Anno | 2018 |
Genere | Docu-fiction, |
Produzione | Italia |
Durata | 52 minuti |
Regia di | Giuseppe Alessio Nuzzo |
Attori | Leo Gullotta, Diane Patierno, Viola Varlese . |
Uscita | sabato 21 settembre 2019 |
Distribuzione | London Movie Ltd. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 settembre 2019
Tratto dall'omonimo cortometraggio pluripremiato, menzione speciale ai Nastri d'Argento, primo premio al Giffoni Film Festival e premio Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma.
CONSIGLIATO SÌ
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A partire da un cortometraggio sul tema dell'Alzheimer il documentario affronta in quattro capitoli il tema del rapporto con i pazienti affetti dal morbo affrontando soprattutto le problematiche relazionali che si instaurano tra i malati e coloro che li assistono. Non si limita ad enunciarle ma propone anche delle strategie e delle modalità di approccio già sperimentate.
La dedica "a mia nonna" ci comunica che Nuzzo ha avuto un'esperienza diretta dell'argomento che tratta e che ha inizialmente trasposto nel cortometraggio interpretato da Leo Gullotta e Diane Patierno.
A connotare il senso di questo importante documentario c'è anche, sui titoli di coda, un ciak battuto al contrario sull'immagine a distanza di una donna anziana. Il malato di Alzheimer finisce con l'essere proprio così, cioè l'opposto di ciò che oggi la società impone come modello: non è presente, è bisognoso di attenzioni, non è up-to-date.
Questo 'manuale' ce lo ricorda e ci chiede attenzione. A partire da quell'attenzione che, in modo del tutto inusuale, Nuzzo ha dato all'argomento. Lo ha inizialmente affrontato con il citato e pluripremiato commovente cortometraggio in cui un padre, consapevole del proprio progressivo decadimento intellettivo, lascia dei messaggi a una figlia che, con una profonda sofferenza interiore lo assiste così come lui un tempo si era occupato di lei.
Nuzzo poteva accontentarsi dei riconoscimenti ricevuti e passare ad altro. Invece ha voluto approfondire andando ad intervistare esperti e responsabili di strutture che sperimentano un approccio al paziente che va al di là delle cure ma implica una, seppur non sempre semplice, disponibilità alla relazione.
Il cortometraggio e gli interventi finiscono poi con il convergere sullo stesso argomento: cosa accade quando un figlio o una figlia si ritrovano a trasformarsi in genitori dei propri genitori. Può essere straziante (e nella finzione i due interpreti riescono a trasmettere bene questa sensazione) ma può anche consentire un'esperienza in cui l'amore ricevuto viene restituito con grande tenerezza, anche se con fatica interiore.
Ho avuto l'onore ed al piacere di vederlo, in anteprima, alle Giornate Professionali del CInema di Sorrento e ne sono rimasto colpito. Un tema tanto delicato, quello dell'Alzheimer, del quale si parla poco e si hanno poche informazioni, trattato in maniera rispettosa e a tratti dolce, da un punto di vista sconosciuto fino ad oggi. Mi sento di fare un appunto è verso la struttura, [...] Vai alla recensione »
La malattia più misteriosa del cervello umano viene indagata unendo due differenti approcci: la finzione di un cortometraggio (Lettere a mia figlia, girato dallo stesso Nuzzo nel 2016), che racconta la convivenza tra un padre anziano colto da Alzheimer e la figlia che se ne prende cura, e la ricerca documentaria fatta con interviste a medici ed esperti e votata alla ricerca di proposte valide per la [...] Vai alla recensione »