Napoleone. Nel nome dell'Arte

Film 2021 | Arte,

Anno2021
GenereArte,
ProduzioneItalia
Regia diGiovanni Piscaglia
AttoriJeremy Irons .
Uscitalunedì 8 novembre 2021
TagDa vedere 2021
DistribuzioneNexo Digital
MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Giovanni Piscaglia. Un film Da vedere 2021 con Jeremy Irons. Genere Arte, - Italia, 2021, Uscita cinema lunedì 8 novembre 2021 distribuito da Nexo Digital. - MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 maggio 2023

Un documentario con la guida eccezionale di Jeremy Irons. In Italia al Box Office Napoleone. Nel nome dell'Arte ha incassato 77,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un racconto dettagliato e denso sulla vita e le azioni dell'imperatore francese.
Recensione di Rossella Farinotti
giovedì 2 settembre 2021
Recensione di Rossella Farinotti
giovedì 2 settembre 2021

Quando Jacques-Louis David, nel 1805, realizza la grande tela l'Incoronazione di Napoleone, segue le istruzioni dell'Imperatore: documentare il momento in cui il Bonaparte incorona Giuseppina di Beauharnais. Dunque, l'artista di corte, il pittore che ancora oggi simboleggia quel periodo storico vivace e di cambiamento, ritrae un Napoleone in azione, già incoronato, mentre trasmette il suo potere alla compagna. Quest'azione è indicativa della personalità forte e colta di un uomo che, sin dagli esordi della sua carriera militare, intuì da subito l'importanza della cultura e dell'arte come arma di scambio e di competenze. Napoleone sapeva che, attraverso ai manoscritti, alle opere del passato, ai musei e monumenti, alle istituzioni culturali legati all'arte, alla musica, alla ricerca e alla conversazione, avrebbe potuto lasciare una grande traccia e una buona memoria di sé.

Napoleone. Nel nome dell'arte è un racconto dettagliato e denso sulla vita e le azioni dell'imperatore francese che il regista, Giovanni Piscaglia, tratta sotto diverse tematiche legate dal filo conduttore della passione di Napoleone per la cultura.

Bonaparte, un borghese nato in Corsica che, già dagli studi assidui a cui si dedica in Francia, indirizza il suo percorso nel cambiare le regole di un paese che diventerà, da fine settecento, un esempio per tutti. Un "self made man" che rincorre gloria e rispetto e che, ad ogni azione, guerra, campagna, rappresentazione pubblica, decide di farsi accompagnare dai più noti intellettuali, scienziati e studiosi del suo tempo. La campagna d'Egitto, una spedizione militare durata dal 1798 al 1801, è il primo esempio della storia in cui un capo di Stato e le sue truppe vengono affiancati da chimici, archeologici, architetti, urbanisti, professori, incisori, illustratori. Questi personaggi illustri della cultura francese, definiti i "savants", sono testimonianza nelle pubblicazioni della Description de l'Égypte.

Il racconto su Bonaparte inizia da Milano, città amata da Napoleone che ancora oggi vive delle sue tracce. Sotto l'imperatore, nella capitale longobarda, nacquero realtà importantissime: il Teatro alla Scala, la Pinacoteca di Brera e la sua preziosa biblioteca, la Braidense, dalla quale uno straordinario Jeremy Irons - la cui voce narrante accompagnerà tutto il documentario - narra le azioni del militare francese. E poi ancora il Conservatorio, l'Arco della Pace o una nuova disposizione di alcuni impianti urbanistici, che ricordavano Parigi. Il direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburn, passeggia davanti ai capolavori di Mantegna, Bellini e Raffaello, raccontando come parte della collezione e, in particolare, Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, furono soggetti di scambio da città e paesi conquistati. Napoleone voleva educare la borghesia francese attraverso i capolavori italiani. Per questo il percorso espositivo del Louvre fu affidato a Robert Lefevre, pittore e autore di uno dei ritratti più iconici del Bonaparte, che terminò l'allestimento del museo nel 1793 legandolo a un percorso cronologico per insegnare al pubblico la storia, mostrando come, attraverso l'archeologia, l'illustrazione, la pittura e la scultura, l'uomo ha il diritto di emanciparsi. Per Napoleone il Louvre era un "pilastro" della politica. Un luogo che dimostrava il suo status potente e che legava la cultura a una forte propaganda sociale e politica.

Il documentario accompagna lo spettatore tra luoghi preziosi e storie importanti grazie a professionisti che raccontano il Bonaparte sotto i più diversi aspetti. Dalle imprese politiche e il suo modo d'agire citati dallo scrittore Luigi Mascilli Migliorini, alle note musicali inedite di Pollini scovate nella biblioteca del Conservatorio Verdi da Licia Sirch e suonate sotto le arcate del Duomo dall'Orchestra Fondazione "i Pomeriggi Musicali" - il luogo dove Napoleone si incoronò il 26 maggio 1805 - all'archeologo Salvatore Settis, o a Lucia Milazzo, restauratrice che mostra allo spettatore i gioielli e la corona napoleonica. E poi la Riforma della Scuola, del Codice Civile, la scoperta, in Egitto, della Stele di Rosetta che, dal 1822, ha permesso di decifrare la scrittura geroglifica e la famosa espoliazione delle opere, ancora oggi sotto analisi per far rientrare alcuni capolavori ai propri luoghi d'origine. Napoleone ha fatto quasi dimenticare le morti, le guerre, le sconfitte grazie a queste tracce lasciate, sedimentando anche negli scritti di intellettuali come Alessandro Manzoni che, proprio a Milano, gli dedicò la poesia del "Cinque maggio": "Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro".

