Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Bosnia-Herzegovina, Austria, Romania, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia, Norvegia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Jasmila Zbanic |
Attori | Izudin Bajrovic, Boris Ler, Dino Bajrovic, Boris Isakovic, Jasna Djuricic Johan Heldenbergh, Raymond Thiry, Emir Hadzihafizbegovic, Reinout Bussemaker, Jelena Kordic, Alban Ukaj, Ermin Bravo, Edita Malovcic, Micha Hulshof, Mario Knezovic, Ermin Sijamija. |
Uscita | giovedì 30 settembre 2021 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Academy Two, Lucky Red |
MYmonetro | 3,67 su 30 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 dicembre 2021
Quando il sistema di protezione all'ONU inizia a deteriorarsi, Aida si trova a dover salvare ancora una volta la propria famiglia. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature a BAFTA, 5 candidature e vinto 4 European Film Awards, ha vinto un premio ai Spirit Awards, Il film è stato premiato a Rotterdam, In Italia al Box Office Quo Vadis, Aida? ha incassato 134 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Luglio 1995. Aida, bosniaca, insegna inglese e lavora come interprete in una base ONU nei giorni caldi che precedono l’occupazione di Srebrenica da parte dell’esercito serbo. Ma il sistema di protezione internazionale, gestito dalle gerarchie militari olandesi, si rivela sempre più fragile e inadeguato di fronte all’avanzata delle truppe di Mladic. La situazione dei rifugiati si fa sempre più drammatica e Aida si trova stretta tra due fuochi, in un disperato tentativo di salvare la propria famiglia e i propri concittadini da un grave pericolo.
Tre atti canonici, molti primi piani frontali e un découpage classico: a Jasmila Zbanic non serve altro per realizzare un film che deriva dall’urgenza di tramandare più che dalla volontà di inseguire chimere stilistiche.
Prendendo spunto dalla vicenda realmente accaduta al traduttore Hasan Nuhanovic, Zbanic costruisce su un onnipresente personaggio femminile un dramma incalzante, che attraversa la tragedia e la ricostruzione storica con la medesima attitudine e con il medesimo sguardo. Quello di Aida – su cui Zbanic incolla la macchina da presa – che con la sua fermezza e lucidità di madre e di insegnante, di moglie e di guida, sembra non smarrire mai il controllo in una situazione apparentemente ingestibile. Durante le scene corali, che Zbanic ricostruisce con abbondanza di comparse per rappresentare la moltitudine di rifugiati dentro e fuori il perimetro dell’ONU, Aida prova a guidare psicologicamente e fisicamente masse inermi. Quasi una novella Mosé, che prova a scongiurare fino all’ultimo la tragedia. La fede di Aida è però malriposta in un’istituzione mondiale che a Srebrenica mostra tutta la sua inconsistenza e il suo senso di isolamento, indotto dal disinteresse dei giochi di potere internazionali. Quo vadis, Aida? rappresenta dall’interno una situazione dall’escalation imprevedibile. Un fatto che sovente accade nei teatri di guerra, ma che qui porta con sé l’ulteriore complicazione di un “cuscinetto” di caschi blu, diga inutile di fronte allo tsunami della pulizia etnica.
Se è scontato vedere Mladic e i suoi uomini raffigurati nei panni del boia e dei relativi scagnozzi, sorprende la critica veemente di Zbanic ai danni dell’ONU, che evidenzia come il popolo di Srebrenica fin dall’inizio sia rimasto solo, abbandonato a se stesso. È la prima volta che qualcuno ha il coraggio di puntare la macchina da presa su una ferita mai rimarginata della storia recente e di ricordare quanto è avvenuto, in un’epoca che scorda in fretta quel che non vede con i propri occhi. Nella sua brutale semplicità di linguaggio, Zbanic lascia al primo piano di Aida il compito di svegliare le coscienze e obbligare a ricordare. Persino ad accettare la tragedia pur di poter ripartire, su una nota di flebile speranza.
QUO VADIS, AIDA? disponibile in DVD o BluRay |
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Il film della Zbanic è stato recentemente insignito del premio di miglior film europeo del 2021 ed ha meritato tanto onore. E' un film necessario, indispensabile. E non lo dico perchè la pellicola sia impegnata nel ricordo di uno dei più abominevoli fatti della storia recente. Non è la sua carica di denuncia (che pure innerva molta parte della pellicola) la sua forza. [...] Vai alla recensione »
Film potente e terribile, spoglio e crudele. La vita quotidiana, normale, persino banale che si trasforma in tragedia. Una tragedia corale, biblica, che lascia letteralmente senza fiato. Era solo l'altro ieri, succedeva davvero vicino a noi, ma abbiamo già dimenticato, rimosso insieme a tutti i pensieri sgradevoli e troppo onerosi. E ancora una volta viene da chiedersi perché.
