Titolo originale | À plein temps |
Titolo internazionale | Full Time |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Eric Gravel |
Attori | Laure Calamy, Anne Suarez, Geneviève Mnich, Nolan Arizmendi, Sasha Lemaitre Cremaschi Cyril Gueï, Lucie Gallo, Agathe Dronne, Cyril Masson, Olivier Faliez, Karine Valmer. |
Uscita | giovedì 31 marzo 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,58 su 30 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 marzo 2022
Determinata a cambiare lavoro, una giovane madre si imbatte in una serie di ostacoli. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 4 candidature e vinto 2 Cesar, ha ottenuto 2 candidature a Lumiere Awards, In Italia al Box Office Full Time - Al cento per cento ha incassato 92 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Julie ha due figli, un ex marito che non paga in tempo gli alimenti e un lavoro molto al di sotto delle sue capacità, con il quale mantiene a stento la famiglia. Ogni giorno si sveglia prima dell'alba, affida i bambini a una vicina anziana che le ha già detto che non ce la fa a tenerli, e si butta nel traffico del lungo tragitto che la porta dai sobborghi di Parigi alla capitale francese. E poiché in Francia in quel momento è in corso un prolungato sciopero dei mezzi di trasporto arrivare in città diventa un'impresa rocambolesca, cui Julie si dedica con ogni stratagemma. Il management dell'albergo a cinque stelle presso cui è capocameriera però non accetta scuse, e minaccia ad ogni ritardo di privare la donna dell'unico lavoro che è riuscita ad ottenere, quando invece è qualificata per occuparsi di statistiche di marketing.
Full Time è una corsa trafelata contro il tempo e il percorso a ostacoli di una mamma single lavoratrice attraverso la contemporaneità.
L'eccellente regia di Eric Gravel asseconda il ritmo affrettato e la preoccupazione costante di Julie, facendoci fare il tifo per lei dalla prima all'ultima scena, ma anche ricordandoci quanto tutti noi viviamo di corsa, inseguendo lavori sempre meno pagati e sempre più stressanti. La sceneggiatura, sempre di Gravel, è estremamente precisa e riconoscibile, mai esagerata, mai mesta o strappalacrime, anche se davvero c'è da commuoversi per la lotta impari della sua protagonista.
Il cuore pulsante del film è Laure Calamy che dà alla sua Julie pathos e leggerezza, autentica disperazione e altrettanto autentica dolcezza, creando il ritratto assai contemporaneo di una donna capace e piena di risorse costretta a saltare dentro i cerchi infuocati e sempre più ristretti della modernità.
Julie è una (super)eroina dei nostri tempi, una madre coraggio senza retorica e senza piagnistei, una centometrista del lavoro. Nonostante la fatica sa mantenersi piena di inventiva, sa ancora sorridere, e sa rimanere umana, contrariamente ad alcune delle persone che le mettono i bastoni fra le ruote.
C'è qualcosa di irresistibilmente tenero, e allo stesso tempo inarrestabilmente coraggioso, in questa donna minuta che corre da mattina a sera, ma sa anche rallentare per regalare agli altri un gesto gentile, una piccola attenzione. Full Time ricorda per molti versi La ricerca della felicità di Gabriele Muccino, ma senza toni melodrammatici e senza derive sentimentali. Julie, come molte donne di oggi, è una regina dell'affanno e una guerriera della vita. E alla fine si ha tanta, tanta voglia di abbracciarla.
FULL TIME - AL CENTO PER CENTO disponibile in DVD o BluRay |
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Non sarebbe errato parlare di Full Time come di un film di genere, in quanto la tensione adrenalinica di questa donna in perenne movimento acquista a tutti gli effetti la connotazione del thriller “sociale”. Nel vedere questa parabola sociale così riuscita, dimenticate la Parigi cromaticamente calorosa di Midnight in Paris o de Il favoloso mondo di Amelie: la capitale francese [...] Vai alla recensione »
sul filo dell'ansia/angoscia che questo film oserei dire thriller psicologico allo stato puro evoca,peccato per il finale che lascia qualche domanda irrisolta come se ci fosse un seguito,come farà cosa la protagonista è stato lasciato allo spettatore risolverlo!