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NAPOLEONE. NEL NOME DELL'ARTE disponibile in DVD o BluRay

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FOCUS
FOCUS
martedì 26 ottobre 2021
Pino Farinotti

Arriva nelle sale l’esclusivo docufilm Napoleone. Nel nome dell’arte a duecento anni dalla morte di Bonaparte. L’opera è un focus su un segmento particolare, fra le centinaia, che riguarda il Bonaparte, quello dell’arte.  Si parte da un dato che può apparire uno slogan, uno strillo da film, in realtà è una verità: dopo Gesù Cristo, Napoleone è l’uomo più famoso della storia. Ed è legittimo dire, “conoscendolo”, che l’uomo, nel momento in cui tutto ciò che voleva e che toccava si realizzava, quando era padrone dell’Europa e di tutto, consapevole della propria grandezza fisica e metafisica, magari potesse credersi dio. Peccato che… fosse mortale.

Durante la “dolorosa deriva di Sant’Elena”, prima della morte, Napoleone pensava, lo si legge nelle sue memorie, che il mondo lo avrebbe ricordato non solo per le battaglie, ma per aver portato alle genti cultura e bellezza, creando la scuola pubblica e l’idea di museo universale. La ragione che lo aveva portato a fondare il museo del Louvre e l’Accademia di Brera; è a partire da questo assunto che nasce Napoleone. Nel nome dell’arte, un documento col commento, di gran classe, di Jeremy Irons, Premio Oscar, prodotto da 3D Produzioni Nexo Digital, in partnership con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia, in arrivo nelle sale italiane i giorni 8, 9, 10 novembre.

Il soggetto è di Didi Gnocchi, che firma la sceneggiatura con Matteo Moneta. La regia è di Giovanni Piscaglia. Rilevante è la colonna sonora originale di Remo Anzovino e l’esecuzione, per la prima volta da allora, del brano originale composto per la cerimonia di incoronazione di Napoleone a re d’Italia, recentemente riscoperto nell’archivio del Conservatorio di Milano.

Bonaparte al di là della sua ambizione senza confini, sentiva il bisogno di conoscenza e intendeva associare la sua immagine alle grandi civiltà del passato. Durante le campagne militari promosse ricerche, furti colossali di opere e scavi archeologici, soprattutto in Italia e in Egitto, dove venne scoperta la famosa Stele di Rosetta. Fondò i primi musei pubblici del mondo, come il Louvre e la Pinacoteca di Brera. Il film parte con l’incoronazione di Napoleone a re d’Italia nel Duomo di Milano il 26 maggio 1805: una sintesi del legame della cultura graco-romana, con quella rinascimentale e con l’eredità longobarda, nel segno della Corona Ferrea che il nuovo re si mise sul capo al culmine della cerimonia. Irons e alcuni specialisti del tema-Napoleone esplicitano la sua figura con competenza e efficacia. Alcuni dei loro argomenti. “Un grande organizzatore, un uomo che aveva visione e sapeva creare consenso. Amava il potere, lo suonava come un violino, era ossessionato dall’dea di avere il controllo, per questo guidava ogni cosa che faceva.” “Una macchina dei sogni, che alimentava con la forza della cultura e della seduzione dell’arte. Arte che Napoleone amava, soprattutto saccheggiava nei paesi conquistati con le armi. Capolavori che venivano inseriti nei trattati di pace che l’imperatore e i suoi emissari firmavano con i sovrani spodestati.”

“Nella Francia rivoluzionaria era sorta l’idea che la Francia dovesse essere la patria delle arti in quanto era la patria delle libertà.”

“Il Louvre vuole essere universale perché, dal punto dista ideologico la Francia vuole essere la patria dell’universalità. I francesi hanno voluto esporre tutte le culture del mondo.”

Napoleone voleva che Brera fosse il Louvre italiano, un modo nuovo e dinamico di creare arte contemporanea, arte che fosse rilevante per la sua epoca.”

Irons chiude: “Ognuno di noi può nascere in Corsica, diventare generale, dominare l’Europa e… scomparire in mezzo all’Atlantico. E, alla fine, trovare il proprio posto insieme ai grandi immortali.  

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 9 novembre 2021
Sara Colombini
Film TV

Passeggiando nel Duomo milanese, Jeremy Irons fa didattica sul rapporto tra Napoleone e l'arte. Una storia d'amore e di potere scritta visivamente da movimenti di macchina attorno alle opere che Napoleone ha saccheggiato e all'iconografia che lo ha rappresentato, da riprese aeree sui luoghi di questo incontro (Egitto, Roma, Parigi, Milano) e dal montaggio di scene cinematografiche che preservano il [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
venerdì 15 ottobre 2021
 

L'esclusivo docu film a duecento anni dalla morte del Bonaparte. Dall'8 al 10 novembre al cinema. Guarda il trailer »

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