L' 11 luglio 1995 unità dell' esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina entrano a Srebrenica, già dichiarata dall' Onu città protetta. Con i militari guidati da Ratko Mladi ci sono i paramilitari di eljko Ranatovi, tristemente noto come Arkan, oltre ai cosiddetti Scorpioni Rossi. Per motivi su cui non sarà fatta chiarezza, le truppe olandesi che dovrebbero garantire la protezione dei [...] Vai alla recensione »
1995, 9 luglio. Aida è un'interprete che affianca i caschi blu olandesi di stanza in una base ONU poco distante da Srebrenica. Migliaia di famiglie vi cercano rifugio dopo che l'esercito serbo ha messo a ferro e fuoco la cittadina. Purtroppo solo poche centinaia di persone trovano riparo entro i confini della base, che è poi poco più di un accampamento, tra queste non ci sono il marito di Aida e i [...] Vai alla recensione »
Il film che mancava nella parziale restituzione operata dal cinema del sanguinoso conflitto balcanico che ha bruciato negli anni '90 la Jugoslavia, fino a cancellarla a favore delle attuali repubbliche riconosciute autonome. Se in tempo reale, nel 1994, Manchevski profetizzava in Prima della pioggia la tragedia di uno scontro fratricida che si sarebbe consumato tra vicini di casa, e quattro anni più [...] Vai alla recensione »
Il massacro di Srebrenica raccontato dal punto di vista rivelatore di un' interprete bosniaca che lavora per l' Onu nel luglio 1995, quando l' esercito serbo entra in città e sembra ancora possibile mettere in salvo la popolazione. Anche se l' illusione non dura. Dopo "Grbavica - Il segreto di Esma", Orso d' oro a Berlino, la bosniaca Jasmila banic torna a scandagliare l' orrore (il vuoto da cui nasce), [...] Vai alla recensione »
«Dopo la guerra tornerò a insegnare. Mi rende felice» risponde Aida in uno dei fugaci istanti proiettati al futuro, uno dei rari momenti di quiete offerti dal film di Jasmila Žbanic. Quo vadis Aida? concede allo spettatore poche occasioni per rifiatare, allentare la tensione, liberarsi dall'angoscia dell'imminenza: il flashback di una festa, una sigaretta in compagnia, alcune fotografie che rendono [...] Vai alla recensione »
Una guerra ingiusta, delle scelte impossibili, la paura di veder arrivare l'inevitabile. Si parte da qui nel nuovo film di Jasmila Žbanic. Aida è una musulmana bosniaca di Srebrenica. Collabora con i caschi blu dell'Onu, facendo da interprete tra loro e i civili. La zona di sicureazza delle Nazioni Unite è l'unico riparo per i bosniaci attaccati dai serbi, e Aida cerca disperatamente di salvare il [...] Vai alla recensione »
Quo Vadis, Aida? è un dramma ambientato durante il massacro di Srebrenica del 1995, in cui l'azione e le scene si sviluppano lentamente con un crescente senso di terrore. Più di 8mila bosniaci musulmani furono assassinati da unità sotto il comando del generale Ratko Mladic , ora condannato all'ergastolo per crimini contro l'umanità. Anche se la premessa del film sembra una prospettiva insopportabilmente [...] Vai alla recensione »
Bosnia, luglio 1995. Aida ( Jasna Duricic) è una interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l' esercito serbo occupa la città, i suoi familiari sono tra le migliaia di cittadini in cerca di rifugio nell' accampamento dell' Onu, che aveva dichiarato "protetta" quella zona. Informata sulle trattative, Aida ha accesso a informazioni cruciali per le quali è richiesto [...] Vai alla recensione »
Aida abitava a Srebrenica nell' anno del massacro. È riuscita a salvare tutti quelli che ha potuto. Sempre meno di quelli che avrebbe voluto. E di mezzo c' era la sua famiglia. Il dramma della strage organizzata con spietata crudeltà da Ratko Mladic, poi condannato per genocidio e crimini contro l' umanità. Una dinamica che ricalca le persecuzioni antisemite.
