Titolo originale | Passion simple |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Belgio |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Danielle Arbid |
Attori | Laetitia Dosch, Sergei Polunin, Lou-Teymour Thion, Caroline Ducey, Grégoire Colin Slimane Dazi, Dounia Sichov, Shahira Fahmy. |
Uscita | giovedì 17 giugno 2021 |
Distribuzione | Kitchen Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 giugno 2021
L'adattamento del libro omonimo della scrittrice Annie Ernaux, un racconto autobiografico, tradotto in oltre 20 lingue, che aveva fatto scandalo per il suo timbro erotico e sovversivo. In Italia al Box Office L'amante russo ha incassato 6,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Hélène è una professoressa di lettere presso un'università parigina. Divorziata e con un figlio, conduce una vita piena che, suo malgrado, trascura però ormai da mesi. La donna ha infatti incontrato Alexandre, tenebroso diplomatico russo con il quale ha iniziato una relazione fatta perlopiù di sesso. Sposato, distante e quasi totalmente disinteressato a lei non appena la foga dei sensi va dissipandosi, Alexandre diventa una vera ossessione per Hélène, che cerca di riempire i vuoti amorosi di una relazione del tutto unilaterale, perdendo di vista se stessa.
La migliore tradizione del cinema drammatico francese si fonde con elementi del film erotico un po' retrò, genere diffuso più o meno nella stessa epoca (1991) a cui risale il romanzo da cui L'amante russo è tratto, a firma di Annie Ernaux.
La regista Danielle Arbid, a cinque anni dall'interessante e tematicamente simile Peur de rien, riempie le impalcature intellettuali e cerebrali del testo di partenza con una sensualità esplicita e selvaggia, forse l'unico elemento che lega una riuscitissima protagonista a un uomo che è lo spettro evanescente del desiderio.
Efficace quando si prende sul serio, dipingendo una Hélène scossa dall'attrazione e "innamorata dell'amore", L'amante russo sorprende per come sa includere elementi più leggeri in una caratterizzazione a tutto tondo, sfruttando in modo realistico e compassionevole il ruolo materno della protagonista. Oltre a struggersi di un amore non corrisposto, Hélène deve infatti preparare la cena e portare il figlio all'allenamento in tempo; sono compiti che svolge in una semi-trance, con la testa impegnata in un'immaginaria campagna di Russia in cui il nemico non fa che ritirarsi.
Opera postmoderna nel senso più genuino del termine, L'amante russo immerge la donna nello studio di Aphra Behn, poetessa inglese del Seicento, e per estensione in un furore romantico che tutto annebbia. Al tempo stesso però sa ridere di lei e sgonfiarne la pretenziosità, con il prezioso aiuto di personaggi come Paul e la pragmatica Anita.
Alexandre, dal canto suo, è una creazione curiosa, cucita alla perfezione sul passato extra-filmico del ballerino ucraino Sergei Polunin (resosi protagonista di numerose tirate discriminatorie e pro-Putin). Già utilizzato sul grande schermo per la danza, stavolta le sue lacune come attore a tutto tondo aiutano a farlo svanire dalla scena, lasciando lo spettatore ed Hélène stessa a chiedersi cosa rimanga di quella bellezza e quella fisicità.
Il palcoscenico è dunque tutto per Laetitia Dosch, che a qualche anno da Jeune femme trova un altro ruolo notevole e confeziona un ritratto femminile insieme realistico ed esagerato. La sua Hélène omaggia tutte quelle donne che il cinema spesso dimentica, distratto com'è a raccontare di dame "belle e desiderate, che lo trovano normale". E guarda Emmanuelle Riva allontanarsi alla fine di Hiroshima mon amour con sdegno, forse per aver trovato la forza di abbandonare un amore impossibile, o forse perché le è concesso il lusso di viverlo.
ho letto il libro dopo aver visto il film per rilevare eventuali discrepanze, ve ne sono in minima parte,semmai il film risulta più coinvolgente,il libro è una lettura fredda ed asettica di un esperienza amorosa, devo dire molto simile a chi l' ha vissuta in generale,d'altronde all'inconscio non si comanda,succede e quando ci si trova dentro difficile risulta uscirne.
Non importa come finisce la storia d' amore tra Hélène e Alexandre, lei divorziata con un figlio, lui sposato e fedifrago. L' amante russo - titolo che in versione originale è diverso ma ugualmente sbagliato - è la storia di un confine. Quello tra sentimento e passione, raccontato con i modi francesi che il cinema ha celebrato anche in molti altri titoli, da Un uomo, una donna al recente Un plus une. Cert [...] Vai alla recensione »
«Dallo scorso settembre, non ho fatto altro che aspettare un uomo». È letteralissima, a ben guardare, la trasposizione della franco-libanese Danielle Arbid del romanzo di Annie Ernaux: il libro si chiamava Passione semplice, e semplice, elementare, nuda è la passione di Hélène, la testa annebbiata dall'amore per un russo qualsiasi (l'amore totale e perentorio «che strappa i capelli»), il corpo posseduto [...] Vai alla recensione »
Adattamento dell'omonimo libro autobiografico di Annie Ernaux, che nel 1992 ha fatto scandalo per il suo timbro eversivo e il tono destabilizzante ma soprattutto erotico. Oggi quel libro è tradotto in immagini dalla regista Danielle Arbid che, con forbitezza, racconta la storia di una donna all'interno di una relazione "clandestina", in balia del proprio desiderio.