(Albert Camus) Oltre a quanto scritto da Paola Casella che condivido il film, pure nel suo "realismo eroico", possiede anche i caratteri del thriller e di un fil di fantascienza distopica con momenti concitati (bene sostenuti dalla colonna sonora) che si alternano ad altri di apparente calma dal che bruscamente [...] Vai alla recensione »
A’ plein temps (a tempo pieno) si svela già dai primi fotogrammi dei titoli di testa. Una telecamera segue da vicinissimo un corpo, sdraiato, che respira affannosamente, mentre dorme. Il sonno disturbato è della protagonista, madre di due figli piccoli, separata, che vive nella periferia di Parigi ma lavora in pieno centro, nel periodo degli scioperi e delle manifestazioni [...] Vai alla recensione »
Quando Julie ottiene finalmente un colloquio nell'ambito lavorativo per cui ha studiato, la sua diventa una vera e propria corsa contro tutti: contro i turni del suo impiego attuale come capo cameriera in un hotel di lusso; contro Parigi, che con il suo sciopero nazionale sembra mettercela davvero tutta per impedirle di arrivare in orario ai suoi appuntamenti, prima di riuscire a giungere finalmente a casa, stremata, dai suoi due figli.
Infatti la corsa di Julie, interpretata da Laure Calamy (di recente è stata Noémie Leclerc nella fortunata serie Chiami il mio agente!), è soprattutto una costante corsa contro il tempo, in questo film di Eric Gravel dall'esplicativo titolo Full Time. Julie non ha mai tempo di fare nulla e questa mancanza è direttamente proporzionale a quella di denaro, che rende l'esistenza della protagonista un'esistenza priva di dignità.
E in fondo da quando il cinema racconta il lavoro, sembra sempre essere questo uno dei temi principali: il tempo, la cui qualità garantisce un'esistenza dignitosa. Pensiamo alla cinematografia del regista inglese Ken Loach, e tornando molto indietro negli anni, a Tempi Moderni di Charlie Chaplin, in cui, assecondando il tempo della fabbrica (e quindi del denaro) Charlot si riduceva a non avere più il controllo del proprio corpo e delle proprie azioni (“Tramite la macchina, il tempo è divenuto il nostro sovrano” scriveva Erich Fromm nel suo "Avere o Essere?").
D'altronde il cinema è l'arte che meglio di tutte è in grado di restituire l'andamento del tempo. Lo fa con il montaggio certo, ma nel caso di Full Time, anche attraverso una regia meticolosa, che a ragione è valsa a Eric Gravel il premio per la Miglior Regia della sezione Orizzonti alla 78. Mostra del Cinema di Venezia. È proprio tramite la scelta delle sue immagini, prima ancora che attraverso il ritmo serrato del montaggio, che Gravel restituisce il senso di affanno e di panico che attanaglia la protagonista, mortificando al limite della sopportazione ogni singolo minuto della sue giornate.
Sono prima di tutto le immagini della città di Parigi, che scorre veloce e impietosa attraverso i finestrini delle innumerevoli macchine su cui sale Julie, ridotta a fare l'autostop per raggiungere la Capitale dalla periferia in cui abita. Una Capitale che appare severissima, e che vomita essa stessa attraverso il fumo divampato dai fuochi delle proteste, le grida dei lavoratori che denunciano a gran voce le loro condizioni di vita. Che poi i problemi di Julie scaturiscono soprattutto dagli scioperi che paralizzano la città, e in questo modo Gravel restituisce abilmente quella diabolica impasse per la quale la lotta è, e sempre sarà, una questione fra poveri.
Insomma è un cinema, questo di Full Time, che si muove a favore del recupero di un tempo che scorra per tutti in modo dignitoso. E rimanendo in Francia e in zona scioperi, registicamente anche Stéphane Brizé ha saputo restituire magistralmente il tempo concitato della protesta, con film come La legge del mercato, In guerra (guarda la video recensione), o il recente Un altro mondo, (anch'esso al Lido lo scorso anno), dove il punto di vista è questa volta quello del padrone.
