Lei mi parla ancora

Film 2021 | Drammatico,

Regia di Pupi Avati. Un film Da vedere 2021 con Stefania Sandrelli, Isabella Ragonese, Renato Pozzetto, Lino Musella, Fabrizio Gifuni. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2021, Uscita cinema lunedì 26 aprile 2021 distribuito da Vision Distribution. - MYmonetro 3,36 su 28 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 5 settembre 2022

L'opera di Pupi Avati, ispirato alle opere di Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio e Elisabetta Sgarbi. Il film ha ottenuto 4 candidature ai Nastri d'Argento, 2 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Lei mi parla ancora ha incassato 26 mila euro .

Passaggio in TV
martedì 24 dicembre 2024 ore 8,05 su SKYCINEMAROMANCE

Consigliato sì!
3,36/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,41
PUBBLICO 3,18
CONSIGLIATO SÌ
Un film nostalgico pieno di tenerezza e imbevuto del garbo antico del suo fragile protagonista.
Recensione di Paola Casella
venerdì 5 febbraio 2021
Recensione di Paola Casella
venerdì 5 febbraio 2021

Per 65 anni Nino ha amato la sua Rina, e non può smettere nemmeno adesso che lei se ne è andata: perché Rina gli parla ancora, e lui continua a parlare con lei, a porte chiuse, per non farsi sentire dai domestici e dai figli. Sarà proprio sua figlia ad inventarsi un modo per permettere al padre di parlare ancora "della Rina", commissionando una raccolta di memorie ad un ghostwriter non altrettanto bravo a far pubblicare il suo pensiero originale. Dopo un'iniziale diffidenza Nino si aprirà allo scrittore e insieme ritracceranno la grande storia d'amore fra due coniugi che si sono creduti immortali in virtù del "gran bene che si sono sempre voluti".

Pupi Avati ha girato Lei mi parla ancora, basato sul romanzo autobiografico di Giuseppe Sgarbi (il padre di Vittorio ed Elisabetta), in piena pandemia, e ha fatto di necessità virtù: certi vuoti attorno agli attori fanno il paio con l'esistenza di Nino dopo la morte della moglie, improvvisamente svuotata di senso; e dentro la storia che racconta si sente l'eco dello strazio di tanti coniugi anziani che non hanno potuto darsi l'ultimo saluto, il che ha reso ancora più difficile "accettare la mancanza dell'altro".

Come ogni artista, Avati ha imbevuto la sua storia di contemporaneità pur raccontando un passato del quale lui stesso sembra avere una disperata nostalgia molto ben incarnata da Renato Pozzetto, che in un casting controintuitivo come molti ne ha fatti Avati (da Massimo Boldi in Festival a Christian De Sica ne Il figlio più piccolo a Serena Grandi, che compare anche in Lei mi parla ancora, in Una sconfinata giovinezza) incarna benissimo un uomo con "una conoscenza ottocentesca della vita", riservato ma empatico, chiuso dentro un "magazzino vita" pieno di cose lì "per sempre", tracimante ricordi (ora non più) condivisi.

Anche il resto del cast, da Fabrizio Gifuni nei panni del ghostwriter a Chiara Caselli in quelli della figlia a Lino Musella e Isabella Ragonese (Nino e Rina da giovani), è a servizio della storia, e sono tanti i cammei degni di nota, in primis quelli di Stefania Sandrelli (Rina anziana) e Alessandro Haber (il fratello di Rina), che condividono implicitamente con Avati "un assunto cinematografico comune".

Più problematica (al di là di qualche sporcatura nel doppiaggio e della incongruenza degli accenti regionali) è la divisione dei "pesi" in sceneggiatura, cofirmata da Pupi Avati e da suo figlio Tommaso: la prima mezz'ora infatti è dedicata al presente e alle reciproche esitazioni di Nino e lo scrittore ad imbarcarsi nell'avventura di raccontare una vita intera. Poi però quella vita è ricostruita in fretta, scegliendo sì gli episodi salienti (come il ghostwriter sa che è necessario fare), ma dedicando ad ognuno un tempo troppo breve rispetto alla corposità della fase "espositiva" iniziale.

Si vorrebbe un maggior equilibrio narrativo, perché mentre la parte iniziale e la chiusa straziante sono efficacissimi vorremmo sapere molto, molto di più su quei due coniugi così profondamente innamorati. Ma la dilatazione e comprensione arbitraria del tempo è un privilegio che Avati si concede, dalla prospettiva pluridecennale della sua età e della sua produzione cinematografica. "Non ci sono cose meno belle, da non scrivere", afferma l'ottantenne Nino allo scrittore, incapace di scegliere fra gli episodi della sua vita con Rina.

