Titolo originale | A Hero |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Asghar Farhadi |
Attori | Sarina Farhadi, Amir Jadidi, Mohsen Tanabandeh, Fereshteh Sadre Orafaiy Sahar Goldust, Ehsan Goodarzi, Alireza Jahandideh, Maryam Shahdaei. |
Uscita | lunedì 3 gennaio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,71 su 32 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 6 dicembre 2021
Asghar Farhadi torna girare in Iran dopo Tutti lo sanno. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 2 candidature a Satellite Awards, a National Board, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Un eroe ha incassato 555 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Rahim Soltani ha contratto un debito che non può onorare. Per questa ragione sconta da tre anni la pena in carcere. Separato dalla moglie, che gli ha lasciato la custodia del figlio, sogna un futuro con Farkhondeh, la nuova compagna che trova accidentalmente una borsa piena d'oro. Oro provvidenziale con cui 'rimborsare' il suo creditore. Rahim pensa di venderlo ma poi decide di restituirlo con un annuncio. La legittima proprietaria si presenta, l'oro è reso e il detenuto promosso al rango di eroe virtuoso dall'amministrazione penitenziaria che decide di cavalcare la notizia, mettendo a tacere i recenti casi di suicidio in cella. Rahim diventa improvvisamente oggetto dell'attenzione dei media e del pubblico. Ma l'occasione di riabilitare il suo nome, estinguere il debito e avere una riduzione della pena, diventa al contrario il debutto di una reazione a catena dove ogni tentativo di Rahim di provare la sua buona fede gli si ritorcerà contro.
Dopo due esperienze internazionali poco convincenti (Il passato e Tutti lo sanno), Asghar Farhadi torna nel suo paese e dimostra con A Hero di sapere infilare come nessuno le derive della società iraniana, logorata dalla burocrazia, la diffidenza, la manipolazione.
Attraverso il destino di Rahim e della sua impossibile redenzione, Farhadi avvia un'implacabile meccanica che concentra tutti i difetti di un regime che ha eretto il perdono e la redenzione a virtù pubbliche e mediatiche. Come in tutti i suoi film, il protagonista è alle prese con un dilemma etico e come ogni volta il regista pratica un pessimismo morale che condanna i suoi personaggi ancora prima che i titoli comincino. Rahim Soltani non fa eccezione e si dibatte inutilmente. La sua parabola finisce dove tutto è cominciato, nella prigione da cui esce 'in licenza' disegnando la geometria sociale di un Iran ossessionato dall'integrità di facciata e esasperato da incessanti negoziazioni, amplificate dall'intervento a gamba tesa dei social network.
Eroe per un giorno e povero diavolo per sempre, il protagonista vaga per le strade della sua città in cerca di riscatto, stringendo al petto un 'certificato di merito' assegnato dalla stessa comunità che adesso è pronta a sbranarlo perché nell'ansia di fare bene, Rahim ha fatto tutto male. Tutte le menzogne e le mezze-verità finiranno per screditarlo, soprattutto agli occhi sempre umidi del suo bambino, eco del Bruno Ricci desichiano (Ladri di biciclette).
Mai così inflessibile, Farhadi non risparmia nessuno, debitori e creditori, prigionieri e carcerieri, diavoli e santi, sorprendendo lo spettatore con colpi di scena che non forzano mai la logica narrativa. E quella logica è decisamente perturbante. Proviamo un'empatia profonda per il personaggio principale, sempre sorridente e confidente nel tentativo di uscire da una situazione assurda. Ma più prova ad evadere da quella prigione a cielo aperto e più si chiude dentro, inquadrato dietro ai vetri, urtato dalla cattiva fede dei suoi interlocutori, impegnati ad abusarne o a prenderne le distanze in nome di un paese perfetto, di cui il sistema mediatico si fa eco mostruoso.
Girato ad altezza d'uomo, A Hero è il film sociale perfetto che non impone nessuna morale al pubblico e dona un'idea dell'era digitale in Iran. Amir Jadidi, incredibilmente fiducioso e irrimediabilmente sconfitto, è l'eroe del titolo e di un film dove tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Ciascuno giudica in funzione dei suoi criteri (e dei suoi interessi) personali. Ancora una volta il cinema di Farhadi ci ricorda che ci sono troppe ombre nella luce per mantenere stretta la nostra versione del mondo. Sempre parziale, sempre soggettiva. Chi può arrogarsi la verità? Certamente non Asghar Farhadi che lascia l'affaire Rahim irrisolto e invita lo spettatore a prendere le parti dell'uno o dell'altro, facendolo dubitare e facendogli cambiare posto nello svolgimento della trama. Il suo talento è di nuovo quello di rendere appassionante i casi di coscienza dei suoi personaggi, il groviglio kafkiano che li lega, li oppone e li conduce sempre verso il conflitto (e lo scacco).