Da qualche anno Laure Calamy illumina i grandi schermi francesi con la sua energia e vitalità. Dopo una lunga carriera da attrice di teatro e piccoli ruoli al cinema, viene scelta per interpretare Noémie nella serie tv Chiami il mio agente! disponibile tutt’ora su Netflix. Classe ‘75 e nativa di Orléans, Madame Calamy ci mostra che anche a quarant’anni si può raggiungere il successo e vincere un César. Le sue doti l’hanno quindi portata ad avere numerosi ruoli principali tra cui Julie in Full time - Al cento per cento, dal 31 marzo al cinema.
La passione per il cinema nasce molto presto ma la ragazza si dedica fin da giovane agli studi di teatro, trasferendosi a Parigi e frequentando il Conservatorio Nazionale d’Arte Drammatica. L’incontro con il drammaturgo Olivier Py, nonché direttore del Festival di Avignone dal 2013, segna l’inizio di una intensa carriera. L’attrice si ritrova quindi ad interpretare opere di Brecht, Corneille, Shakespeare passando per i principali teatri francesi. Nel 2018 ottiene addirittura un Molière grazie ad uno spettacolo teatrale.
In parallelo, ottiene piccoli ruoli nel cinema, sempre apprezzati dalla critica. Il cortometraggio La Contre-allée (2014) presentato alla Semaine de la Critique di Cannes la porta a vincere un premio al Sundance Film Festival. Nel 2015, cominciano le riprese di Chiami il mio agente!, esperienza che darà una svolta la carriera. La serie tv riscontra un successo internazionale e le produzioni cominciano a chiamarla per dei ruoli da protagonista. Io, lui, lei e l'asino di Caroline Vignal la porterà a guadagnarsi il César per la Migliore Attrice nel 2021, una delle ricompense più prestigiose in Francia.
Basta sentirla parlare per qualche minuto, alle cerimonie di premiazione o durante le interviste, per farci contagiare dalla sua risata frizzante e dalla sua naturale spontaneità. È quel tipo di interprete che riesce a calarsi in ruoli divertenti ed isterici, fino a trasmetterci tutta la serietà di un dramma. Perfetta anche in un film in costume come Mademoiselle de Joncquières, Laure Calamy si merita tutta la popolarità fino ad ora raggiunta.
Dopo l’esperienza da protagonista in Femme du monde, rieccola al cinema lo stesso anno con Full time - Al cento per cento di Éric Gravel. Selezionato alla 78. Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del premio Orizzonti per la Migliore Regia e Migliore Attrice, il film ci porta nella frenetica e stancante vita di una madre divorziata. Julie lavora come governante in un hotel di lusso nel centro di Parigi per mantenere i suoi due figli. Abita nelle periferie della capitale e, ogni giorno, deve svegliarsi all’alba per poter prendere il suo treno, come tutta quella popolazione che non si può permettere l’affitto esorbitante della Parigi intra-muros.
Julie è una donna schiacciata dal peso della responsabilità verso i propri piccoli e conduce una vita in apnea, cercando di sopravvivere a stenti in una città piuttosto ostile. Gli scioperi ricorrenti sulla sua linea RER le compromettono il lavoro e la gestione della famiglia è un altro problema importante… nonostante questo, Julie non può fermarsi un attimo. Il film è una corsa contro il tempo, contro gli scioperi e contro le ingiustizie della vita. Laure Calamy incarna una di quelle persone invisibili che popolano le grandi città; malgrado tutte le difficoltà personali, anche al lavoro non deve mai farsi notare.
Una vita di corsa, senza un attimo di tregua e fino all'ultimo respiro, per la protagonista Julie ma anche per lo spettatore, costretto a condividerne ansie e speranze. L'ansia di svegliarsi all'alba per spostarsi dalla campagna in cui abita a Parigi dove fa la capocameriera in un hotel di lusso; la speranza che un colloquio di lavoro la promuova a esperta di statistiche.
