Titolo originale | Louis Wain |
Titolo internazionale | The Electrical Life of Louis Wain |
Anno | 2021 |
Genere | Biografico |
Produzione | Gran Bretagna |
Regia di | Will Sharpe |
Attori | Benedict Cumberbatch, Claire Foy, Andrea Riseborough, Toby Jones, Sarah-Jane De Crespigny Sophia Di Martino, Jamie Demetriou, Olivier Richters, Adeel Akhtar, Stacy Martin, Aimee Lou Wood, Sharon Rooney, Hayley Squires, Phoebe Nicholls, Asim Chaudhry, Taika Waititi, Crystal Clarke, Daniel Rigby, Richard Ayoade, Julian Barratt, Dorothy Atkinson, Nick Cave, Olivia Colman, Fehinti Balogun, Siobhan McSweeney, Stewart Scudamore, Simon Munnery, James Eeles, Jimmy Winch, Cassia McCarthy, Anya McKenna-Bruce, Indica Watson, Kiki May, Felix Wilde, Windsor Wilde, Norbury Ackland. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 novembre 2021
La vita di un pittore che ha cambiato l'arte dell'Ottocento: Louis Wain. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai British Independent, Il film è stato premiato a Toronto,
CONSIGLIATO SÌ
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Louis Wain (1860-1939) fu un pittore britannico che nell'Inghilterra vittoriana ed edoardiana divenne famoso per i suoi ritratti bizzarri di gatti antropomorfizzati dai grandi occhi. Artista caratterizzato da uno stile coloratissimo e kitsch, Wain ebbe una vita tormentata sia per l'incapacità di proteggere la propria opera, e dunque guadagnare dal proprio talento, sia per una probabile schizofrenia che lo portò a morire povero e dimenticato. Il film racconta la sua opera e ricostruisce la sua biografia, compresa la relazione con la moglie Emily, ex governante della famiglia della sorella di Wain, Felicie.
Diretto dallo scrittore Will Sharpe e scritto dallo stesso autore con Simon Stephenson, un affascinante biopic che porta nel mondo immaginario di un artista secondario, capace di trasporre la propria inquietudine in opere all'apparenza graziose e innocue.
Fin dal titolo originale un poco bizzarro, The Electrical Life of Louis Wain, il film di Will Sharpe si pone nella scia di quei biopic dedicati a personalità strambe e disturbate che riproducono nello stile e nella forma il mondo interiore e spesso visionario dei loro protagonisti. Con Wes Anderson e Tim Burton bene in mente - il primo per il formato 1,33:1, il secondo per l'aria da epica freak e per l'artificiosità dei mondi costruiti - Sharpe, scrittore, attore e regista al suo secondo film, non imita i propri modelli, ma sceglie piuttosto di integrare una messinscena tradizionale (l'inizio con la voce narrante - in inglese di Olivia Colman - sopra le immagini in slow motion) con un'originalità che fa il pari con l'instabilità mentale di Louis Wain.
In maniera piacevolmente sorprendente, dunque, il film ricostruisce la Londra di fine 800 con toni da fiaba schizoide, con spettri di colore verde, blu, rosso e giallo, ambienti naturali palesemente artificiali e interni domestici o pubblici (una piscina, ad esempio) debitori di un gusto rétro da illustrazione.
Wain (interpretato da Benedict Cumberbatch, a cui si affiancano Claire Foy/Emily e Stacy Martin/Felicie) è oggi una figura piuttosto nota per la pacchiana esagerazione del suo universo pittorico, così vicino al gusto tutto social per gattini e animali antropomorfizzati. Se questo mondo non ha molto di rilevante da un punto di vista artistico (anche se all'inizio la voce di Nick Cave legge un proclama in onore di Wain scritto da H.G. Wells), è in realtà perfetto per dare a Sharpe l'opportunità di inserire la storia del suo eroe nell'epica cinematografica del fallito con lampi di genio: qualcosa - o meglio, qualcuno - a metà strada tra Edward mani di forbice, Ed Wood e Margaret Keane, la pittrice dei bambini dai grandi occhi raccontata da Burton in Big Eyes.
Spettinato, agitato, eccessivo anche nel metodo di lavoro (era bimane, cioè disegnava in parallelo con la destra e la sinistra tratteggiando animali e umane alla velocità della luce), Wain è rappresentato come una figura fuori e dentro il proprio tempo: espressione del gusto popolare dell'Inghilterra vittoriana eppure estraneo al mondo in cui vive e in cui deve guadagnarsi da vivere.