UN EROE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€7,99 | – | |||
€7,99 | – |
Se il Cinema è raccontare la vita in forma artistica attraverso la tecnica delle immagini in movimento, e se la vita è un susseguirsi di situazioni che è possibile raccontare al meglio proprio con la tecnica delle immagini in movimento, il Cinema diventa Vita ogni volta che produce un capolavoro come "Un eroe".Farhadi supera se stesso e dirige il suo miglior film di sempre innalzandosi al livello dei [...] Vai alla recensione »
Dramma sociale e dramma privato, affresco umano, ma anche una lucida disanima su quanto sia tossica l’apparenza, la considerazione da mantenere alta davanti agli altri. Un Eroe di Farhadi non risparmia quasi nessuno, tratteggiando un’epopea circolare nel quale l’integrità tanto decantata dai personaggi altro non è che dinamite pronta ad esplodere.
Il permesso premio di Rahim, in carcere per debiti, è l'occasione per potersi riscattare quando insieme alla nuova compagna si decidono a far apparire l'uomo come un cittadino modello che restituisce alla legittima proprietaria una borsa rinvenuta per caso dalla donna. Tra la manipolazione mediatica delle autorità carcerarie, quella di una benemerita onlus per i diritti civili e l'ostinazione di un [...] Vai alla recensione »
Rahim ha due giorni permesso dal carcere dove sta scontando una pena per non aver pagato un creditore. La donna che ama ha trovato una borsa con delle monete d’ora e la tentazione di usarle per ripagare almeno parte del debito ed uscire di prigione è molto forte. Ma un sussulto di coscienza lo fa desistere dando il via ad una sequela di avvenimenti imprevedibili.
Rahim è in carcere perché non è riuscito a far fronte a un debito. In giorno però la sua fidanzata trova casualmente una borsa smarrita con un malloppo che può saldare almeno in parte il creditore e far ritirare la denuncia. Tuttavia Rahim, all’ultimo, un po’ per caso, un po’ perché la cifra non copre completamente il debito, un po’ [...] Vai alla recensione »
Una commedia drammatica fatta di equivoci, ipocrisie, interessi personali e di gruppo, raccontata in maniera leggera, la leggerezza del macigno. Rahim si trova a fare i conti con il passato, il presente e il futuro. Epicentro il denaro e, pur con qualche caduta di stile, si riscatta con dignità. E' sufficiente questo per diventare un eroe? Guardando la miseria di questi tempi direi di sì. [...] Vai alla recensione »
Un povero detenuto iraniano, incarcerato per debiti, si ritrova al centro di un assurdo vortice; prima di elogi e poi di accuse, che gli si ritorcono contro senza lasciargli più scampo.Il tutto potenziato dall'esposizione mediatica: tv, telecamere e video collaborano prima nel dare la caccia al virtuoso da mostrare, poi nella ricerca delle prove per schiacciarlo.
Il bel film di Asghar Farhadi, una storia del quotidiano, con i suoi bravi attori ben diretti, mette bene in evidenza per l’inquietudine e le costrizioni che muove, la diversità come le similitudini, della struttura sociale iraniana da quella occidentale, e da quella italiana. Adesso comprendo meglio lo sbigottimento dei miei amici persiani di fronte al balletto dello Schiaccianoci dell’O [...] Vai alla recensione »
Non abbiamo aspettato che finisse il film e passata più di metà pellicola siamo usciti (chi era con me è persona ben più attenta), noioso, angosciante oltre i limiti, una telenovela. Il personaggio principale viene fatto apparire quasi colpevole, la realtà del carcere è pressochè nascosta.
Se vogliamo cercare una convergenza almeno nei messaggi e nei contenuti trasmessi con il cinema di tipo sociale in Occidente ed in Oriente, il film “Un eroe” dell’iraniano Ashgar Farhadi si presta ottimamente a questo fine .In uno scenario costruito su un episodio fortuito quanto poco probabile il regista porta alla luce in un crescendo di tensione,aspettative e colpi di scena, [...] Vai alla recensione »
Ovviamente ognuno dice la sua, e un forum, comunque sono rimasto in parte deluso perchè avevo altre aspettative, mentre lo guardavo mi veniva in mente una sop opera italiana, più che drammatico mi sembrava una commedia molto molto seria, ogni 10 minuti un colpo di scena che cambiava la visione, d'altronde 127 minuti sono tanti.
