Anno | 2020 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Francesco Fanuele |
Attori | Stefano Fresi, Silvia D'Amico, Francesca Nunzi, Max Tortora, Liliana Fiorelli Fotinì Peluso, Enzo Casertano, Valeria Belardelli, Simone Guarany, Alessandro Forcinelli, Stefano Simondo. |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 dicembre 2020
Un autista dell'Atac scopre che il padre che lo ha abbandonato trent'anni prima, nel momento della morte, gli ha lasciato in eredità il trono di un regno para-medievale. In Italia al Box Office Il regno ha incassato 65,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Alla morte del padre, il quarantenne Giacomo viene convocato dall'avvocato Sanna per presenziare all'apertura del testamento. Il padre di Giacomo ha abbandonato lui e sua madre trent'anni prima, ma la sorpresa più grande è che nei trent'anni successivi l'uomo ha vissuto in un regno fermo all'anno Mille del quale si è autoproclamato sovrano assoluto. Un regno ai margini della via Salaria in cui la gente si veste e parla ancora come nel Medioevo, dove ogni forma di modernità è bandita e l'economia si basa esclusivamente sul baratto. Quando Giacomo si presenta all'indirizzo fornito dall'avvocato entra in questo luogo fuori dal tempo e scopre di essere l'erede al trono. Accetterà questa sfida e questa responsabilità?
Il regno è il lungometraggio di esordio di Francesco Fanuele, cosceneggiatore (con Stefano Di Santi) e regista, dopo il cortometraggio che conteneva in nuce la storia di Giacomo e del reame paterno.
Il soggetto è davvero interessante, in un momento storico in cui le tentazioni sovraniste sono all'ordine del giorno e si parla spesso di ripristinare un diverso sistema monetario. E il principale motivo di attrazione di Giacomo verso il regno è l'alternativa alla quotidianità fatta di scarse possibilità economiche, tasse punitive e difficoltà di impiego con la quale molti oggi si scontrano.
Ma Il regno è purtroppo un'occasione mancata, perché non spinge mai l'acceleratore né sulla critica sociale, né sulla comicità, né su dinamiche relazionali veramente credibili. Si fa molta leva invece sull'abilità degli attori e la raffinatezza della confezione, che può vantare la bella fotografia di Gherardo Gossi, il montaggio solido di Julien Panzarasa e i bei costumi di Eva Coen. Anche la mano di regia di Fanuele è buona, ma veicola una narrazione poco coraggiosa a fronte di un'idea di partenza davvero promettente.
Ogni direzione provocatoria è appena abbozzata, ogni riflessione sociopolitica addomesticata. E anche il potenziale di commedia, così ben utilizzato da precedenti simili - da Non ci resta che piangere a L'armata Brancaleone - è poco sfruttato. Persino uno degli spunti più interessanti - quello secondo cui Lisa (Fotinì Peluso), la sorella che Giacomo scopre di avere una volta arrivato nel regno, pur essendo molto più in gamba di lui viene privata del ruolo di leader che le spetta - non viene approfondito, e verso il finale prende una piega scontata e banale. Ci auguriamo che al prossimo tentativo Fanuele riesca a tirare fuori più grinta e metta la sua indubbia professionalità al servizio di una storia più convincente.
IL REGNO disponibile in DVD o BluRay |
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Il medioevo era un'epoca perfetta governata da re imperfetti. La prima commedia di Francesco Fanuele inizia col botto con una brillantezza asciutta dal retrogusto quasi monicelliano, rifacendosi quasi a un ideale donchisciottesco. Un quarantenne autista romano, Giacomo, interpretato da Stefano Fresi viene convocato alla morte del padre, che aveva abbandonato figlio e madre 30 anni prima, da un [...] Vai alla recensione »
Un film che poteva essere bello ed interessante ed infine mi son trovato a dirmi: quindi? Tante belle idee ma non legate tra di loro.
Alla morte del padre, da cui è stato abbandonato, autista di bus eredita il regno. Ovvero il terreno intorno a un casale, in cui il babbo e altri accademici han fondato un paesello medievale: nessuna tecnologia, usi e costumi del tempo, vassalli, serve con la sifilide, ius primae noctis. Il re ora è Stefano Fresi, con tutto quel che di comico e pacioso ne consegue.
Lo dice subito l'avvocato Sanna (Max Tortora: solito fuoriclasse), agghindato col costume da ciambellano: "So' trent'anni che vivo dentro a 'sta follia, aiutame!". La follia è il regno, uno stato farlocco sulla Salaria ispirato al mondo feudale, fondato trent'anni fa dal padre di Giacomo (Stefano Fresi). Alla morte dell'augusto genitore, il figlio - che dal babbo era stato abbandonato da adolescente [...] Vai alla recensione »