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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 gennaio 2021
Giovane fotografa-giornalista idealista, Camille parte per la Repubblica Centrafricana per seguire la guerra civile che sta per iniziare. Quello che vede lì cambierà il suo destino. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, ha vinto un premio ai Lumiere Awards,
CONSIGLIATO NÌ
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La storia vera di Camille Lepage, una giovane fotoreporter francese rimasta uccisa nella Repubblica Centrafricana nel 2014, dopo aver trascorso due anni documentando la guerra civile nel paese. Cercando di costruirsi una carriera da giornalista freelance e al tempo stesso di offrire una testimonianza del conflitto, Camille si trova invischiata nello scontro tra le fazioni Seleka e Anti-Balaka, decidendo di tornare nella Repubblica Centrafricana anche quando il mondo dell'informazione occidentale sembrava aver esaurito l'interesse per l'argomento.
Resoconto lucido e rispettoso, il secondo lungometraggio del regista Boris Lojkine fa di tutto per omaggiare la vita e la carriera di una giovane donna che aveva scelto di seguire una passione.
Lojkine si avvicina al tema con un occhio di riguardo non soltanto per la protagonista, ma anche per la manciata di personaggi locali eletti a simbolo del momento storico nella Repubblica Centrafricana, per un risultato finale appassionante ma non ricco di sfumature.
Camille Lepage emerge nel film come una figura ostinata e ancora in divenire, professionalmente e umanamente. Morta a soli 26 anni, la ragazza non era ancora una veterana del mestiere, elemento che spiega e al tempo stesso rende più potente la sua scelta di rimanere nella RCA per approfondire la sua ricerca. Con delicatezza, il regista ne esplora la crescita attraverso il confronto con colleghi più esperti, i quali, oltre a fornirle i nomi giusti per ampliare la rete di contatti, imbastiscono utili discussioni sull'etica della fotografia di fronte a una birra.
Rimane però la prospettiva giocoforza eurocentrica di un film consapevole di non poter mai trascendere la sua protagonista bianca e straniera. Stritolato tra agiografia ed esoticismo, Lojkine ce la mette tutta, conducendo questo breve romanzo di formazione su binari pre-ordinati ma animati dalle migliori intenzioni.
2014. Nella Repubblica Centrafricana da tempo imperversa una sanguinosa guerra civile tra le due fazioni dei Seleka e degli Anti-Balaka, rappresentanti dei due gruppi religiosi maggioritari, i musulmani e i cristiani. Il 12 maggio di quello stesso anno vengono ritrovati cinque corpi senza vita e, tra questi, quello di una donna bianca di 26 anni. La donna si chiamava Camille Lepage ed era una fotoreporter [...] Vai alla recensione »
Si apre con una scelta di regia paradigmatica, Camille (e non solo perché la scena, disvelando un corpo morto di donna, anticipa la sorte della protagonista): mentre i militari francesi avanzano in mezzo a un gruppo di Anti-balaka, la camera esce dalla camionetta e procede a mano sulla strada, mischiandosi ai militanti per testimoniarne le rivendicazioni.