Aida è una traduttrice in forza al contingente olandese dell' Onu a Srebrenica durante la guerra: da spettatrice in una zona protetta, diventerà ben presto la forza motrice del film, trasformando una ricognizione documentaria in unadimensione di profondità storica, capace di assumere significati universali. In Quo vadis Aida? come a simboleggiare il dolore di tutte le donne in guerra il film prova [...] Vai alla recensione »
Jasmila Zbanic aveva vinto l' Orso d' oro con Il segreto di Esma , che indagava le ferite del dopoguerra sulle vite di una madre e di una figlia. In Quo vadis, Aida?, presentato alla mostra di Venezia un anno fa, affronta in pieno il conflitto, in una delle sue pagine più vergognose: lo sterminio di 8000 civili bosniaci a Srebrenica da parte dei serbi di Mladic, nel luglio 1995, sotto l' occhio dei [...] Vai alla recensione »
Nell' inferno di Srebrenica, poco prima dell' assedio dell' esercito serbo, nel luglio '95, la traduttrice Aida (Jasna Duricic), bosniaca, insegnante di inglese e interprete presso la base Onu, traduce appelli drammatici e confronti impossibili. Senza un attimo di tregua, in un pezzo di mondo dove ognuno cerca salvezza, Aida tenta di realizzare un obiettivo che le donne, da sempre, anche in situazioni [...] Vai alla recensione »
A volte è bello sbagliarsi. A proposito di "Quo vadis, Aida?" scrissi dalla Mostra di Venezia 2020: "Mi pare difficile che da noi esca, nonostante il titolo così italianeggiante. Sarà perché i film sulla guerra civile nell'ex Jugoslavia sono assai respingenti al botteghino, anche quando degni di nota". Invece no. Giovedì 30 settembre arriva nelle sale, con Academy Two e Lucky Red, il film che Alberto [...] Vai alla recensione »
Nel luglio del 1995, a Srebrenica, 8.372 bosniaci furono evacuati dall'esercito della Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina, guidato dal generale Ratko Mladic (oggi definitivamente condannato all'ergastolo) dalla zona protetta dell'ONU nella quale si erano rifugiati, separati dalle loro famiglie, massacrati e sepolti in fosse comuni. Erano uomini e ragazzi tra i 12 e i 77 anni, soprattutto musulmani, [...] Vai alla recensione »
Nel volto tesissimo e nei movimenti nervosi di Aida, il cuore palpitante del dramma privato. Nei campi lunghi a svelare le migliaia di cittadini bosniaci in attesa di ricevere protezione nell'accampamento dell'ONU a Srebrenica, l'orrore collettivo che si consuma, pronto per essere consegnato alle pagine nerissime dei libri di storia. Ora che le sentenze definitive nei confronti dei responsabili di [...] Vai alla recensione »
Una guerra ingiusta, delle scelte impossibili, la paura di veder arrivare l'inevitabile. Si parte da qui nel nuovo film di Jasmila Žbani. Aida è una musulmana bosniaca di Srebrenica. Collabora con i caschi blu dell'Onu, facendo da interprete tra loro e i civili. La zona controllata dalle Nazioni Unite è l'unico luogo sicuro per i bosniaci attaccati dai serbi, e Aida cerca disperatamente il marito [...] Vai alla recensione »
Nel luglio del 1995 oltre 8.000 uomini sono stati trucidati dalle milizie serbe entrate a Srebrenica. È stata la più grave strage europea dopo la fine della Seconda guerra mondiale, e Zbanic la racconta da un osservatorio privilegiato: da dentro la base ONU, dove lavora come interprete Aida, il cui pass azzurro è un biglietto per la salvezza, ma non per suo marito e i due figli maschi.
Siccome ai festival non si può godere troppo, hanno accoppiato Almodóvar con "Quo Vadis, Aida?" di Jasmila banich, una delle registe in concorso. Srebrenica, luglio 1995, ottomila bosniaci massacrati e finiti nelle fosse comuni, dopo che l' Onu aveva dichiarato la città zona protetta. I caschi blu fanno la solita figuraccia (non è la prima volta, qui sotto accusa sono gli olandesi).
L' impegno politico, il punto di vista femminile, la guerra, la tragedia dei popoli, l' orrore dei nazionalismi. Ha tutto quello che serve Quo vadis, Aida?, opera in concorso di Jasmila Zbanic, regista bosniaca quarantacinquenne, decisa e determinata dentro e fuori dal set, per piacere al pubblico degli spettatori forti e, molto probabilmente, alla giuria di Venezia77.
