Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Barbara Cupisti |
Attori | Ethan Somers, Briana Spainhour, Carlil Pittman . |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 novembre 2020
Uno sguardo sull'America di oggi e dei difficili conflitti ideologici al suo interno.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel ventunesimo secolo gli Stati Uniti hanno tradito i principi della Costituzione sulla quale sono stati fondati. Partendo da questo assunto, l'autrice di Madri, Vietato sognare, Io sono, che vive dal 2014 negli Stati Uniti, lascia che a parlare siano privati cittadini. Individui che nonostante le evidenze non hanno perso la fiducia nella partecipazione politica e che hanno come riferimento i principi di giustizia, prosperità e libertà che figurano nel preambolo alla Costituzione del 1787 ricordato in apertura. In una struttura in tre capitoli si articolano tre temi differenti ma interconnessi: la violenza armata che caratterizza tutta la nazione, con le sparatorie scolastiche diventate fenomeni seriali; la povertà visibile nelle strade di metropoli come Los Angeles; e le politiche ciecamente anti migratorie rappresentate dal muro di filo spinato sul confine.
C'è chi, come Carlil Pittman dell'associazione Good Kids Bad City, cerca di far crescere in sicurezza i ragazzi di Chicago, familiari o amici di vittime di armi da fuoco (650 solo nel 2017), insegnando il primo soccorso e la consapevolezza di avere una voce, anche tramite il diritto di voto. Jamie è una madre single, l'incarnazione di come sia facile e rapido passare da occupati e autosufficienti a "senza casa" a Skid Row. Una minoranza di volontari - fatta a sua volta spesso anche di ex migranti, come un indiano che rivede nella città degli angeli gli slums del proprio Paese - non rinuncia alla solidarietà e trova nel fornire pasti caldi agli homeless (60mila, ogni notte, sui marciapiedi di Los Angeles) un'occasione per non perdere l'empatia, la compassione. I Samaritani di Nogales, al confine tra Messico e Arizona, aiutano i migranti a formulare richiesta di asilo. Un'operatrice messicana che rintraccia al telefono i familiari delle persone scomparse nel tentativo di attraversare il deserto. Un artista arrivato dalla Colombia che per ricordare le persone che hanno perso la vita in quel viaggio maledetto, pianta croci di legno che possano forse scrivere una storia alternativa a quella, tremenda, che verrà messa nero su bianco nei manuali.
Nel disastro generale, peggiorato dalla presidenza Trump, segnali di un riaffiorare di umanità e di recupero dello spirito solidale dei pionieri, che provenivano dalla vecchia Europa. Poche didascalie scandiscono il racconto, senza interferire con le interviste, che ritornano spesso sulle palesi sperequazioni materiali nel Paese e sul contrasto stridente tra il sogno della terra delle opportunità e l'incubo generato dalla carenza di politiche sociali. Tra storie e personaggi interessanti, anche quella, solo accennata, dell'attore che organizza improvvisazioni teatrali sui temi del vivere per strada. Progetto patrocinato dall'organizzazione Robert F. Kennedy Human Rights, Fuori Concorso al TFF 2020.
"Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ulteriormente la nostra unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all'interno, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione" -sull'eco di queste parole, la regista e documentarist [...] Vai alla recensione »