Nulla da dire. Perfetto. Molto consigliato. Il regista iraniano non sbaglia un colpo
Da qualche anno Asghar Farhadi si è imposto nel panorama internazionale col suo cinema teso e preciso. Di una precisione diabolica. Una separazione (Orso d’oro a Berlino 2011 e Oscar al miglior film straniero nel 2012), Il passato, Il cliente, Tutti lo sanno (guarda la video recensione) sono bombe a orologeria che piazzano personaggi e spettatori al cuore di impressionanti turbolenze sociali e politiche. Una meccanica implacabile immaginata dall’autore iraniano come un tour de force. Allineato con le opere precedenti di Farhadi, Un eroe è un mélange di suspense e cronaca sociale. Partito da una situazione quasi banale, che finisce per prendere proporzioni smisurate e per divorare il protagonista, emerge in permanenza elementi che sembrano contraddire quello che vediamo.
Questa volta si tratta del destino di Rahim (Amir Jadidi), finito in prigione per un debito che non ha potuto onorare. In due giorni, il povero diavolo passa dallo status umiliante di detenuto insolvente a quello di uomo onesto, esemplare e celebre. Un piedistallo morale da cui precipiterà altrettanto rapidamente rientrando in prigione. In mezzo una borsa di monete d’oro trovata dalla fidanzata del protagonista che deve decidere se usarla per saldare il debito o riconsegnarla al legittimo proprietario, diventando l’eroe del titolo. Il dilemma morale è da sempre il motore del racconto per Farhadi che pedina da vicino redenzioni impossibili. Ogni film finisce per trasformarsi in una macchina infernale per i suoi personaggi, ogni film gioca con lo spettatore facendolo dubitare di quello che ha visto o che crede di aver visto.
Dopo Tutti lo sanno (guarda la video recensione), ‘remake’ spagnolo dei suoi capolavori, Farhadi ritorna a girare nel suo Paese e nella sua lingua limpida che aggiunge materia ai volti, all’intrigo, ai décor. Ma è pure vero che il cinema di Farhadi trascende le frontiere e le produzioni internazionali (Il passato, Tutti lo sanno (guarda la video recensione)) disegnando sottili variazioni attorno a un genere (il thriller sociale) e a temi ricorrenti (la famiglia, l’integrità, la morale, la reputazione). In Un eroe ritroviamo il suo dispositivo abituale, le stesse risorse psicologiche e lo stesso rigore geometrico. Come seguisse un metronomo, il suo cinema misura il medesimo dominio e la stessa formidabile empatia per la condizione umana. Una qualità che emerge sotto le ombre e la sofisticazione della storia. Lo stile, opposto a quello di Makhmalbaf e dei suoi epigoni, è nervoso e guidato da una macchina da presa che non ha un posto fisso ma trova sempre quello giusto, la giusta angolazione, la giusta velocità, la giusta distanza. Farhadi dipinge il mondo usando i toni del quotidiano ed eludendo i cliché del cinema iraniano. Antisimbolista ma pure antinaturalista, è un regista all’incrocio di due generazioni che si serve ‘liberamente’ del cinema per evidenziare le infinite contraddizioni dell’Iran. Paese che conosce col cuore e di cui districa i nodi e le ipocrisie con un fascino perverso.
Le sue storie seminano ostacoli lungo la strada di questo o quell’altro personaggio, valorizzano le sue attrici come i suoi attori che lavorano sulle sue sceneggiature “finché è necessario”, “finché le parole non sono diventate così naturali per loro che sullo schermo sembrano improvvisare”. La pratica di incarnare come respirare le qualità di scrittura di Farhadi è un’altra delle caratteristiche essenziali del suo cinema. La performance attoriale attiva i meccanismi di sceneggiatura fino al virtuosismo, fino a distillare con una meticolosità sorprendente i comportamenti umani all’interno della società. La società è quella iraniana ma al di là delle specificità, facilmente identificabili, le tensioni, le condizioni, le questioni trattate sono universali.