Iniziamo dalla fine, anzi dal fuoricampo del film di Jasmila Zbanic, bosniaca, nata a Sarajevo, ventenne sotto alle bombe, che con la sua macchina da presa prova a rispondere alla necessità di ricostruire la storia del suo Paese a partire da un punto di vista: il proprio e quello di un vissuto che coincide con tanti altri e che è possibile memoria collettiva.
Quo vadis, Aida? racconta invece il massacro di Srebrenica, e l' inazione dei caschi blu davanti allo spadroneggiare delle milizie serbe, attraverso lo sguardo di una donna che fa da interprete (un personaggio piuttosto riuscito, che ha gli intensi lineamenti di Jasna Djuricic), e che cerca di salvare il marito e i due figli. Il film prende per la forza del tema, ricorda a tratti in maniera efficace [...] Vai alla recensione »
Non sa dove andare e non sa cosa fare, Aida, lucidamente consapevole (in virtù delle informazioni militari a cui può accedere) che ogni mossa sbagliata, nel momento cruciale che sta vivendo, può risultare fatale per sé e peri suoi cari. La protagonista di «Quo Vadis, Aida?» è un'insegnante di Srebrenica la quale, nel corso della guerra di Bosnia, si è riciclata come interprete per le forze di pace [...] Vai alla recensione »
E dopo tante chiacchiere su una Mostra che mai è stata così e speriamo non sia nemmeno più così, si comincia. Primo giorno: dolori e massacri. Come si conviene ai festival. Primi film in Concorso, prime donne (rigorosamente staccato), nell'edizione in cui Barbera non verrà rimproverato di essere maschilista. "Quo vadis, Aida?" della bosniaca Jasmila Žbani ci porta dentro una delle pagine più tragiche [...] Vai alla recensione »
La pellicola di Jasmila Žbani sembra finalmente smuovere le linee rarefatte finora perseguite dal Festival con Lacci e Amants - entrambi basati su vicende personali che trascendono lo spazio e il tempo. Quo vadis, Aida? è un racconto crudele, onesto, reale: quello della strage di Srebrenica, massacro che pone fine ad uno dei conflitti più sanguinosi dell'Europa contemporanea.
Srebrenica, 25 anni dopo. Nel luglio del 1995 il massacro perpetrato dalle truppe serbe del generale Mladic, condannato all'ergastolo per crimini di guerra: ottomila bosniaci mussulmani, in gran parte uomini e ragazzi, vennero trucidati. La regista di Sarajevo Jasmila Žbani, già Orso d'Oro con l'esordio Il segreto di Esma nel 2006, torna a Srebrenica con una prospettiva inedita, a suo dire, affidando [...] Vai alla recensione »
La guerra si può uscire fuori anche da un frammento sfuggente. Nella parte finale c'è un gruppo di bambini che stanno giocando a calcio. Uno ha la maglietta del Partizan e l'altro della Stella Rossa. L'accesa rivalità tra le due squadre (il loro viene definito il "derby più cattivo del mondo") non è solo calcistica ma è uno scontro quasi etnico. Lo stesso che mette in campo la cineasta bosniaca Jasmila [...] Vai alla recensione »
"Quo Vadis, Aida ?" dei due è il più necessario, quel tipo di film che è giusto fare ed è giusto vedere. Luglio 1995, il mattatoio di Srebenica: sembra un secolo fa, ed è storia di ieri. Una magnifica Jasna Duricic (che già mette la prima ipoteca sulla Coppa Volpi femminile) è l'Aida del titolo, traduttrice per conto delle Nazioni Unite. Per i caschi blu Srebenica è 'zona sicura', garante un ultimatum [...] Vai alla recensione »
Ogni film su Srebrenica è un film importante. Perché assolve il compito di tramandare la memoria e in parte (piccolissima, infinitesimale) di risarcire in qualche modo le vittime e i loro familiari. Lo choc e lo sgomento che il massacro perpetrato nel luglio 1995 suscitano ancora oggi sarebbero ancora più profondi se ne venisse smarrito il ricordo. E come dimostra il poco spazio riservato dai media [...] Vai alla recensione »
Mettere in scena un massacro realmente accaduto è una sfida improba e forse impossibile: non può esistere infatti godimento scopico di nessun genere nell'assistere a una strage veramente protratta dall'uomo sull'uomo e ripercorsa nella finzione. Lo ha capito benissimo Ari Folman realizzando nel 2008 il magnifico Valzer con Bashir, usando l'animazione per testimoniare la mattanza di Sabra e Shatila [...] Vai alla recensione »