Il complotto contro l'America

Film 2020 | Drammatico

Regia di Minkie Spiro. Una serie Da vedere 2020 con Ben Cole, Jacob Laval, Azhy Robertson, Winona Ryder, John Turturro, Anthony Boyle. Cast completo Titolo originale: The Plot Against America. Genere Drammatico - USA, 2020, - MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 1 - EPISODI: 6

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Ultimo aggiornamento venerdì 24 luglio 2020

La storia dell'America se Roosevelt non avesse vinto le elezioni e i seguaci di Hitler avessero vinto la guerra. La serie ha ottenuto 4 candidature a Critics Choice Award,

Passaggio in TV
giovedì 27 giugno 2024 ore 0,30 su SKYATLANTIC

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Tratta dal romanzo di Philip Roth, una miniserie di forte attualità affidata alle interpretazioni di grandi attrici.
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 8 novembre 2019
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 8 novembre 2019

La famiglia Levin appartiene alla working class ebrea di Newark, nel New Jersey degli anni 30, dove assiste all'ascesa politica del populista e xenofobo Lindbergh. Questi dice di avere a cuore prima di tutto l'America e gli americani e perciò non ritiene di dover intervenire in Europa per fermare l'avanzata di Hitler, anzi appare via via più colluso con il Terzo Reich. I Levin hanno una sorta di sguardo privilegiato sulla vicenda perché Evelyn, la sorella di Bess, instaura una relazione con il potente rabbino Lionel Bengelsdorf, che appoggia Lindbergh ed entra nella sua cerchia di consiglieri, illudendosi di poterne limitare l'antisemitismo.

Dal romanzo omonimo di Philip Roth, che immaginava una Storia americana che avesse preso un'altra strada, David Simon ed Ed Burns traggono una miniserie che riflette decisamente la politica attuale.

Impossibile non vedere l'eco delle parole di Donald Trump in quelle di Lindbergh e del resto Simon, sempre schiettissimo sui social e nelle interviste, ha chiaramente detto che per lui si tratta di un progetto di forte attualità. Allo stesso tempo però è molto fedele alla prospettiva del romanzo di partenza e quindi davvero si assiste allo svilupparsi di un'ucronia tra "il tinello e la cucina" dei Levin.

C'è quasi un'ostinazione nel voler evitare ogni momento potenzialmente spettacolare, tanto che quando Alvin Levin si arruola nell'esercito canadese per combattere i nazisti le sue (dis)avventure militari finiscono liquidate in un'ellisse. Se questo può sembrare un tradimento del mezzo televisivo e in particolare di una miniserie HBO, ossia il più lussuoso dei formati della Tv americana, d'altra parte consente una concentrazione eccezionale su quello che importa davvero a Simon: la gente comune di fronte a un potere che diventa tirannico.

Pur se non manca una sottotrama dedicata alla resistenza con tanto di misterioso complotto, è di fatto bandita ogni tentazione di puro genere e il racconto lascia invece respirare una minuziosa ricostruzione del periodo, di una vita scandita dal lavoro e dai radio e cinegiornali. L'ascesa di Lindbergh contro un presidente amato e di grande successo come Franklin Delano Roosevelt appare inizialmente impossibile ma si fa via via più concreta. Se anche i Levin sono inizialmente increduli sono però tra i primi a riconoscere in Lindbergh una reale minaccia e si sentono progressivamente più isolati nel proprio quartiere piccolo borghese, dove la maggioranza degli abitanti non è ebrea. Quello che era per loro il sogno americano duramente conquistato si trasforma così in un luogo sinistro, perché Lindbergh porta a galla la xenofobia dei loro vicini, la giustifica e quindi la incentiva.

Sono meccanismi socio-politici anche contemporanei e di certo non solo americani, dunque la miniserie di Simon e Burns ha davvero l'ambizione a cui aspira ed è una visione di Tv civile da consigliare a chiunque. Al tempo stesso però il ritmo narrativo non parte certo in quarta e la storia sempre affondare nei dettagli e nel ripetersi dei diverbi in famiglia, prima di ingranare davvero con il precipitare degli eventi.

Una maggiore agilità nelle prime puntate insomma non avrebbe guastato e se alcuni attori danno una prova all'altezza, capace di tenere alta l'attenzione, altri invece non riescono a essere altrettanto magnetici. Questo vale sia per il padre di famiglia interpretato da Morgan Spector, sia per il suo nipote ribelle incarnato da Anthony Boyle, anche se va riconosciuto come il primo non sia aiutato da un ruolo con varie sfuriate ma in fondo più reattivo, e spesso assente da casa ossia dal centro della scena, mentre il secondo finisce per essere limitato dall'ellisse di cui dicevamo prima e in generale dalla concentrazione della serie sul nucleo famigliare principale.

Danno invece una fantastica prova Wynona Ryder e Zoe Kazan, le due sorelle via via più lontane e costrette in una situazione sempre più difficile, così come è carismatico ma pure subdolo il rabbino interpretato da John Turturro, affamato di potere al punto da non voler vedere il vicolo cieco in cui si sta infilando. Diretta dall'eclettica inglese Minkie Spiro (da Downton Abbey a Kiddng e Barry) e dal veterano americano Thomas Schlamme (The West Wing), Il complotto contro l'America è una serie affidata soprattutto agli attori, e sono Zoe Kazan e Wynona Ryder a uscirne come incontrastate regine.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 24 aprile 2020
Edoardo Balcone
Il Fatto Quotidiano

Gli Stati Uniti in mano ai nazisti: l'incubo preferito degli americani prende forma in un'altra serie tv. Dopo L'uomo nell'Alto Castello, tratta da La svastica sul sole di Philip K. Dick, e dopo la recente Hunters con Al Pacino, ecco Il Complotto contro l'America. Una miniserie in sei episodi targata Hbo e basata sull'omonimo romanzo di Philip Roth: negli Usa si è appena conclusa (ultima puntata il [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
martedì 7 aprile 2020
 

Regia di Minkie Spiro. Una serie con Ben Cole, Jacob Laval, Azhy Robertson, Winona Ryder, John Turturro. Prossimamente su Sky.  Guarda il trailer »

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