Anno | 2019 |
Genere | Commedia |
Produzione | Paesi Bassi |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Joost van Hezik |
Attori | Eelco Smits, Victor Ijdens, Mara van Vlijmen, Helen Kamperveen, Phi Nguyen Peter Bolhuis, Charlie Chan Dagelet, Wendy Vrijenhoek, Xander van Vledder, Mike Meijer. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento domenica 27 settembre 2020
Un ragazzo instaura uno strano rapporto sentimentale con una pistola.
CONSIGLIATO SÌ
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Marteen Moreau è un professore universitario che ormai non ha più stimoli di interesse in una vita che trova ripetitiva e noiosa. Un giorno un rapinatore smarrisce la pistola con cui ha ucciso una cassiera in un supermercato. Marteen se ne impossessa e da quel momento la sua vita cambia.
Joost van Hezik più che probabilmente non sa che un soggetto analogo al suo era stato già trattato in un film drammatico nel 1979 da Giuliano Montaldo ne Il giocattolo in cui Nino Manfredi, dopo essere stato vittima di una rapina a un supermercato, si dota di porto d'armi e la sua vita subisce un profondo mutamento.
Questo però non inficia per nulla l'esito di un film che conferma la particolare versatilità del cinema del nord Europa nei confronti della dark comedy non semplicemente fine a se stessa.
Perché nel mutamento di atteggiamento del professor Moreau si possono leggere sia riflessi da studio psicoanalitico (la pistola come simbolo fallico), sia interessanti risvolti sociologici. A partire dal titolo che è volutamente ambiguo: Moreau non è un 'boy' mentre lo è Donny che convive con più di una frustrazione e ha messo in atto la rapina per procurarsi il denaro per un intervento chirurgico molto costoso. Entrambi hanno 'incontrato' (con modalità diverse) la pistola che li ha segnati profondamente e che riporta il professore a uno stato di onnipotenza adolescenziale.
Van Hezik, sulla base di una sceneggiatura di Willem Bosch, ci propone un ritratto amaro di un borghese davvero piccolo che si illude di essere diventato in grado di raddrizzare i torti subiti non per intima convinzione ma semplicemente perché dotato di un'appendice letale.
Mentre la vicenda prosegue viene alla mente un quadro di un pittore anch'esso nordico, Pieter Bruegel il Vecchio. Il quadro è "Proverbi fiamminghi" in cui la saggezza popolare viene riproposta in un'opera densa di personaggi e carica di ironia. Quell'ironia che è il fil rouge di questo film che ci ricorda quanto diventare diversi da ciò che fondamentalmente si è richieda un lungo lavoro di introspezione che non può essere mai sostituito da facili scorciatoie che possono offrire solo deleterie illusioni.