E allora si vorrebbe che Lei mi parla ancora avesse un andamento da Jazz band, con lo spazio necessario per dipanarsi meglio seguendo il suo ritmo interno: qui sincopato, là disteso. L'attenersi alla misura aurea dell'ora e mezzo (decisione quasi sempre condivisibile) ha invece comportato scelte più radicali e punitive. Ma di questo film doloroso e nostalgico, pieno di grazia e di tenerezza, restano dentro il garbo antico del suo protagonista e la fragilità esposta di un Renato Pozzetto che dichiara la sua paura nel continuare a vivere "senza". Non si può non voler bene a Nino (e a Renato), così come non si può non commuoversi davanti alla delicatezza con cui Avati ricorda la sua giovinezza.

Infine non si può non apprezzare un cinema che cita Bergman e Pavese, Leopardi e Pascoli, Carver e Ariosto, senza doversi mai giustificare. E quel magone a stento trattenuto fa parte di tutti noi, soprattutto in questo momento di scomparse e smarrimenti: il perdersi dentro la scarnebbia della Bassa Padana per sentire la "nostalgia degli abbracci".

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 16 aprile 2023
Lovemovies

Quando un film prende spunto (più o meno liberamente) dalla trama di un libro, il buon risultato finale è quasi sempre già garantito. Questo film ne è la conferma, nonostante si possa osservare che la seconda parte (quella che racconta la vita dei protagonisti dopo le nozze) appare breve rispetto all'integrale durata del film.

lunedì 15 novembre 2021
Felicity

Lei mi parla ancora di Pupi Avati, dal romanzo di Giuseppe Sgarbi, è un film sull’amore eterno che sopravvive grazie alle parole e la scrittura. Lei mi parla ancora cerca la commozione caricando a mille le emozioni. A tratti ci riesce soprattutto grazie all’intensità di Renato Pozzetto per la prima volta in un ruolo drammatico.

venerdì 19 marzo 2021
Eugenio

Il nuovo film di Pupi Avati emoziona e tanto anche. In primo luogo, vedere un personaggio “storico” di film comici anni ’90, come Renato Pozzetto, in un ruolo intensamente drammatico è già motivo di interesse. Tuttavia, è la storia, ampia, intima e “verista” intinta dal sapore di dolce amarezza a imperniare il soggetto di Lei mi parla ancora.

sabato 3 luglio 2021
Alessandro De Felice

L'ultimo film di Pupi Avati, a prescindere dalla sua riuscita e dal suo successo di pubblico, dimostra almeno due cose, forse scontate ai più, importanti. In primis che Avati è uno degli ultimi artigiani della nostra cinematografia; un regista e sceneggiatore capace di lavorare su pochissimi elementi riuscendone a tirar fuori opere, non sempre riuscite, ma comunque sempre dignitose. Seco [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2021
Donatella

Mi è sembrato sinceramente un film su commissione di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi realizzato per rendere omaggio ai propri genitori ma anche valorizzare le imprese di famiglia nel campo del collezionismo d'arte e dell'editoria. L'intento affettivo e celebrativo è degno di rispetto ma non produce di per sé un buon film, forse perché le istanze biografiche hanno [...] Vai alla recensione »

mercoledì 31 marzo 2021
enzo70

Con la classe che gli è solita Pupi Avati regala al cinema italiano un delizioso omaggio all’amore. Forte e intenso come quello che Nino ha provato per 65 anni per la sua Rina; un amore che va oltre la morte che non riesce a separare la coppia che si era definita immortale per il gran bene che si sono sempre voluti. La storia di una coppia così solida, ricca di valori, viene raccontata [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 marzo 2021
Dino70

 Un film certo non perfetto, soprattutto nella sceneggiatura, ma che mi è piaciuto molto, per il tono e il solito tocco garbato, ricco di umanità e umanesimo, del grande Pupi Avati, regista bravo e per troppi anni, nel passato, ingiustamente sottovalutato (si dice che certa intellighenzia di sinistra italiana non gli abbia mai perdonato il suo essere cattolico).

domenica 7 marzo 2021
Lizzy

Così come era bello ed intrigante il precedente "Signor Diavolo" così è brutto e noioso questo ultimo lavoro di Avati, regista dai risultati molto altalenanti e non sempre all'altezza della sua fama. Tutto il film a me pare solo un grande spottone alla famiglia Sgarbi e nulla più. Onestamente: ma di che parla questo prodotto? Di una storia d'amore, [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 8 marzo 2021
Leonardo Gregorio
Duels.it

