Titolo originale | Miracol |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Romania, Repubblica ceca, Lettonia |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Bogdan George Apetri |
Attori | Ioana Bugarin, Emanuel Parvu, Cezar Antal, Ovidiu Crisan, Valeriu Andriuta Natalia Calin. |
Uscita | giovedì 27 ottobre 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Trent Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,61 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 ottobre 2022
Un film indipendente su una giovanissima suora che ha scelto Dio. Ma fa i conti con qualche dubbio. In Italia al Box Office Miracle - Storia di destini incrociati ha incassato 47,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La giovane suora Cristina esce di soppiatto dal monastero dove vive e si reca in città per sbrigare una faccenda urgente. Dopo aver girato tra l'ambulatorio di un ospedale, un palazzo della periferia e una stazione di polizia, decide di fare ritorno al monastero e sale a bordo di un taxi. Nel corso del viaggio, però, è assalita dal tassista e brutalmente violentata. Indagando sul caso, l'ispettore Marius Preda ricostruisce la giornata di Cristina e prova a farsi raccontare da lei, ridotta in fin di vita, come sono andate le cose. Marius rintraccia il presunto colpevole, lo porta sul luogo del delitto e in preda a una rabbia cieca gli intima di confessare. La situazione gli sfugge di mano, ma un miracolo inatteso lo attende...
Diviso in due blocchi, con due protagonisti antitetici, il film oppone visioni opposte della realtà: una fideistica, l'altra materialista; una spirituale, l'altra tenacemente razionale.
Bogdan George Apetri, regista al terzo lungometraggio e nel 2010 autore di un esordio, Periferic, nato da un soggetto di Cristian Mungiu, cerca una sintesi tra le due trame complementari del suo film (una più misteriosa e l'altra speculativa) e fra i mondi contrapposti che mette in scena. Giovane, bella, misteriosa, Cristina rappresenta l'innocenza disarmata; aggressivo e risoluto, Marius incarna invece l'esperienza di chi accetta e combatte il male del mondo, ma non può nulla per impedirlo. Marius è al servizio di Cristina, lotta per dare un volto al suo assalitore, ma anche Cristina interviene in favore di Marius, arrivando laddove la ragione non può.
Tra questi due mondi e dimensioni - che in Oltre le colline lo stesso Mungiu rappresentava in modo più complesso, costruendo una realtà dove il male era accennato, e per questo spaventoso - c'è un intero Paese, la Romania, diviso fra tradizione e modernità, religione e giustizia; fra l'arretratezza di una campagna dove greggi di pecore bloccano il traffico e i cavalli attraversano paesaggi da western e la modernità di città di cemento che inghiottono esistenze.
Miracle - Storia di destini incrociati non ha la precisione di Sesso sfortunato o follie porno, in cui Radu Jude faceva di una passeggiata a Bucarest un'antologia di parole, immagini e attitudini della società contemporanea. Ciò nonostante, nei paesaggi urbani attraversati dall'attonita Cristina, si scorge ancora pienamente, a diversi anni dall'affermazione internazionale del nuovo cinema rumeno, uno sguardo radicato nella cultura di una nazione, nei suoi spazi e nel suo tempo.
La radio, ad esempio, ascoltata nei viaggi in macchina che sia Cristina sia Marius compiono nel corso del film, diventa una sorta di trait-d'union: i programmi trasmettono continuamente classici della canzone rumena e tra passato e presente, memoria e realtà, si coglie la condizione incerta di una nazione, la solitudine di chi ha ucciso (letteralmente) il padre e non ha saputo sostituirlo. «Forse verrà qualcuno a occuparsi di questo paese», dice un personaggio, ma subito dopo un altro gli chiede se per caso crede ancora ai miracoli...
Nel film di Apetri (presentato lo scorso anno nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia) un miracolo risolve il racconto, alla maniera dei misteri popolari, ma non offre risposte certe. Ciò che avviene potrebbe essere un intervento dall'alto o un semplice desiderio avverato. Visivamente, il punto di svolta del film è mostrato come un riflesso, un attimo che cancella la tensione formale tra l'ampiezza dei piani sequenza (impressionante quello che riprende lo stupro a distanza) e il ritmo dei campi e controcampi nei lunghi dialoghi.