I colori accesi della fotografia, gli obiettivi distorti e le posizioni inusitate della macchina da presa in molte inquadrature, l'evidente artificiosità delle scenografie, benché piacevoli da vedere, creano in realtà l'idea di un mondo quasi più kitsch dei quadri di Wain, opprimente e oppresso dal gusto per il decoro. In un tale contesto, come se tra soggetto e realtà circostante ci fosse un continuo rimbalzo di luci e colori fino all'inevitabile cortocircuito, la follia del protagonista non può trovare una direzione. Se nei dipinti Wain sfoga la propria visionarietà, nella vita vera, come un Dorian Gray rovesciato, il suo corpo e la sua immaginazione si deteriorano tragicamente.
Il mondo visionario di Louis Wain è un abile, affascinante compendio della cultura inglese di fine Ottocento: in esso confluiscono il racconto gotico, il romanzo d'appendice, i primi passi della fotografia (ripresa anche dai disegni mimetici di Wain), il consumo di letteratura popolare e il gusto estetico per mondi infantili e fiabeschi (le stanze acconciate come case di bambola). Se il film funziona - soprattutto nella prima parte, per poi perdere di forza nella seconda, come è quasi inevitabile nei biopic - è perché il cinema anche storicamente fa da sintesi a questo universo, con le immagini del film che rifrangono la l'autorappresentazione di una società, la sua celebrazione e la sua fine imminente. Su tutto questo spettacolo eccessivo e compiaciuto scorre l'anima corrosiva e grottesca dell'opera di Wain, come se dietro i colori dei suoi quadri e i tratti caricaturali dei suoi felini facesse capolino una realtà putrescente.
Will Sharpe realizza un biopic alla maniera di Tim Burton sulla vita di Wain, un ritrattista di epoca vittoriana e sulle peripezie della sua numerosa famiglia, sempre sull’orlo del fallimento, nonostante il successo dei suoi gatti antropomorfizzati, unico ossessivo soggetto di tutti i suoi quadri. Il film oscilla tra la commedia ed il dramma esistenziale, con migliore esito nella parte [...] Vai alla recensione »
ben vengano questi biopic sulle vite/storie di personaggi che altrimenti resterebbero nella memoria di pochi...molto piacevole e scorrevole questo intrattenimento per tutta la famiglia,bravo cumberbatch.
Teniamo il titolo originale, più stuzzicante di quello italiano che parla di "visionario mondo", aggettivo per cui vorremmo una moratoria. "Louis Wain ha cambiato il nostro modo di vedere i gatti", sosteneva il suo grande ammiratore H. G. Wells. Parliamo dell' inghilter - ra di fine Ottocento, quando i gatti erano disprezzati. Se Louis Wain resuscitasse si stupirebbe a vedere gatti dappertutto, celebrati [...] Vai alla recensione »
Sin dall'incipit Il visionario mondo di Louis Wain dichiara apertamente la volontà di seguire uno dei due sentieri narrativi tracciati dal racconto biografico contemporaneo, reiterando pienamente quei codici di rappresentazione alla base dell'impostazione narrativa del biopic tradizionale: raccontare la storia di un artista realmente vissuto ripercorrendone le tappe di vita, per indagare il contributo [...] Vai alla recensione »
H.G. Wells (il padre inglese della fantascienza moderna) disse di Louis Wain: «Ha inventato lo stile felino, una società felina, un intero mondo di gatti. I gatti inglesi che non prendono esempio e non vivono come quelli di Wain si vergognano di se stessi». E Nick Cave (che colleziona da sempre i lavori del disegnatore) in Il visionario mondo di Louis Wain ha un breve cameo proprio nella parte di Wells, [...] Vai alla recensione »
La carriera attoriale di Benedict Cumberbatch, interprete di Sherlock e dell'Alan Turing di The Imitation Game (ma anche del marveliano Doctor Strange, e del Thomas Edison di Edison - L'uomo che illuminò il mondo) è da tempo costellata di figure eccentriche. Proprio per questo, era in fondo una scelta prevedibile quella del regista inglese Will Sharpe (al suo attivo, tra le altre cose, proprio un episodio [...] Vai alla recensione »