Titolo originale | Lady in the lake |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Alma Har'el |
Attori | Natalie Portman, Lupita Nyong'o, David Corenswet, Mikey Madison, Pruitt Taylor Vince Moses Ingram, Byron Bowers, Dylan Arnold, Michael Franklin, Ronnie Gene Blevins, Charlie Hofheimer, Marisol Correa, Al'Jaleel McGhee, Masha Mashkova, Angella Katherine, Peter Sweet, Nikiva Dionne, Steven Strickland, Elisabeth Ness, Laureen E. Smith, Brett Gelman, Y'lan Noel, Rebecca Spence, Matt Gulbranson, Kevin Murray, Nicole Leanne Nelson, David Chen, Brad Eaton, Ethan Herschenfeld, Kelly Moran, Michael Blumenstock, Sonia Debreczeni, Bill Tomek, Devin J. Ricks, Noah Jupe, Mike Epps. |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 luglio 2024
La serie tratta dall'omonimo romanzo di Laura Lippman.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Siamo negli anni '60, a Baltimora; qui Maddie Schwartz, una casalinga ebrea, lascia il marito per seguire la sua passione per il giornalismo investigativo. Parallelamente, Cleo Johnson, una madre afroamericana, lotta per migliorare le condizioni della sua famiglia mentre lavora in vari impieghi. Le loro vite si intrecciano quando Maddie inizia a indagare sulle scomparse di una bambina ebrea e di Cleo stessa. Durante le sue indagini, Maddie scoprirà le profonde ingiustizie razziali e di genere che affliggono la sua città, permettendo così alla storia di esplorare le ambizioni, le lotte e i cambiamenti interiori delle due donne.
Basata sull'omonimo romanzo di Laura Lippman, la miniserie di AppleTV+ è una straordinaria fusione di thriller, noir e dramma sociale ambientata nella Baltimora degli anni '60.
Creata e diretta da Alma Har'el - regista israelo-americana nota soprattutto per aver realizzato alcuni dei migliori video musicali degli anni Duemila (per Rolling Stones, Sigur Rós e Beirut) - La donna del lago esplora innanzitutto il mistero di alcuni omicidi. Scopriamo però presto come questo scopo narrativo sia in realtà un pretesto estremamente efficace - e azzeccato in un'epoca di validissimi true crime seriali - in grado di offrire anche un profondo sguardo sulle dinamiche razziali e di genere dell'epoca, il tutto attraverso una lente artistica che richiama il surrealismo di David Lynch.
La trama segue le vite parallele di due donne: Maddie Schwartz (Natalie Portman), una casalinga ebrea determinata a reinventarsi come giornalista, e Cleo Johnson (Moses Ingram), una madre afroamericana che lotta per migliorare la sua vita e quella dei suoi figli. La storia prende il via con la scomparsa di Tessie, una bambina ebrea, e si sviluppa in un intreccio di ambizioni personali, lotte sociali e profondi cambiamenti interiori.
Uno degli aspetti più affascinanti della serie è la rappresentazione delle due comunità, ebraica e afroamericana, dal punto di vista femminile, evidenziando le sfide affrontate dalle donne all'incrocio di diverse forme di oppressione. La serie mette in luce le differenti esperienze di Maddie e Cleo, mostrando come entrambe affrontino le discriminazioni delle rispettive comunità, ancor prima di quelle subite dal contesto patriarcale, bianco, americano. Maddie, ebrea, deve confrontarsi con il sessismo da un lato e con l'antisemitismo dall'altro, mentre cerca di farsi un nome nel mondo del giornalismo. Cleo, d'altra parte, combatte contro le barriere razziali e le aspettative della società, cercando di mantenere la sua dignità e quella dei suoi figli.
Alma Har'el trasforma una già avvincente storia di riscatto, libertà ed emancipazione in un'esperienza straordinaria attraverso una meticolosa cura formale: la serie, infatti, evolve rapidamente in un thriller psicologico, dove sogni e visioni evocano il mondo onirico e perturbante tipico delle opere di David Lynch. La narrazione si arricchisce di elementi visivi e sonori (fino a ibridarsi con il genere musical) del tutto surreali, creando una fusione unica di stili. Particolarmente notevole è, appunto, il lavoro sulla colonna sonora, che recupera brani e sonorità autentiche dell'epoca - da Nina Simone a Barbra Streisand, da Peggy Lee a Sonny e Cher - amplificando l'impatto emotivo delle scene.
La fotografia di Lachlan Milne è ben curata e svolge un ruolo fondamentale nella creazione dell'atmosfera della serie, con toni ricchi e dettagliati che catturano l'essenza degli anni '60, mentre le scene sono spesso inondate da una luce che accentua il contrasto tra il mondo interiore dei personaggi e la realtà esterna. Luci e ombre permettono la fusione di sequenze oniriche e realistiche, donando alla serie una costante aura di mistero e profondità.
Le performance degli attori sono altrettanto notevoli. Natalie Portman offre una rappresentazione intensa e complessa di Maddie, mentre Moses Ingram (Macbeth, La regina degli scacchi) è molto efficace nel ruolo di Cleo, alla quale conferisce una profondità e una vulnerabilità che rendono la sua lotta ancor più toccante. Interessante, inoltre, come la chimica tra le due protagoniste sia palpabile, seppur i loro personaggi interagiscano raramente in maniera diretta, offrendo così un abile racconto che, attraverso suoni e immagini, si fa intersezionale.
Una serie audace e sensibile nel raccontare in maniera stratificata le dinamiche sociali degli anni '60, con un occhio attento alle sfumature culturali e un approccio visivo interessante che richiama la produzione video di Alma Har'el e conferisce a tutta la miniserie un'allure surreale, sofisticata e intrigante.