Julie vive costantemente sul filo del rasoio: cresce da sola due figli piccoli, abita in campagna e lavora in un prestigioso albergo a Parigi in attesa di un lavoro migliore, per cui si sta dando da fare. Ogni giorno è un faticoso incrocio di treni, autobus, figli da andare a prendere e portare a scuola, impegni da ricordare, commissioni da sbrigare.
L'affanno parte quando ancora lo schermo è nero. Poi, mentre la macchina da presa opera una sorta di dissezione anatomica di un corpo dormiente immerso nel buio, scivolando morbida su un capezzolo, due labbra o una palpebra, il respiro si fa ancora più affannoso fino a quando viene interrotto dal suono violento della sveglia. La vita di Julie - poco più di 40 anni, divorziata, due figli piccoli da [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che sembra di avere già sentito ma non avevamo ancora visto. Storie che continuiamo a raccontare aggiungendo ogni volta un ritmo, un tono, una prospettiva, un dettaglio capaci di illuminare una porzione di mondo (anche interiore) più ampia di quella che occupa lo schermo. A prima vista infatti il copione di "Full Time" (A plein temps"), seconda regia del franco-canadese Eric Gravel (premiato [...] Vai alla recensione »
Laure Calamy ha un dono. Laure Calamy ha un viso straordinario. Laure Calamy si muove con naturalezza assoluta tra i registri della commedia e del dramma. Laure Calamy per l'interpretazione del ruolo di Julie, madre single in Full time - Al cento per cento, ha vinto alla 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia il premio Orizzonti come migliore attrice (e il suo regista Eric Gravel [...] Vai alla recensione »
Julie rassetta le camere in un albergo a cinque stelle di Parigi. Vive in periferia con i due figli. Il marito tarda e ritarda con gli alimenti. La vicina minaccia di non tenerle più i bambini se ancora farà notte per gli straordinari. I treni sono in sciopero, e lo saranno per giorni senza fasce di garanzia (in Francia succede, di rado ma succede).
Il lavoro precario è un tema molto sentito nel cinema francese e, più o meno per caso, nel giro di una settimana arrivano sui nostri schermi tre lungometraggi che trattano molto bene l'argomento. Del resto in questi mesi si sta registrando l'uscita di parecchi bei film d'Oltralpe, che dovrebbero costituire un incentivo ad andare al cinema mentre più probabilmente si contendono l'attenzione di pochi [...] Vai alla recensione »
Una donna sta dormendo. La cinepresa la riprende da vicino, dolcemente. Sarà l'unico momento in cui Julie non corre, senza fiato, contro il mondo e contro il tempo. Poi suona la Sveglia e comincia la corsa di questa madre single che ha scelto di crescere i figli in periferia, ma lavora a Parigi, cameriera in una residenza di lusso. La durissima routine di Julie? Creare calma, lusso e voluttà peri suoi [...] Vai alla recensione »
Di corsa all'alba i bambini dalla vicina, di corsa ai treni per Parigi, di corsa per il turno di lavoro, di corsa quando i gilet gialli bloccano per giorni i mezzi, capo-cameriera separata, soldi contati, rischia il licenziamento per uscire dall'incubo. Cinepresa nei nostri occhi dietro a Laure Calamy (premiata a Venezia), e montaggio estratto dal suo cuore affannato, è insieme condizione di vita ed [...] Vai alla recensione »
Julie (Laure Calamy, una delle meravigliose protagoniste della serie "Chiami il mio agente!") corre. Sale su autobus e treni, accetta passaggi, noleggia furgoncini per raggiungere dalla periferia il proprio posto di lavoro a Parigi, paralizzata dallo sciopero dei mezzi pubblici e da proteste sociali sempre più violente. È separata con due figli che lascia all'alba a una vicina di casa per riprenderli [...] Vai alla recensione »
È una vita in apnea quella condotta da Julie (Laure Calamy) in Full time - Al cento per cento di Eric Gravel: due figli piccoli ed esigenti, una baby-sitter anziana e stanca, un ex marito latitante (che spesso e volentieri si dimentica di pagare gli alimenti) e un lavoro precario e ampiamente al di sotto delle sue qualifiche. In più è un periodo di scioperi selvaggi nei trasporti pubblici, e riuscire [...] Vai alla recensione »
Osannato eccessivamente al Festival di Venezia e, quindi, caricato di troppe aspettative, il film di Gravel racconta la storia di una eroina. Una madre single che abita nella periferia di Parigi, costretta ogni giorno a svegliarsi all'alba, portare i figli da un'anziana tata e correre all'impazzata per prendere treni e timbrare in orario. Uno sciopero dei trasporti, però, blocca tutto e ha un decisivo [...] Vai alla recensione »