Tale sintesi è un'evidente forzatura, un gesto clamoroso che spezza la narrazione, offrendo ai personaggi una via di fuga e allo spettatore la consapevolezza di assistere a una metafora sulla condizione di un popolo e sull'eterno scontro fra umano e divino.
Anch'io ho visto questo film fuorviato da un alto punteggio di critica e pubblico anche se la trama mi lasciava perplesso. Sicuramente il regista ha delle qualità perchè è riuscito ha generarmi delle emozioni di sofferenza e rabbia talmente forti in alcune scene che ho impiegato alcuni giorni a digerirlo. Il resto del film è un'indagine di polizia con [...] Vai alla recensione »
Spinta dall'ottimo punteggio su mymovies sono andata a vedere questo film. Pessimo, recitazione scadente, dialoghi che paiono scritti da un bambino di 10 anni, storia di una novizi incinta che rinuncia ad abortire e ritornando al monastero in taxi, viene assalita e stuprata dal taxista. Il tutto "recitato" da persone che definire attori non corrisponde al reale.
Mi ha colpito come un film che mostra anche una situazione dura sia allo stesso permeato da una specie di atmosfera magica e ultraterrena. Forse il film che mi ha colpito di più quest'anno, ti fa venire voglia di saperne di più sui personaggi, capire cosa c'è stato prima per loro e cosa ci sarà poi. Consigliatissimo.
Niente a che fare con "Oltre le colline" di Mungiu, l'ambientazione del monastero è solo un punto di partenza. Casomai c'è una parentela con "Un Padre Una Figlia", più che altro in un meccanismo avvincente nel modo di raccontare. E' un giallo vero e proprio, e mi ha ricordato più Hitchcock per certi versi che altri autori rumeni.
Cristina, una giovane suora che vive in un monastero, si reca in centro città. Al ritorno è costretta a prendere un taxi, ma lungo la strada l'autista la conduce in un luogo isolato, la violenta e cerca di ucciderla, senza riuscirci. Le indagini sono affidate a un ispettore, che individua il colpevole, non senza ossessione di consegnarlo alla giustizia.
Un riflesso nell'acqua. Lo si scorge nella sequenza inziale del terzo film di Bogdan George Apetri ma, soprattutto, assume tutto il suo significato, potente e risolutivo, nel suo epilogo. Forse è qualcosa di divino o, forse, è più semplicemente il riflesso di una coscienza civile che riemerge mentre tutto intorno sembra regnare il caos. Perché "Miracle - Storia di destini incrociati" (distribuito [...] Vai alla recensione »
Romania: Cristina, diciannove anni, aspirante suora in prova presso un monastero, prende un taxi per recarsi in ospedale. Con sé ha il telefono ricevuto in prestito, col quale chiama un numero che non risponde. Sta andando ad abortire? La vicenda, che prenderà una piega tragica, coinvolge anche l'ispettore di polizia Marius. Con Miracle (presentato a Venezia 2021 nella sezione Orizzonti), il regista, [...] Vai alla recensione »
Essendo un film costruito intorno alla percezione del dubbio, ovvero un film che vuole restituire l'immagine di un'incertezza, di qualcosa che non è evidente ma si sente, sgomberiamo subito il campo da qualsiasi equivoco che possa distogliere lo sguardo: Miracle - Storia di destini incrociati di Bogdan George Apetri in nessun caso può essere considerato un film formale, devoto a qualche teoria cinematografi [...] Vai alla recensione »
Un regista diviso tra due mondi, ma con un'unica, precisa, idea di cinema. Così si articola la carriera del rumeno Bogdan George Apetri, 46enne residente negli States dove produce opere indipendenti, acclamate a festival come il Sundance, ma che per girare i propri film torna nella nativa Romania, di cui non risparmia le contraddizioni socio-politiche innervate in un cinema complesso, teso e ambiguo, [...] Vai alla recensione »
