Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 48 minuti |
Regia di | Alessandra Rossi, Mario Maellaro |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 aprile 2021
I traumi dei figli di emigrati come occasione per riflettere sul significato dell'essere bambini cui è stata negata l'infanzia. Negazione che ci parla di storie che si ripetono quotidianamente.
CONSIGLIATO N.D.
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Nel secondo dopoguerra più di 2 milioni di italiani emigrarono in Svizzera. Lo statuto del lavoratore stagionale, in vigore all’epoca, non prevedeva il ricongiungimento familiare. Era vietato ai lavoratori emigrati, portare con sé famiglia e figli per riunirsi ai congiunti. Nonostante le restrizioni, dai 15 ai 30 mila bambini entrano in Svizzera come clandestini tra il 1950 e il 1970. I bambini costretti a vivere nascosti in casa, senza poter andare a scuola, uscire o giocare. Ogni giorno la terribile filastrocca dei genitori era “non ridere, non piangere, non far rumore”. Quei bambini, oggi adulti, raccontano il loro vissuto, raccontano un’età mai conosciuta. Adulti che portano ancora dentro di loro, spesso con vergogna, i segni di ferite mai rimarginate.