La filmografia di Farhadi è consegnata alla costruzione di teoremi narrativi complessi, in cui, individuati dei principi, da un lato si conduce la vicenda su territori che interrogano, anche moralmente, lo spettatore, dall'altro, con lo scioglimento dei nodi tematici, si propone, sulla scorta delle premesse, una dimostrazione. È in questo preciso equilibrio tra geometrie narrative e risposte emotive [...] Vai alla recensione »
E' da tre anni in carcere perché debitore insolvente. Per di più Rahim è separato dalla moglie che gli ha lasciato la custodia del figlio balbuziente, ora accudito dalla famiglia della sorella. Quando esce per una breve licenza, il caso gli offre una soluzione, nella forma di una borsa piena d'oro, trovata dalla donna con cui Rahim vorrebbe rifarsi una vita.
L'inizio dice tutto del percorso in salita e difficoltoso che dovranno compiere i protagonisti di Un eroe e dei mille ostacoli che dovrà superare la narrazione stessa. Il quarantenne Rahmin esce di prigione grazie ad un permesso. Sconta la pena per non aver ripagato un debito, ma ora sembra avere una soluzione per lasciarsi alle spalle il passato. Arrivato al monumentale sito archeologico di Marvdasht [...] Vai alla recensione »
Capita talvolta che qualcuno dica «ora basta, non mi farete vergognare di me». Di questo racconta Asghar Farhadi in Un eroe (Ghahreman, Iran e Francia, 2021, 127'). Siamo a Shiraz, una delle maggiori città iraniane. Incarcerato per debiti, Rahim (Amir Jadidi) ha qualche giorno di libertà. Ne vuole approfittare per convincere il suo creditore Bahram (Mohsen Tanabandeh) a ritirare la denuncia.
Un uomo esce di prigione con un sorriso così largo stampato in faccia che viene voglia di credergli. A tutti i costi. In carcere per debiti Rahim, così si chiama, ha una sorella che bada a suo figlio, un nuovo amore segreto, la radiosa Farkhondeh, e un tesoro da sfruttare. Farkhondeh infatti ha trovato per strada una borsa piena di monete d' oro (siamo a Shiraz, culla dell' antica cultura persiana). [...] Vai alla recensione »
E' la specialità dell' iraniano Farhadi, fin da "Una separazione" ( non era il suo primo film ma lo rivelò al mondo grazie all' oscar per il miglior titolo straniero nel 2012). Una storia di persone comuni, con molti colpi di scena senza effetti speciali: chi all' inizio sembrava buono e onesto dopo qualche scena non lo è più, e chi sembrava dalla parte del torto pian piano comincia a non essere più [...] Vai alla recensione »
Dopo qualche giro per l'Europa, Asghar Farhadi torna nel cuore della realtà iraniana, più precisamente a Shiraz, sulle tracce di un fatto vero che ha fatto scalpore sui giornali locali. Rahim, finito in prigione a causa di un debito non pagato, ottiene un congedo di due giorni. La sua compagna ha trovato per strada una borsa con delle monete d'oro e vorrebbe che lui la usasse per ripagare il debito. [...] Vai alla recensione »
Rahim (Amir Jadidi), protagonista di Un eroe di Asghar Farhadi, Gran premio speciale della Giuria all'ultimo Festival di Cannes e tra i 15 candidati all'Oscar al miglior film straniero, è finito in carcere per debiti e deve scontare una condanna a tre anni. È uscito in permesso premio per una manciata di giorni e l'idea è quella di utilizzare questo prezioso tempo di libertà per trovare la maniera [...] Vai alla recensione »
Rahim è in prigione a causa di un debito che non riesce a pagare e approfittando di un permesso di due giorni, tenta di convincere il suo creditore a ritirare la denuncia versandogli una parte della somma dovuta. Poi escogita un piano per ottenere il denaro necessario e riabilitare la propria immagine coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone nel suo disegno.
Tutto il mondo è paese, viene da dire dopo la visione di Un eroe, il nuovo magnifico apologo di Asghar Farhadi, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2021 e in lizza per le prossime nomination agli Oscar come miglior film straniero, premio che il cineasta iraniano ha già vinto due volte con Una separazione nel 2012 e Il cliente nel 2017.