Thriller fabbricato in Romania, da dove sono arrivati drammi come "Sesso sfortunato o follie porno" (sia perdonato il titolatore che ha così interpretato "Bad Luck Banging or Loony Porn di Radu Jude). E rare commedie: una raccontava il tentativo di disseppellire l' oro dei comunisti, nascosto sotto terra alla caduta del regime. Per gli spettatori italiani potrebbe essere l'oro di Dongo, attorno a cui [...] Vai alla recensione »
Secondo film di una trilogia, il nuovo poliziesco di Bogdan George Apetri conferma il gusto del regista romeno per lee strade poco battute e le sbandate controllate. Quello che affascina di più è come l'autore, ex avvocato diventato insegnante di cinema negli Stati Uniti, costruisce lunghe sequenze che in qualche modo rimandano l'una all'altra. Cristina (loana Bugarin) e una giovane suora che sale [...] Vai alla recensione »
Cristina Tofan è un'aspirante suora. Deve sottoporsi a un periodo di prova che potrebbe durare fino a tre anni. Quando la videocamera la intercetta, sta piangendo. Nella stanza entra sorella Mina che le consegna una borsa e un cellulare. Si direbbe siano i preparativi per una precipitosa fuga dal monastero. L'isolamento di due mesi sta per interrompersi bruscamente.
Partiamo da due premesse. La prima: non sempre i ritardi nella distribuzione vengono per nuocere, perché permettono al recensore di aggiungere alla visione del film la lettura, la comprensione, la visione di altri materiali che aiutano ancor più della mera visione del film a farsi un'idea più precisa, a calibrare i toni, a parlare non tanto e non solo sull'onda della prima impressione ma in modo più [...] Vai alla recensione »
L'idea dietro alla trilogia di Apetri è quella di una ronde di casi che, diramandosi dalla città romena di Piatra Neamt, s'intesercano in una struttura complessa, nella quale ogni elemento è slegato e insieme dipendente dagli altri, con relazioni, cause ed effetti che si chiariscono ex post mentre il fuoco si sposta dal dettaglio all'insieme. Qui, una cesura divide la narrazione in due sezioni speculari: [...] Vai alla recensione »
Cosa ci si può aspettare se una bella ragazza si fa dare un passaggio da un automobilista che ascolta Julio Iglesias, Toto Cutugno, Al Bano e Romina, nonché Gica Petrescu, ovvero l'Elvis rumeno? Ovviamente il peggio del peggio come è il caso della povera giovane protagonista di Miracle (il titolo originale è Miracol) che viene violentata e quasi uccisa da quell'autista da terribili gusti musicali. Vai alla recensione »
«Non voglio che la percezione della presenza del regista e le sue scelte di inquadratura decidano per te cos'è importante nella scena o cos'è da tenere in secondo piano. Dobbiamo rispettare la complessità della vita: nella vita nessuno decide i tagli di montaggio per noi» (C. Mungiu). Questa frase di Cristian Mungiu sintetizza straordinariamente l'approccio estetico che accomuna (con le dovute differenze) [...] Vai alla recensione »
Cristina è una suora diciannovenne che evade da un monastero per andare a risolvere una questione importante. Possiamo solo intuire di cosa si tratta, perché la meta della sua fuga non è mai dichiarata apertamente. Alla fine della giornata, dopo aver girovagato per la città, la giovane si decide a tornare, senza aver incontrato chi cercava tanto urgentemente e andando incontro a un destino violento. [...] Vai alla recensione »
Dopo dodici anni di assenza, la Romania torna in una sezione competitiva, Orizzonti, alla Mostra di Venezia con Miracle di Bogdan George Apetri, che prosegue la trilogia avviata con Unidentified l'anno scorso. Con più di qualche assonanza formale, tematica, ideologica e perfino "conventuale" con la new wave che fu di Mungiu, Porumboiu e Puiu, Apetri fa professione di realismo, presta la camera a una [...] Vai alla recensione »