC), Francesco Ranieri Martinotti firma il documentario che ne ripercorre la storia, tramite interviste inedite ai protagonisti e materiali d'archivio. Il legame tra società e cinema, inteso come prosecuzione ed accrescimento culturale l'una dell'altro, ha rappresentato per decenni una combinazion [...] Vai alla recensione »

venerdì 1 aprile 2022
Giorgio Amadori
Sentieri Selvaggi

È arrivato in sala an: la storica associazione italiana fondata nel 1952 e che, da sempre, si batte per la tutela degli autori e il diritto di espressione. Il documentario, già presentato al Torino Film Festival, è il frutto di un lavoro minuzioso, cominciato negli archivi dell'ANAC. Un importante patrimonio culturale che negli anni è stato riordinato per poi venire scandagliato e curato da Alessandro [...] Vai alla recensione »

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