Divorziata e madre di due figli, Julie corre tutto il giorno rifacendo letti in un lussuoso albergo parigino e cercando un posto di lavoro all'altezza della sua formazione. Proprio quando ottiene un importante colloquio, in Francia scoppia un lungo sciopero dei mezzi di trasporto che renderà la vita quotidiana un vero e proprio incubo. Diretto da Eric Gravel e interpretato da Laure Calamy, vincitori [...] Vai alla recensione »
Come filmare il lavoro? La scommessa in questo confronto di ritmi, geometrie, punto di vista, posto dello spettatore è sempre rischiosa, e forse ancora di più oggi che la dimensione lavorativa si è frantumata in una moltitudine di individui e di contraddizioni. Quali piste seguire, dunque? Il cinema d'oltralpe ha in questo una sua «tradizione» più articolata (almeno rispetto all'Italia) anche sul piano [...] Vai alla recensione »
Premiato alla 78a Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti per la Miglior regia e la Miglior interpretazione femminile, Laure Calamy (gia` protagonista della serie Chiami il mio agente!), Full Time Al Cento per Cento non è un thriller, ma ne possiede lo stesso ritmo al cardiopalma. Intenso e angosciante nel suo essere coinvolgente, è un film che tutti dovrebbero vedere.
Un lavoro stressante. Due figli piccoli. Un lungo, lunghissimo sciopero dei trasporti. La grande città di Parigi, troppo lontana da casa propria per poter fare da pendolare. E poi, ancora, continue corse all'impazzata al fine di poter arrivare puntuale a ogni appuntamento. Il lungometraggio Full Time - Al cento per cento - opera seconda del regista Éric Gravel, già presentato in anteprima all'interno [...] Vai alla recensione »
Il tempo. O meglio la mancanza di tempo. E naturalmente il lavoro: in À plein temps, in uscita con il titolo Full Time - Al cento per cento per evitare sovrapposizioni con A tempo pieno (L'emploi du temps, 2001, di Laurent Cantet che, ispirandosi alla tragica vicenda di Jean-Claude Romand - al centro del romanzo L'avversario di Emmanuel Carrère e della omonima trasposizione cinematografica di Nicole [...] Vai alla recensione »
È stata una delle sorprese della 78esima edizione della Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica, laddove ha realizzato una meritata doppietta nella sezione Orizzonti aggiudicandosi i premi per la migliore interpretazione femminile e quello per la miglior regia. Effettivamente ripensando al palmares della kermesse lidense, quelli conquistati da Full Time - Al cento per cento mettono in evidenza [...] Vai alla recensione »
La musica martella i secondi e sale in crescendo, ossessiva partitura per il "thriller" del franco-canadese Gravel (da Montréal a Parigi) scandito da Julie (Laure Calamy), divorziata, due figli piccoli, lavoro da donna delle pulizie in un hotel a 5 stelle parigino, casa lontana, nei sobborghi. Una luce soffusa ne accarezza i lineamenti prima dell'alba, prima della corsa continua, dal treno al posto [...] Vai alla recensione »
Non citeremo un vecchio quanto irresistibile sketch della Tv delle ragazze per chiederci - e ottenendo una risposta sbagliata - come faccia Julie, la protagonista di Full Time - Al cento per cento, a gestire una vita piena di impegni e vissuta sempre di corsa. Ma davvero ci si chiede come riesca a fare a tutto, a soddisfare le esigenze altrui mettendo da parte se stessa con i suoi sogni e bisogni. Vai alla recensione »
Madre separata di due figli, Julie vive in un paesino vicino a Parigi. La mattina si sveglia col buio, affida i bambini alla vicina di casa e raggiunge con i mezzi pubblici l'hotel di lusso dove lavora, in centro. Aveva studiato Economia e lavorato in aziende, ma adesso rifà le stanze, supervisiona le colleghe, le forma. Riesce a stento ad arrivare a fine mese, cercando di eludere le telefonate della [...] Vai alla recensione »
Full Time - Al cento per cento di Eric Gravel, vincitore all'ultima Mostra di Venezia del Premio Orizzonti per la miglior regia e la miglior interpretazione femminile, inizia con i dettagli fisici della sua protagonista dormiente. Catturati dalla più drastica prossimità, i contorni e le forme del corpo si astraggono, frammentano il fisico in più parti, lo alienano dalla sua sembianza umana.
