Anno | 2021 |
Genere | Azione, Commedia, Drammatico |
Regia di | Janell Shirtcliff |
Attori | Bella Thorne, Josie Ho, Paris Jackson, Hana Mae Lee, Andreja Pejic Aarón Díaz, Larissa Andrade, Alison Mosshart, Jamie Hince. |
MYmonetro | Valutazione: 1,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 novembre 2022
Una ragazza viene coinvolta in un violento traffico di droga e trova una possibile via d'uscita mascherandosi da suora.
ASSOLUTAMENTE NO
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Una ragazza tossicodipendente viene coinvolta in un affare di droga e trova una possibile via d'uscita mascherandosi da suora con le sue migliori amiche in quel di Los Angeles.
Quando su un film piovono più polemiche e critiche feroci che apprezzamenti e recensioni lusinghiere c'è qualcosa che non va. Nella dark comedy dalle tinte horror Habit, che segna l'esordio alla regia dell'attrice Janell Shirtcliff sono molteplici gli elementi che non funzionano.
La storia ha il (solo) merito di dipanarsi in neanche ottanta minuti ed è incentrata su una ragazza bellissima e disoccupata interpretata da Bella Thorne. Tossicodipendente, disinibita, resta coinvolta in questioni di denaro e droga irrisolte con uno spacciatore. Così, insieme alle sue amiche party girls, altrettanto disinibite, trova un'opinabile via di uscita travestendosi da suora, ma finendo suo malgrado in una bizzarra spirale di eccessi, incontri assurdi, violenze cieche. Il tutto pervaso da una tensione erotica per nulla sofisticata, da locale scadente a luci rosse.
Anche la scena clou in cui Thorne seduce un sacerdote sul confessionale travestita da suora ha ben poco peso a livello cinematografico, è utile soltanto a mettere ulteriormente in discussione la figura della (ennesima) ex beniamina della Disney evidentemente intenta a mostrarsi al pubblico in tutt'altre vesti, più irriverenti, ambigue, sensuali e controverse.
Purtroppo però Thorne dopo questo film non sarà una "bad girl" memorabile, per colpa di una sceneggiatura fragile e al limite dell'infantile, e una messa in scena interamente incentrata sul colpire chi guarda con luci stroboscopiche, make up, trucco e costumi esagerati, corpi in bella mostra e violenze con derive splatter di dubbio gusto, tra torture e sgozzamenti sanguinolenti. Nulla sembra riuscire a risollevare la drammatica situazione di quello che si configura come un inguardabile pastiche delirante dai dialoghi imbarazzanti.
Lontana anni luce dal talento visionario pulp di un Quentin Tarantino, capace di scrivere e dirigere opere di ben altro spessore, Shirtcliff piazza nel suo b-movie continui riferimenti religiosi di dubbio gusto, assolutamente fini a se stessi: non si configurano mai come provocazioni strutturate, o quanto meno ideate per perseguire un qualche scopo narrativo.
Del resto tutta la sceneggiatura si accartoccia su un'idea confusa e pasticciata di film-capriccio che prende come pretesto il fil rouge della tossicodipendenza e dei deliri religiosi tanto per mettere in bella mostra corpi avvenenti, intervallati da scene di violenza raccapricciante, e nulla più.
Kitsch, blasfemo e a tratti ridicolo - a livello di scrittura, regia, ma anche direzione del cast che pare del tutto assente - Habit rischia di avvicinarsi molto a quello che si definisce uno «scult».
Può un film brutto brutto in modo assurdo essere imperdibile? Sì, ma non è il caso di Habit. Appena sbarcato in streaming su Prime Video dopo più di un anno dall'esordio americano, l'opera prima di Janell Shirtcliff passerà alla storia come una delle opere più sgangherate e imbarazzanti della storia del cinema, e per questo merita almeno un riconoscimento.