Si sono sposati promettendosi l'«immortalità». Ora che lei non c'è più, dopo 65 anni insieme, tutti dicono a Giuseppe, a 'Nino', che l'ha perduta. Invece Lei mi parla ancora, sostiene lui, e la notte è fatta per incontrarla, ancora, nel loro letto di sempre. C'è, alla base di quest'ultimo film di Pupi Avati, l'omonimo memoir di Giuseppe Sgarbi dedicato a sua moglie Caterina, 'Rina', Cavallini (pubblicato [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 marzo 2021
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Spesso sul grande schermo l'attore Casey Affleck si confronta con la memoria, con il dolore della perdita. Nel bellissimo Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, con cui ha vinto l'Oscar, interpretava un uomo solitario, schiacciato dal rimorso, a cui all'improvviso moriva il fratello. La sua recitazione era fatta di piccoli gesti, i suoi occhi lasciavano intravedere un'anima lacerata, afflitta da [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 marzo 2021
Fabio Canessa
L'Osservatore Romano

Due giovani sposi, nel giorno delle nozze, si dichiarano immortali giurandosi fedeltà. Dopo 65 anni vissuti insieme, li ritroviamo nel loro letto che si tengono per mano e ricordano quella lettera che lei scrisse per lui, secondo la quale se si fossero voluti bene per tutta la vita, «in tutti i luoghi e in tutte le stagioni», sarebbero vissuti per sempre.

domenica 14 febbraio 2021
Francesco Costantini
Asbury Movies

Un gioco di vuoti in fondo a tutto. Il vuoto della morte riempito dal pieno dell'amore. L'amore minacciato dall'assenza, custodito dal ricordo con una tenerezza non scevra da un pizzico di follia. Perché parlare di notte (ma anche di giorno) a un cuscino senza che ci sia una testa posata sopra non è proprio il massimo, ma quale sarebbe l'alternativa.

domenica 14 febbraio 2021
Tonino De Pace
Duels.it

Come direbbe Totò: a prescindere. A prescindere da tutto, dal racconto di una vecchiaia conclusione di una vita felice, scandita da un amore immortale, dalla solitudine nella quale si piomba allo scomparire degli affetti coniugali, a prescindere dalla malinconia della storia, comune a quella di molte altre che la cronaca rimanda nella sua eclatante normalità, a prescindere dalla famiglia di cui viene [...] Vai alla recensione »

sabato 13 febbraio 2021
Francesco Alò
Il Messaggero

Due Wonder Women per il grande cinema in tv. Entrambe immortali, una in senso letterale. La prima è Caterina, detta La Rina, e la trovate su Sky in Lei mi parla ancora di Pupi Avati, tratto dall' omonimo romanzo di Giuseppe Sgarbi. È una farmacista di Ro, provincia di Ferrara, accasata dove abitava l' Ariosto, arguta e combattiva, ricordata dal marito quando lo lascia, dopo 65 anni, così innamorato [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 febbraio 2021
Maurizio Acerbi
Il Giornale

Tratto dall' omonimo libro di Giuseppe Sgarbi, papà di Vittorio ed Elisabetta, dedicato alla moglie Rina, il film racconta la storia d' amore tra Nino (uno strepitoso Renato Pozzetto) e Caterina (Sandrelli), dal momento della morte di lei, con flashback del passato (rispettivamente Musella e Ragonese). Uno scrittore (Gifuni) raccoglie i ricordi del vedovo, legati alla promessa di immortalità che i [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 febbraio 2021
Matteo Galli
Close-Up

Si è scomodato Chaplin, si è scomodato Robin Williams, e restando all'Italia si è scomodato Paolo Villaggio (e anche Benigni) con La voce della luna per descrivere l'operazione compiuta da Pupi Avati: la riuscitissima rinegoziazione drammatica di Renato Pozzetto, icona comica del cabaret, della televisione e del cinema popolare (trash) degli anni '60-'80 nel film tratto dai tardivi testi autobiografici [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 febbraio 2021
Davide Comotti
Nocturno

Il vulcanico Pupi Avati continua a esplorare i generi più disparati con il suo peculiare tocco, e con una disinvoltura che solo pochi autori possono permettersi. Dopo il recente Il signor Diavolo - un ottimo horror che nonostante i limiti di budget colpisce nel segno e fa paura - Avati torna al dramma con il commovente Lei mi parla ancora (2021), una pellicola che visti i tempi approda direttamente [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 febbraio 2021
Andrea Chimento
Il Sole-24 Ore