Essere eroi al giorno d' oggi, in tempo di social. Ce lo spiega con un grande film Asghar Farhadi, che riscatta il pessimo precedente Tutti lo sanno. Chi è l' eroe del titolo, protagonista della storia? L' iraniano Rahim, un uomo che si trova in carcere per via di un debito che non è in grado di saldare. Durante un permesso premio, si incontra con la sua fidanzata che, beata lei, trova per strada una [...] Vai alla recensione »
Una borsetta perduta, ritrovata e restituita, innesta un rompicapo morale avvincente e inesorabile. Nel cinema iraniano esportato e premiato ai festival, da Kiarostami a Makhmalbaf a Panahi e Majidi, il tormentone di scelte, conseguenze e ambiguità dei fatti intorno al personaggio in trappola è diventato un marchio di successo, nonostante le differenze tra autori, la ripetitività della "macchina", [...] Vai alla recensione »
Un uomo agli arresti per un debito non pagato restituisce alla legittima proprietaria una borsa contenente delle monete d' oro trovata per caso ad una fermata dell' autobus. Un fatto di cronaca di minore importanza e che non meriterebbe più di qualche riga delle pagine locali. Come nei racconti dei nostri neorealisti, il fatto è ripetuto mille e una volta.
Rahim, in permesso di due giorni da galera per debiti, è subito senza fiato quando prova a visitare la Tomba di Artaserse a Persepoli («Come facevano i pellegrini?» chiede ansimando: «Non fumavano come te» gli rispondono). Lontano dal tempio non riesce nemmeno a prendere l' autobus. Sono le sottili premonizioni all' inizio di Un eroe di Asghar Farhadi.
Una delle più importanti conquiste della cultura borghese, già sul finire del '700 ma soprattutto nel corso dell' 800, riguarda un valore apparentemente impalpabile ma in realtà solidissimo perché basato su un sapere e una percezione condivisi, ossia l'onore. Il duello, l' istituto preposto a vendicare e restituire l'onore, riguardava non a caso solo ed esclusivamente la classe aristocratica, l'individuo [...] Vai alla recensione »
Dopo la trasferta spagnola di Tutti lo sanno, e le produzioni solo parzialmente autoctone dei precedenti Il cliente e Il passato, con Un eroe Asghar Farhadi torna a immergersi del tutto negli umori del suo paese. Lo fa con un film per cui la critica, meno entusiasta che in passato per il suo lavoro precedente, è tornata a tributargli un plauso pressoché unanime, e che lo ha visto tornare a conquistare [...] Vai alla recensione »
Dopo la parentesi spagnola di Tutti lo sanno, Asghar Farhadi gira di nuovo in patria e ritrova la sua vena di acuto esploratore delle sfaccettate contraddizioni dell'animo umano. Vagamente ispirato da un fatto di cronaca, Un eroe ha per protagonista Rahim (Amir Jadidi), condannato al carcere per un debito non ripagato, colpa non sua ma di un socio imbroglione.
"Se qualcosa può andare storto, lo farà" ammonisce la Legge di Murphy. Confesso di aver visto tutto il nuovo, bellissimo e amaro film di Asghar Farhadi pensando a quel precetto, paradossale ma non troppo. Nelle sale da lunedì 3 gennaio con Lucky Red dopo il Gran premio speciale della giuria conquistato a Cannes 2021, "Un eroe" segna il ritorno in patria del quasi cinquantenne regista persiano.
Nei film di Asghar Farhadi il punto non è la relatività della verità - che la Verità possa non esistere è un dato acquisito - ma la constatazione che torto e ragione non stanno mai da una sola parte. È un cinema morale, più che un cinema etico o filosofico. Detto questo, i suoi film girati in Iran risultano in genere più complessi, meno a tesi (perché anche quella di mostrare che il torto assoluto [...] Vai alla recensione »
Una decina d'anni fa, l'iraniano Asghar Farhadi conquistava la fama mondiale con Una separazione, storia di una coppia che divorzia a Teheran. A hero è un film altrettanto lucido, preciso ed emozionante, con un protagonista che ispira simpatia ma leggermente indecifrabile. Ramin (Amir Jadidi) è in permesso di uscita dal carcere dove è finito per reati finanziari.
Iran, oggi. Incarcerato a causa di un debito, un uomo trova ad accoglierlo (in libera uscita) una possibile luce salvifica: una borsa colma di monete d'oro, trovata (siamo sicuri?) dalla compagna. Lui decide di restituirla (ma a chi?). Il gesto ne fa un eroe mediatico, ma la prima scena è come sempre un preavviso: le scale si salgono, certo, e si scendono immediatamente.
