Fête de Famille

Film 2019 | Commedia, Drammatico, +13 101 min.

Titolo originaleFête de Famille
Titolo internazionaleHabby Birthday
Anno2019
GenereCommedia, Drammatico,
ProduzioneFrancia
Durata101 minuti
Regia diCédric Kahn
AttoriCatherine Deneuve, Emmanuelle Bercot, Vincent Macaigne, Cédric Kahn, Luàna Bajrami Laetitia Colombani, Alain Artur, Antoine Amblard, Isabel Aimé González-Sola, Joshua Rosinet, Milan Hatala, Solal Ferreira Dayan, Satya Dusaugey, Raphaël Liot, Teddy Perrot, Kahina Le Querrec.
TagDa vedere 2019
DistribuzioneBim Distribuzione
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Regia di Cédric Kahn. Un film Da vedere 2019 con Catherine Deneuve, Emmanuelle Bercot, Vincent Macaigne, Cédric Kahn, Luàna Bajrami. Cast completo Titolo originale: Fête de Famille. Titolo internazionale: Habby Birthday. Genere Commedia, Drammatico, - Francia, 2019, durata 101 minuti. distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento venerdì 20 dicembre 2019

La festa di compleanno di una madre viene interrotta dalla figlia più imprevedibile.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
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Cinema
Trailer
Cédric Kahn rivisita il film(ino) di famiglia in un film spiazzante, esilarante e commovente.
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 25 ottobre 2019
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 25 ottobre 2019

Una splendida casa di campagna, una nonna radiosa, dei figli, dei nipoti, una tavola imbandita e un compleanno che serve da pretesto a una riunione di famiglia en plein air, con un occhio alla cucina e l'altro alle previsioni metereologiche. Se il nonno non parla mai, la nonna smussa gli angoli fino a cancellare i problemi: un figlio vulnerabile, l'altro figlio corazzato, una figlia sull'orlo di una crisi di nervi, la nuora borghese e distante, la fidanzata straniera di passaggio, la nipote 'orfana'. Il pranzo è servito e con lui un vassoio di emozioni incontrollabili e una routine di piccoli crimini in famiglia.
Da quando ha annunciato il suo ritorno, ha cominciato a piovere. Forte. Fitto. Claire (Emmanuelle Bercot), imprevedibile, impetuosa, eccessiva, è il centro di gravità di Fête de famille, il film formidabilmente nevrotico di Cédric Kahn. La sua presenza costringe la madre, i fratelli, la figlia, riuniti per celebrare il compleanno della nonna (Catherine Deneuve), a sbottonarsi, svelando segreti scrupolosamente nascosti, rancori soffocati, buchi sentimentali, menzogne finanziarie.

Claire è una sorta di gaffeuse involontaria, un personaggio alla John Cassavetes, una donna la cui isteria come per osmosi rivela quella di un clan che si crede più equilibrato, più sereno, più furbo. Claire è folle, evidentemente, ma non lo è più degli altri membri della famiglia, sempre sorridenti, che la sopportano solo in assenza e la vorrebbero internare quando riappare.

Da Festen, uscito in sala nel 1998, prosperano al cinema le riunioni di famiglia trasformate in crudeli sedute terapeutiche. Nel paesaggio francese, Olivier Assayas (Ore d'estate) e Arnaud Desplechin (Racconto di Natale) hanno certificato e nobilitato il genere, mettendo in primo piano la questione dell'eredità, materiale, genetica o simbolica che sia. Al presente, Cédric Kahn apparecchia una festa di famiglia e si confronta con l'eredità cinematografica, piazzando la m.d.p. all'interno di una vettura, che guida proprio il suo personaggio e avanza lentamente attraverso un cancello e un giardino 'cechoviano'. Ma un'altra camera viene introdotta in casa da Romain (Vincent Macaigne), fratello minore immaturo e regista naïf che approfitta della réunion per girare un 'documentario' sulla famiglia. Alla sua fidanzata e allo spettatore annuncia di colpo il suo programma: girerà un piano alla Ozu, la videocamera a distanza in maniera da avere tutti in campo, nessuno sarà avvantaggiato e il pubblico potrà farsi una propria idea.
Cédric Kahn stabilisce così dei ruoli e un posto a ciascuno dei suoi personaggi, divertendosi poi a stravolgerli fino all'acme disfunzionale che rivela la potente eroina di Emmanuelle Bercot. Il risultato è esilarante e commovente insieme, un sentimento di disagio e di fascinazione, una storia tutta privata e familiare che diventa di fatto una storia di tutti. Dentro quelle immagini, quelle del regista e quelle del suo doppio, c'è qualcosa che va senz'altro oltre la cronaca di una famiglia, forse qualcosa che ha a che fare con la natura stessa del cinema. Perché qui il cinema documenta e testimonia ma al contempo mette in scena, trasforma la vita in rappresentazione.
Questo principio è dichiarato fin dai primi minuti del film dove Emma, figlia adolescente di Claire, prepara coi cugini una pièce teatrale in onore della nonna. Gli adulti temono che Emma possa prendere ispirazione da fatti 'troppo reali' ma lei li rassicura affermando con fervore che si tratta di pura invenzione. Nel dramma che esplode in casa (unità di luogo) in un giorno di festa (unità di tempo), lo spettatore condivide la preoccupazione dei familiari di fronte alla creazione di Emma: gli attori si stanno preparando a recitare per noi una pièce inventata o piuttosto a evocare le nostre sventure familiari? Come la fidanzata di Romain, figura di spettatrice estranea ai fatti, siamo tentati di lasciare questa casa di pazzi o afferrati da empatia per quell'ambasce familiare, troppo familiare. Da Renoir a Desplechin, passando per l'home movie in super-8, Cédric Kahn rivisita il film(ino) di famiglia creando dei deragliamenti progressivi, delle dissonanze che obbligano lo spettatore ad aggiustare senza sosta il punto di vista. A poco a poco le certezze vacillano e non capiamo più chi manipola chi.

Come una matriarca di placidità e buon umore, regna su tutti il personaggio di Catherine Deneuve, che pratica la negazione e un egoismo fuori dal comune. Facendo della ciclotimia dei personaggi la motrice instabile, l'autore riproduce il movimento stesso della vita e il suo disordine. Una progressione drammatica che apre e chiude porte come a teatro per fare entrare o uscire gli attori dalla scena. Per accompagnarli verso un epilogo di una dolcezza apparente e una tossicità tangibile, a immagine dell'imperturbabile personaggio materno, macigno opaco di non detti e di misteri mai dissipati che risolve una crisi di nervi con un bonario "à table!". Come se niente fosse, bisogna pur finire il pranzo.

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venerdì 25 ottobre 2019
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Cédric Kahn scrive con Fête de famille un piccolo manuale su come lavorare su di un canovaccio decisamente abusato, come il raduno familiare in villa di campagna destinato a trasformarsi ben presto in una resa dei conti di tutto il livore sopito tra figli e fratelli, e rinnovarne le modalità di racconto attraverso un paio di rotture formali inedite, tra cui il principe degli oggetti-intruso gettato [...] Vai alla recensione »

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