Su Sky è invece è arrivato il nuovo lavoro di Pupi Avati, «Lei mi parla ancora», tratto dal libro omonimo di Giuseppe Sgarbi, padre di Elisabetta e Vittorio. Renato Pozzetto veste i panni del protagonista in questa pellicola che mette in scena un amore d'altri tempi, quello tra Nino e Caterina, coppia sposata da 65 anni. Tra i due è stato amore a prima vista e quando Caterina (interpretata da Stefania [...] Vai alla recensione »

giovedì 11 febbraio 2021
Marina Visentin
Cult Week

Lei mi parla ancora, l'ultimo film di Pupi Avati visibile su Sky, inizia intorno alla metà degli anni Cinquanta, dalle parti di Ferrara. Appena fuori dalla chiesa, poco prima di sposarsi con Nino (Lino Musella), Rina (Isabella Ragonese) mette in mano all'uomo che sta per diventare il compagno di una vita intera una lettera che contiene una solenne promessa: se continueranno a donarsi reciproco e infinito [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 febbraio 2021
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

L'inizio con i Radio Boys regala l'illusione di proiettare Lei mi parla ancora dalle parti di una miniserie tv del regista tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, tra Jazz Band e Dancing Paradise. Ci sono già in quell'inquadratura tutte le tracce della memoria che ha spesso attraversato la filmografia di Pupi Avati e che riprende ancora una volta vita attraverso il cinema.

martedì 9 febbraio 2021
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Tutto sembrare ruotare attorno a una frase di Cesare Pavese presa da "Dialoghi con Leucò". Dice: "L'uomo mortale non ha che questo di immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia". Risuona nel sottofinale di "Lei mi parla ancora", il nuovo film di Pupi Avati da lunedì 8 febbraio su Sky. Il regista bolognese, classe 1938, s'è spesso interrogato sulla tenacia e il senso dell'amore coniugale [...] Vai alla recensione »

martedì 9 febbraio 2021
Maria Lucia Tangorra
Cineclandestino

«L'uomo mortale non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo» ascoltiamo verso la conclusione dell'ultimo lavoro firmato da Pupi Avati, il quale, sembra volutamente omettere Leucò all'interno della sceneggiatura (stilata a quattro mani col figlio Tommaso) ed è un approccio che compie in altri momenti in cui la letteratura fa capolino, ma senza [...] Vai alla recensione »

martedì 9 febbraio 2021
Gabriele Niola
Wired

C'è davvero di che rimanere stupiti di fronte a Lei mi parla ancora, film di Pupi Avati per Sky. E fin dall'inizio. L'attacco infatti, come raramente gli capita, affonda al massimo e punta sul duro, sul tragico e sul patetico senza essere patetico, trovando un modo di raccontare i sentimenti più disperati e i momenti più bui da una parte senza negarne la portata devastante, dall'altra senza girare [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 febbraio 2021
Serena Nannelli
Il Giornale

Con Lei mi parla ancora, film tratto dall'omonimo libro di Nino Sgarbi (padre di Elisabetta e Vittorio), Pupi Avati torna ad un cinema più intimo e personale, dopo la digressione gotico-padana de "Il Signor Diavolo". Raccontando il lungo amore dei coniugi Sgarbi, durato 65 anni, il regista non mette in scena solo la storia tra due persone ma quella di un sentimento che oggi, nella sua coerente e imperitura [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 febbraio 2021
Fabio Canessa
Il Tirreno

Il più bel film italiano dell'anno arriva su Sky stasera, anche se è prevista l'uscita nelle sale quando riapriranno. Si intitola "Lei mi parla ancora", il regista è Pupi Avati ed è tratto dal libro omonimo di Giuseppe Sgarbi, appena riedito da La nave di Teseo. Si tratta delle memorie scritte a 94 anni dal farmacista ferrarese, scomparso nel 2018, papà di Elisabetta e Vittorio.

lunedì 8 febbraio 2021
Anton Giulio Mancino
Cineforum

Non è vero, se non in misura molto relativa, che Pupi Avati alterni film spaventosi ad altri ancorati al registro sentimentale. E la prova di questo apparente avvicendamento di luci e ombre è Lei mi parla ancora, la storia di uomo che non accetta di separarsi dai suoi fantasmi d'amore e dello scrittore fantasma, "ghost-writer" nel linguaggio corrente anglicizzato, che ne raccoglie la memoria restandone [...] Vai alla recensione »

domenica 7 febbraio 2021
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

«L' uomo mortale, Leucò, non ha che questo d' immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia». Così è scritto su un vecchio foglietto perso tra le pagine dei Dialoghi con Leucò che Cesare Pavese aveva con sé prima di uccidersi. Senza riferimento a Leucò, queste due frasi splendide tornano in una sequenza di Lei mi parla ancora (Italia, 2021, 92', da domani su Sky Cinema e in streaming su NOW [...] Vai alla recensione »