Se è vero che due indizi non fanno una prova, è altrettanto vero che possono istradare il giudizio nella giusta direzione. Asghar Farhadi torna di nuovo a girare in Iran, abbandonando le pretese d'auteur all'europea racchiuse nel francese Il passato e ancor più nello spagnolo Tutti lo sanno, e di colpo ritrova il suo cinema, la piena consapevolezza della messa in scena, la capacità di riflettere su [...] Vai alla recensione »
Un film costruito sul debito, sulla necessità anche simbolica di risarcire intesa come idea di azzeramento del passato, come riedificazione di un tempo della dignità e della coscienza: con A Hero (in Concorso a Cannes 74) Asghar Fahradi torna a girare in Iran e insiste sul suo cinema in cerca di una conciliazione impossibile tra i suoi personaggi vessati da eventi che li sovrastano e la realtà nella [...] Vai alla recensione »
Ancora un grande e impietoso ritratto della società iraniana quello fornito da Asghar Farhadi con A Hero (il titolo in lingua farsi è traslitterato come Ghahreman), che gareggia per la Palma d'Oro a Cannes 2021. Parliamo del più importante cineasta di quel paese che lavora in patria, alternando però produzioni internazionali, come Il passato e Tutti lo sanno.
Asghar Farhadi torna in patria e ritrova il suo tocco personale: dopo la poco riuscita parentesi spagnola di «Tutti lo sanno», il regista iraniano riparte da una storia decisamente più nelle sue corde, che fa ripensare ai suoi lungometraggi migliori, da «Una separazione» a «Il cliente». Presentato in concorso a Cannes, il suo nuovo lavoro «A Hero» parla di un uomo, Rahim, che si trova in carcere a [...] Vai alla recensione »
Quanto Asghar Farhdi sia un fine narratore delle spirali infernali in cui può precipitare chi è preso di mira dalla sorte lo hanno dimostrato 'Una separazione' e 'Il cliente', entrambi premiati con l' Oscar. Dopo un deprecabile sconfinamento ('Tutti lo sanno') il regista iraniano, attraverso una storia esemplare, torna a muoversi sul congeniale terreno di conflitti, manifesti e invisibili, di ipocrisie [...] Vai alla recensione »
Dopo la parentesi spagnola di Tutti lo sanno con i divi Javier Bardem e Penelope Cruz, Farhadi torna ai tormenti morali ambientati nella piccola borghesia iraniana che lo hanno fatto conoscere nove anni fa con Una separazione. Al centro della storia c' è un quarantenne di bell' aspetto (Amir Jadidi) con uno strano sorriso stampato in volto. Uscito con un permesso dal carcere dove è recluso per debiti, [...] Vai alla recensione »
Rahim è in prigione per un debito non azzerato. Uscito per un breve permesso, deve cercare di saldare la situazione. La sua fidanzata trova casualmente una borsa contenente monete d'oro. Rahim però non le vuole usare a suo vantaggio, cercando di ritrovare il legittimo proprietario. Diventa così una specie di eroe. Ma il mondo mediatico lo espone a situazioni intricate.
Dopo la disastrosa avventura spagnola di Tutti lo sanno, Asghar Farhadi torna in Iran e torna al suo cinema fatto di relazioni e di dilemmi morali. Questa volta si concentra su Rahim, un giovane uomo dall'aria mesta, in prigione per non essere riuscito a restituire un debito, e sui suoi tentativi di tornare a casa dalla famiglia. Il film inizia infatti con la sua uscita dal carcere per un breve permesso [...] Vai alla recensione »
Un giovane uomo, Rahim (Amir Jadidi), viene imprigionato per debiti. Sfruttando un permesso, coglie una ghiotta occasione per non rientrare in carcere: la fidanzata ha trovato una borsa piena di soldi, che potrebbero convincere il suo creditore, Braham (Mohsen Tanabandeh), a recedere. Ma le cose non andranno come pianificato... Ambientato nell'Iran contemporaneo, A Hero segna la quarta volta di Asghar [...] Vai alla recensione »
I film migliori a Cannes arrivano in coda al concorso, come da tradizione. Tornato a girare in Iran dopo una fase europea, Asghar Farhadi (Oscar per "Il Cliente", Orso d'oro a Berlino per "La Separazione") pone con "Un Héros" domande geograficamente circoscritte, ma che di regionale non hanno niente. Tema chiave il contrasto tra la grande bellezza di civiltà millenarie e la barbarie che ha omologato [...] Vai alla recensione »