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Ultimo aggiornamento martedì 22 giugno 2021
Un ritratto dell'industria delle escort di lusso che va ben oltre gli apparenti lustrini e merletti e si fa forte di un linguaggio che attinge a piene mani dal drama e dal thriller psicologico.
CONSIGLIATO N.D.
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Ciascuna stagione si concentra su una diversa ragazza, con un proprio passato e una propria motivazione per entrare nel circuito delle escort d'alto livello e fornire così la Girlfriend Experience, una serie di servizi che vanno al di là della semplice prostituzione d'alto bordo per soddisfare i desideri sia sessuali che emotivi dei clienti - uomini potenti ed estremamente facoltosi. La serie, dal taglio decisamente cupo e a tratti persino thrilleriano, non indugia solo sui corpi delle professioniste del piacere che attirano a sé le varie narrazioni stagionali, ma anche sulla loro dimensione psicologica e introspettiva, restituendo un prodotto in cui il gioco di potere, ambizione, sesso e denaro prende la forma di una roulette in cui la pallina è in costante movimento.
Una stagione che si perde nelle proprie fascinazioni cerebrali a discapito dello spessore e della coerenza dei personaggi.
Recensione
di Andrea Fornasiero
Iris è una giovane ricercatrice nel campo delle neuroscienze, ma abbandona l'università - anche per via delle sempre peggiori condizioni del padre, affetto da Alzheimer. Con la paura di essere a sua volta destinata a questa malattia senza cura, si rifà una doppia vita a Londra. Trova lavoro alla NGM, una società hi-tech che indaga il comportamento umano per sviluppi commerciali, e si dedica anche alla prostituzione con ricchi clienti, attraverso una società di nome V che opera attraverso realtà virtuale. Le sue esperienze con i desideri dei clienti diventano presto materia d'ispirazione per la ricerca alla NGM, instaurando quello che sembra un circolo virtuoso destinato però a molte evoluzioni...
Il tema del desiderio perde presto di centralità in questa terza stagione di The Griflriend Experience che guarda invece allo sviluppo e alla conservazione della coscienza e della memoria, tra Alzheimer e intelligenza artificiale.
Non si può dire che la serie difetti di ambizione in questa terza stagione, arrivata a sorpresa dopo che la seconda annata aveva sembrato chiudere la produzione di Steven Soderbergh. Il regista e produttore si è invece affidato alla tedesca Anja Marquardt per rinnovare la serie, secondo un approccio più cerebrale che mai. I campi di ricerca delle intelligenze artificiali e del comportamento umano sono senz'altro intrecciati e stimolanti, inoltre lo studio del desiderio è quello potrebbe portare ai maggiori sfruttamenti commerciali. Fino a qui tutto bene, ma pensare che una ragazza si prostituisca in segreto per sviluppare una ricerca aziendale lascia assai perplessi, inoltre le cose diventano ancora più improbabili con il procedere della storia. Solo alla fine le azioni di Iris svelano un obiettivo che risponde alla crisi personale che sta vivendo per via della malattia del padre. Questo però non era certo il suo piano iniziale, dunque non basta il colpo di coda degli ultimi minuti a giustificare dieci episodi dalle pretese smisurate.
Sebbene l'autrice poi insista a dire che tutto quel che si vede nella stagione sia allo studio e sia plausibile, di certo la realtà virtuale che vediamo è lontanissima da quella di oggi, così com'è molto distante dalla scienza attuale l'intelligenza artificiale che prende corpo nel corso degli episodi. Siamo dunque in territori fantascientifici, che qui incontrano un erotismo quasi tutto di testa, dove si accetta di essere cavie coperte di elettrodi mentre la ricercatrice/prostituta parla di desiderio.
Persino un'autrice come Claire Denis, notoriamente affascinata da teoria intellettuali, ha riportato alla carnalità i propri personaggi nella fantascienza rarefatta di High Life. Qui invece più si procede negli episodi più tutto si fa astratto e i rapporti umani, sessuali o meno che siano, fanno parte di una sorta di partita a scacchi o di uno studio quasi entomologico nella sua asciuttezza. Addirittura in una puntata il sesso diventa del tutto virtuale in una specie di orgia praticata interamente con caschi e tute VR.
La messa in quadro è sempre calibrata, le luci tagliano la scena con precisione, la colonna sonora è altrettanto minimale e attenta, ma se tutto questo convince riguardo la serietà e la perizia della regista, manca completamente il punto di qualsiasi empatia con la protagonista (gli altri personaggi sono del tutto trascurabili). La ragazza è interpretata da Julia Goldani Telles, ossia la figlia maggiore della famiglia Soloway in The Affair, dove già si era cimentata in scene piuttosto spinte ed estreme. Alle esagerate reazioni emotive della giovinezza si sostituisce in The Girlfriend Experience un mix di confusione e di fredda logica. Una logica per altro a volte fallate: da subito la ragazza fa quello che le è stato vietato da V con ovvie conseguenze, che lei però sembrava non temere e non aspettarsi, dimostrando una reazione di sorpresa fuori luogo. Questo passaggio è emblematico dei limiti della stagione, che si perde nelle proprie fascinazioni cerebrali a discapito dello spessore e della coerenza dei personaggi.
La seconda stagione della serie
Recensione
di a cura della redazione
La prima stagione della serie
Recensione
di a cura della redazione