"Full Time- Al cento per cento" è una pellicola francese scritta e diretta dal regista Éric Gravel. Il film, disponibile nelle sale italiane dal 31 marzo, si è aggiudicato - all'interno della sezione "Orizzonti" dell'ultimo Festival di Venezia - il Premio per la migliore regia e per la miglior attrice. La protagonista, interpretata magistralmente da Laure Calamy, è una donna che vive in una cittadina [...] Vai alla recensione »
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2021 nella sezione Orizzonti dove ha vinto il premio per la miglior regia e per la miglior interpretazione femminile, Full Time - Al cento per cento è il secondo lungometraggio del francese Eric Gravel che nel 2017 aveva esordito con Crash Test Aglaé, una commedia al femminile che parlava anche di delocalizzazione.
Impegnata a crescere da sola due figli, Julie corre tutto il giorno rifacendo letti in un lussuoso albergo parigino e cercando un posto di lavoro all'altezza della sua forma-zione. Proprio quando ottiene un importante colloquio, in Francia scoppia un lungo sciopero dei mezzi di trasporto che renderà l'arrivo in città un vero e proprio incubo quotidiano.
Julie, divorziata, vuole vivere e crescere i figli - due - lontano dalla Cité. Ma lavora proprio qui, a Parigi, come donna delle pulizie di un hotel cinque stelle, e raggiungerlo ogni mattina, alzandosi ben prima dell'alba, è un'impresa degna di una miracolata, specialmente quando è in atto uno sciopero generale dei trasporti e trovare qualcuno che si occupi gratuitamente dei bambini (le babysitter [...] Vai alla recensione »
Julie corre. Corre per tenere in piedi i pezzi della sua vita. Corre a prendere il treno ogni mattina, quando ancora fa buio, che la porta dal paesino di campagna in cui vive coi due figli piccoli a Parigi, dove lavora come capo cameriera in un hotel di lusso. Corre a prendere la metro e a recuperare i figli a tarda sera dalla vicina. Corre a fare la spesa, a comprare regali di compleanno.
À plein temps chiede di prendere una posizione precisa. Il dramma sociale e lavorativo vissuto dalla protagonista Julie (interpretata da una grandissima Laure Calamy) è lo specchio di un mondo che rischia di consumare lentamente, di risucchiare l'esistenza nel vortice incessante ed opprimente della vita metropolitana, trascinando piano piano lontano dalla famiglia e dagli affetti.
Alla Mostra è per così dire in seconda fila, nella sezione Orizzonti, ma è uno dei migliori film di quest'anno. "Full Time" (À Plein Temps) di Eric Gravel è la sintesi esatta di una condizione che ogni mamma lavoratrice separata - spesso anche sottoccupata, rispetto ai suoi titoli di studio - conosce fin troppo bene. La vita è un'eterna corsa contro il tempo.