sabato 6 febbraio 2021
Roberto Nepoti
La Repubblica

Senza dubbio, nella storia di Nino e Rina Sgarbi c' erano tanti elementi congeniali a Pupi Avati: la poetica della memoria, la pianura padana, un amore coniugale di lungo corso che sfiora l' autobiografia del regista bolognese. L' aveva consegnata a un memoir dallo stesso titolo del film, Lei mi parla ancora (edizioni Skirà), il protagonista Giuseppe Sgarbi rievocando sessantacinque anni di vita a [...] Vai alla recensione »

sabato 6 febbraio 2021
Valerio Caprara
Il Mattino

Non ci sono le poesie di Gozzano in «Lei mi parla ancora», non fosse altro perché il luogo in cui si dipanano le visioni dell' autore è una casa-museo di campagna traboccante di sculture, arazzi, dipinti d' immenso pregio, altro che «buone cose di pessimo gusto». Però il poeta è senza dubbio presente nel dna di Avati che ha trasposto il libro con la grazia insolente e il tratto in apparenza esplicito, [...] Vai alla recensione »

sabato 6 febbraio 2021
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Grande, grandissimo Renato Pozzetto. Nel ruolo drammatico e commovente che gli ha regalato Pupi Avati in questo film, tratto da "Lei mi parla ancora", sottotitolo "Memorie edite e inedite di un farmacista". Scrittore debuttante a 94 anni, si chiamava Giuseppe Sgarbi detto Nino. Padre di Elisabetta Sgarbi che ha fondato e dirige "La nave di Teseo" (dopo molti anni passati in Bompiani, regista cinematografic [...] Vai alla recensione »

sabato 6 febbraio 2021
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

"L' uomo mortale, non ha che questo d' immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia". Adattando il memoir di Giuseppe Sgarbi, Pupi Avati si ricorda di Cesare Pavese, ma spariglia tra thanatos ed eros: lo scrittore si diede la morte, egli si dà all' amore, quello di Nino (Giuseppe) per Rina (Caterina). Invero, la morte non è elusa, bensì travalicata: Lei mi parla ancora, vuole il titolo, [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 febbraio 2021
Teresa Marchesi
Huffington Post

Nel Pantheon in rapida costruzione delle serie Tv - regine del nostro immaginario in questi tempi di reclusione mondiale - gli esordi seriali di Pupi Avati ("Jazz Band", del 1978, e "Cinema!!!", del 1979) meriterebbero il piedistallo d'onore dei caposcuola. Gli Autori con la maiuscola li riconosci anche dalla capacità di inventare e di precorrere i tempi.

venerdì 5 febbraio 2021
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

"L'uomo mortale, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia". Pupi Avati portando sullo schermo il memoir di Giuseppe Sgarbi prende da un'altra penna, quella di Cesare Pavese, e ne sugge l'inchiostro, ne riverbera il lascito: Pavese si diede la morte, Avati si dà l'amore, ché la coincidenza di eros e thanatos non è mai peregrina.

martedì 2 febbraio 2021
Roberto Silvestri
Film TV

Un ghost writer da Roma (Gifuni è un pianoforte che non sbaglia una nota) piomba inacidito e frustrato nella magione-museo contadina del novantenne Giuseppe, appena vedovo dopo 65 anni di matrimonio (Pozzetto, come un bassista blues). È la figlia editrice (Chiara Caselli, come Henghel Gualdi re del liscio) che lo manda ad addolcire il dolore di papà.

lunedì 8 febbraio 2021
Gianni Canova
We Love Cinema

C'è un sottile gioco di antitesi e di analogie che tesse la trama di Lei mi parla ancora. Come se Pupi Avati, nell'orchestrare un film che vuol essere al tempo stesso la rievocazione di una storia d'amore durata 65 anni e la rendicontazione di come si può raccontare questa storia con il linguaggio della letteratura e con quello del cinema, sentisse il bisogno di "ancorarsi" a ciò che nel tempo dura [...] Vai alla recensione »

NEWS
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giovedì 21 gennaio 2021
 

Regia di Pupi Avati. Un film con Stefania Sandrelli, Isabella Ragonese, Renato Pozzetto, Lino Musella, Fabrizio Gifuni. Dall'8 febbraio su Sky Cinema. Guarda il trailer »

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lunedì 11 gennaio 2021
 

Il nuovo film di Pupi Avati, ispirato alle opere di Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio e Elisabetta Sgarbi. Vai all'articolo »

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