Obi-Wan Kenobi

Dieci anni dopo il crollo della Repubblica e l'ascesa dell'Impero, Obi-Wan Kenobi vive in incognito sul pianeta Tatooine, sorvegliando a distanza la crescita del piccolo Luke Skywalker. Riceve però una richiesta d'aiuto dagli Organa, i genitori adottivi di Leia: la figlia di Anakin e Padmé è stata rapita. Obi-Wan, detto Ben, ne seguirà le tracce fino ad arrivare a confrontarsi con gli inquisitori, e in particolare con la "terza sorella" Reva. La caccia al celebre jedi arriva presto all'attenzione di Darth Vader, che decide di prenderne il comando in prima persona, desideroso di un nuovo confronto con il vecchio maestro.

Doveva essere un film ma, dopo molte riscritture, è diventato una miniserie lo spin-off dedicato a Obi-Wan Kenobi, che purtroppo non è degno della levatura del personaggio.

I colpevoli sono numerosi, ma diciamo subito che va escluso dalla lista Ewan McGregor, il quale, al contrario, non ha mai interpretato così bene questa parte. Il suo Obi-Wan invecchiato e affranto, ma sempre saggio e sicuro dei propri ideali, fa il possibile per caricarsi la serie sulle spalle. Purtroppo i limiti di scrittura, regia (tutta di Deborah Chow, che pur aveva già lavorato su The Mandalorian) e pure di effetti speciali, finiscono per neutralizzare gli sforzi di McGregor e lasciare l'amaro in bocca per l'intera operazione. Come già per il film Solo, quando si va a ripescare un personaggio tanto iconico, diventa intollerabile la medietà e anche peggio la mediocrità, che qui affiora fin dalle prime puntate.

Nel secondo capitolo per esempio la piccola Leia è così caparbia che, pur di fare di testa sua e non dar retta a Obi-Wan, si... butta da un palazzo! Tenta infatti un salto palesemente oltre i suoi mezzi e va bene il caratterino, ma a tutto c'è un limite. La sith Reva poi insegue Kenobi e Leia in un lungo sfoggio di parkour, che sembra però non finire mai e non pare avvicinarla alle sue prede.

Il peggio però arriva nel terzo capitolo, con l'entrata in scena di Darth Vader che affronta la sua nemesi in una location a dir poco non ispirata: una cava, che sembra un cantiere qualunque, con collinette di materiale sassoso e terroso. Ancora peggio, lui e tutti i suoi, vengono fermati da un po' di fuoco sulla sabbia. Si capisce che Darth Vader possa esserne fobico, viste le ustioni che lo sfigurano, ma non ci fa comunque la figura che ci si aspetta dal personaggio, inoltre i suoi uomini davvero dovrebbero facilmente superare il problema... Non è, sia chiaro, solo questione di scrittura, ma anche di regia e montaggio, che non riescono a dare un senso epico a questa sorta di gioco del gatto col topo in mezzo al cantiere.

Le puntate successive cercano di fare un po' meglio, e alla scrittura interviene negli ultimi due episodi anche il buon Andrew Stanton, ma a quel punto è troppo tardi per recuperare, inoltre gli effetti speciali si rivelano spesso deludenti. Questo riguarda tanto il de-aging di Hayden Christensen, quando l'astronave divelta da Darth Vader e persino le pietre che, nel duello finale, sembrano avere la consistenza e il peso della cartapesta. Unico momento felice è il duello alla fine del quinto episodio, ma è troppo poco.

Tutte le scene che in un modo o nell'altro si dimostrano deludenti, finiscono per creare un accumulo che sfocia presto nel disinteresse. Se si ha un po' a cuore la saga non si può non vedere Obi-Wan Kenobi, ma oltre a restarne delusi ci si ritrova persino sbigottiti. È infatti incredibile che, ancora una volta, la Lucasfilm di Kathleen Kennedy abbia sbagliato in modo così marchiano, dal punto di vista produttivo prima di tutto, su un personaggio tanto importante. 