Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Chiara Ronchini |
Uscita | mercoledì 20 aprile 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,67 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 aprile 2022
Tramite la figura di Giovanna Marini si attraversa la grande musica popolare italiana. In Italia al Box Office Giovanna, storie di una voce ha incassato 6,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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"Nella voce ci sono secoli di storia di una musica che non ha mai avuto rispetto a confronto della musica classica", dice Giovanna Marini, che Wikipedia definisce cantautrice, ricercatrice etnomusicale e folklorista. Ma la regista e montatrice Chiara Ronchini sa che, come ricorda Marini, "si deve stare a sentire, piuttosto che decidere noi quello che è una persona": e dunque nel suo magnifico documentario Giovanna - Storie di una voce lascia parlare a lungo la sua protagonista in quel suo inimitabile "raccontar cantando", armandosi della pazienza dell'ascolto, che è l'unico modo per arrivare al cuore delle persone. La voce di Giovanna Marini, potente e lucida anche nel parlato, crea e attraversa la narrazione, assecondata dalle immagini di repertorio scelte da Ronchini che raccontano un'Italia "sottostante" fatta di operai e contadini, di campi, risaie, ciminiere, processioni a metà fra il religioso e il pagano e stazioni da cui partire, forse per non tornare più.
I materiali di repertorio dell'Istituto Luce e quelli dell'Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ricostruiscono quella società in cambiamento che Marini ha attraversato muovendosi sempre all'interno della musica.
Dapprima quella del conservatorio, poi quella della tradizione orale, facendo ricerca, raccogliendo e archiviando, per poi reinventare e riproporre il canto popolare "spostando il rito in palcoscenico" e "sottolineando le differenze nei mielisimi". Così la studentessa della buona borghesia romana si è messa a "cantare come una contadina o una pescivendola" esponendo il potere anarchico della voce, la sua capacità di sovvertire l'ordine sociale, giacché la musica folk "spesso nel testo nascondeva la rivolta". Ciò nonostante Marini ha diffidato della canzone apertamente politica, perché per lei "la musica di protesta, non è interessante: i testi sono troppo diretti, non hanno nessuna poesia...parlano solo di concetti, rifiutando l'empatia con la gente". Invece alla cantautrice "interessa soprattutto l'essere umano, l'entrare in contatto attraverso la musica": tanto da accorgersi che "andando in giro per trovare i suoni trovavo in realtà la gente". Gente al margine, immigrati (all'epoca soprattutto dal Sud al Nord), donne di servizio, minatori, mondine, stagionali, che popolano i dopolavoro e le Case del popolo, i centri anziani e i circoli Arci, le fabbriche e le campagne: tutti luoghi dove Giovanna ha suonato (perché è prima di tutto una musicista) e cantato, con quella voce che è uno strumento "con cui puoi fare tutto quello che vuoi". Dall'esperienza del Nuovo canzoniere italiano alla Casa della cultura di Milano, dal rapporto con Pasolini a quello con Paolo Pietrangeli, dall'adesione al Partito Comunista alle rivendicazioni femministe, dal viaggio in America che l'ha avvicinata a Joan Baez e Bob Dylan nonché ai talking blues, che lei ha trasformato in ballate interminabili in qualche modo antesignane del rap contemporaneo.
"La musica popolare ha una veridicità dentro che commuove", dice Giovanna. "È proprio fatta apposta, in modo tecnico, per suscitare le emozioni". Ed è emozionante anche ascoltarla cantare, insieme a tanti compagni di avventura, e combinare così efficacemente musica "alta" e musica del popolo. Nonché, ad 84 anni, rammaricarsi perché oggi "è cambiata la vita: non cantiamo più" e denunciare il "declino sul quale stiamo scivolando, quello della scorciatoia, dell'acceleratore, del non ascoltare più tanto: ovvero del consumismo mentale". Giovanna - Storie di una voce è una medicina per l'animo e un viatico per il presente partendo dalle radici del passato: una road map da seguire come Woody Guthrie sui treni merci verso il West, per ricordarci da dove veniamo e ritrovare il senso di dove vogliamo andare.
Omaggio a Giovanna Marini, icona della musica folk italiana e protagonista della Storia italiana. Il doc racconta l’impegno di una vita a sostegno della musica popolare e il meticoloso lavoro di raccolta e studio dei canti popolari, che parlano di amore, famiglia e difficolta della cultura subalterna del nostro Paese. Una riflessione sull'utilizzo della voce, veicolo di ricerca e azione sulla realtà.
«Con la voce puoi fare tutto quello che vuoi». Fuori dal conservatorio, maestra di liuto, Giovanna Marini ha inventato nuovi suoni, si è intromessa negli interstizi delle note e ha creato la sua banda musicale. Stagliata su fondo nero nel film di Chiara Ronchini, la musicista diffonde ritmo, e racconta la sua vita di nomade per l'Italia dietro «la storia orale cantata», l'avventura dell'incontro con [...] Vai alla recensione »
È un documentario sicuramente importante quello dedicato a una delle figure più significative del panorama musicale italiano, ovvero Giovanna Marini. Il film si chiama Giovanna, storie di una voce e lo ha girato Chiara Ronchini che nasce come montatrice ma che da qualche tempo si è dedicata anche alla regia. È un documentario molto ricco che combina, se abbiamo contato bene, cinque tipologie di materiali, [...] Vai alla recensione »
Giovanna Marini è in un salotto di Milano, negli anni '50. È stata invitata a suonare il pianoforte in occasione di una serata letteraria. Suona bene, d'altronde è diplomata al Conservatorio, ma è una bravura che non impressiona Pier Paolo Pasolini, lì presente. "Ma non ti fermi mai?", le chiede vedendola suonare infervorata. "È il mio lavoro, se vuoi posso suonare tutta la notte", risponde mentre [...] Vai alla recensione »