Titolo originale | The Sons of Sam: A Descent into Darkness |
Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Regia di | Joshua Zeman |
Attori | Paul Giamatti . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 maggio 2021
Il racconto di un uomo che non ha mai trovato l'uscita dal labirinto in cui era entrato.
CONSIGLIATO SÌ
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Tra l'estate del 1976 e quella del 1977, New York fu terrorizzata dagli omicidi del serial killer "il figlio di Sam", così chiamato dal nome del fantomatico padre assetato di sangue che l'uomo diceva di dover soddisfare in due deliranti lettere rese pubbliche. Dopo un anno di ricerche, la polizia arrestò David Berkowitz, reo confesso di sei omicidi, ma un giornalista di New York, Maury Terry, continuò a indagare sulla presunta rete di satanisti di cui il killer faceva parte sostenendo l'esistenza di più complici e di una setta potente e pericolosa. Per tutta la vita Terry ha raccolto prove a favore della sua tesi, scontrandosi per questo con la polizia di New York e finendo egli stesso vittima della follia che intendeva smascherare.
Più che la storia degli omicidi del Figlio di Sam (già al centro di un film di Spike Lee del 1999, Son of Sam - Panico a New York), la miniserie Netflix è la storia di un'ossessione: Maury Terry è l'eroe solitario di una battaglia nel nome della verità, o forse, più semplicemente, delle sue illusioni.
Maury Terry è morto nel 2015 a 69 anni, vittima di un infarto e della prostrazione fisica e intellettuale a cui quarant'anni di indagini sugli omicidi del Figlio di Sam l'avevano portato. Prima di morire, ha fatto in tempo ad affidare lo sterminato archivio di documenti raccolti sul caso al produttore e regista Joshua Zeman, il quale ha realizzato per Netflix la docu-serie I figli di Sam: Verso le tenebre, quattro episodi di circa un'ora che seguono le indagini di Maury mettendone in luce la credibilità e al tempo stesso sottolineandone l'aspetto, se non visionario, quantomeno fantasioso.
Con il solito repertorio di immagini d'archivio, servizi televisivi, ritagli di giornale, fotografie, animazioni digitali, copertine di libri, registrazioni audio, frammenti di film, interviste ai protagonisti della vicenda ancora in vita, la miniserie costruisce una parabola narrativa che dalla New York di metà anni '70 teatro degli agguati del Figlio di Sam accompagna lungo gli anni '80, '90 e Duemila e diventa una storia dei media americani e del loro morboso interesse per serial killer e piani complottisti.
L'idea di messinscena più originale consiste nell'affidare alla voce narrante di Maury - in parte inventata, in parte desunta da riflessioni scritte - il compito di commentare gli eventi, con la voce profonda di Paul Giamatti che nella versione originale fa riverberare sulle immagini la tenacia, la rabbia, la frustrazione del giornalista-detective non professionista (Maury era un redattore dell'IBM che si licenziò per seguire il caso Berkowitz e non formalizzò la sua posizione) mai veramente creduto e vittima delle sue stesse intuizioni.
A partire dalle teorie di Maury (responsabili almeno in un caso della riapertura delle indagini e sostenute da lampi di verità), attraverso una rete di luoghi, date, rivelazioni che portano da New York al North Dakota, da Londra a Hollywood, da un parco nel sobborgo di Yonkers alla prigione di Attica dove Berkowitz è stato a lungo rinchiuso, la serie traccia linee, crea connessioni, mette parecchia carne al fuoco (la diffusione del satanismo negli Stati Uniti, Charles Manson, Sharon Tate, Scientology, il movimento hippie, il blackout di New York del '77, gli snuff movies, l'omicidio di uno dei produttori di Cotton Club), senza ovviamente rivelare nulla di nuovo sui probabili complici di Berkowitz e semplicemente confermando tutto ciò che di inquietante e tragicamente affascinante ha ancora oggi il caso degli omicidi del Figlio di Sam.