Anno | 2022 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 50 minuti |
Regia di | Luca Ribuoli |
Attori | Lino Guanciale, Aurora Ruffino, Dario Aita, Claudia Marsicano, Italo Amerighi Cinzia Susino, Massimo Wertmüller, Livio Kone, Angela Ciaburri. |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 aprile 2022
Pietro e Rebecca sono una giovane coppia che affronta la sfida di crescere tre figli; Claudio, Caterina e Daniele cercano la propria strada verso la felicità.
CONSIGLIATO NÌ
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1984. Torino. Rebecca e Pietro Peirò sono una coppia in attesa della nascita di tre gemelli. Nel corso del parto uno di loro non riesce a sopravvivere. In quello stesso giorno viene portato nel reparto maternità un neonato di origine africane abbandonato dal padre davanti a una caserma. La coppia decide che quello sarà il loro terzo figlio. Si passa quindi al presente in cui i tre fratelli ormai adulti hanno seguito strade diverse. Claudio è un attore di fiction televisive che decide di lasciare il facile successo per tentare la strada del teatro. Caterina detta "Cate" è una insegnante di canto con il problema di un notevole sovrappeso mentre Daniele, il figlio adottato, è diventato un importante manager nel settore finanziario. Le vicende del passato e quelle del presente iniziano ad alternarsi.
Proporre un remake di una serie televisiva di successo come This is Us giunta alla sesta stagione poteva rivelarsi un rischio ricco di incognite. Così è stato ma forse non per le ragioni più ovvie.
Per occuparsi di Noi è necessario fare un flashback apparentemente fuori territorio. D'altronde i flashback nella serie non mancano (come vedremo) e quindi si resta in tema. Quando Alessandro Cattelan ha fatto il passaggio da Sky alla Rai e ha tentato di proporsi con lo stile creativo e fuori dagli schemi che ne aveva decretato il successo sulla rete pay ha fallito in maniera evidente. Le ragioni? Proporlo su RAI Uno in prima serata di domenica ha significato offrire il programma giusto all'audience sbagliata.
La stessa situazione si è ripresentata con Noi con l'aggravante che, alle spalle, c'era la serie originale. Partita con uno share del 18,7% nella prima settimana è calata al 17,3% nella seconda. Sgombriamo subito il campo dall'idea che i fans della serie americana non abbiano gradito l'adattamento. È molto più probabile che a molti di essi il fatto non sia neanche interessato se non per pura curiosità (questo giustificherebbe quel punto e qualcosa in più per i primi due episodi).
Il problema nasce con i nuovi spettatori che sono quelli che si sintonizzano sulle reti Rai avendo delle aspettative che non possono essere disattese. Prima fra tutte una certa linearità della narrazione che si permetta qualche spostamento nel tempo ma senza esagerare. Qui invece (e non poteva essere altrimenti considerato l'originale) si è esagerato. Perché non solo si procedeva in alternanza tra le vicende dei tre fratelli adulti e quelle dei genitori ma quelle di questi ultimi si collocavano a loro volta tra flashback e flashforward nel passato.
Potevi così ritrovare Pietro e Rebecca alle prese con i pannolini e poco dopo vederli giovani e all'inizio del loro rapporto. Per poi passare a un loro figlio nel presente che rievocava un suo accadimento. Questo ha indubbiamente creato più di un problema di collocazione delle vicende che può avere spinto più di uno spettatore ad abbandonare la visione.
A questo va aggiunto che, nonostante le considerevoli ed anche efficaci strategie di adattamento delle vicende alla situazione italiana, delle note stridenti non sono mancate. Chi critica la mancanza di una moglie afro per Daniele non comprende che la scelta avrebbe deposto a favore della mancanza di credibilità.
Va invece piuttosto sottolineato come si sia assistito a un evidente contrasto tra scene assolutamente verosimili e capaci di colpire la sensibilità di chi guarda con altre cariche di retorica. In particolare la 'scrittura' della famiglia di Daniele (moglie e due figlie) e del suo rapporto con il padre Mimmo ha fatto sì che gli interpreti abbiano dovuto affrontare dialoghi carichi di glucosio che finivano con l'apparire ancor più stonati perché magari immediatamente successivi a situazioni in cui il realismo era intenso.
La stagione ha avuto termine, come quella made in Usa, lasciando degli spazi ancora da riempire ma viste le premesse è difficile pensare che possa giungere a sei stagioni come l'originale. A ciascuno la sua rete/piattaforma e il suo pubblico. È una regola da non dimenticare.
Torino, 1984. Pietro e Rebecca Peirò sono in attesa di tre gemelli. Arrivano le doglie, il parto è difficile e uno dei tre bambini non ce la fa. Pietro decide allora di adottare Daniele, un neonato nero abbandonato fuori da una caserma dei pompieri. Una piccola grande decisione che cambierà la loro vita. Una vita che, come quella di tutti Noi, è fatta di gioie, dolori, traguardi, sconfitte, di momenti [...] Vai alla recensione »